Storie di fantasmi

Creato il 01 novembre 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Care lettrici e lettori, se c'è una figura che rientra a pieno titolo nell'immaginario collettivo di Halloween, ebbene è il fantasma. Questa festa è legata al ritorno dei morti nel mondo dei vivi e nel mondo celtico, forte è la simbologia che lega i vivi e i morti: dal cibo lasciato sul tavolo per i morti, ai cibi per tacitare le anime in pena. Oggi molti di questi aspetti sono confinati nel campo delle tradizioni popolari, ma l'eco rimane forte nella letteratura e nell'immaginario collettivo.
Fantasmi: apparizioni evanescenti e raccapriccianti, anime incapaci di trovare pace, spettri tormentati con abiti stracciati e sporchi di sangue. Un'intero catalogo di araldi dell'oltretomba che cerca di mettersi in contatto con i viventi. Il fantasma rappresenta la componente immateriale dell'essere umano, l'anima che, staccata dal corpo, si abbarbica a ciò che lo circondava da vivo. Varie le motivazioni: dalla sete di vendetta per un torto subito, a un amore perduto, fino alla possessione demoniaca dell'anima. Ma qualunque storia di fantasmi ha un punto in comune: generare la paura per "ciò" che viene oltre la morte. Esso rappresenta la conferma che vi è altro, superata la barriera della carne e della fisicità e che in questa nuova, sconosciuta dimensione l'anima gode di una propria autonomia, con un potere di scelta che gli esseri umani riescono solamente a intuire. I morti sono sempre con noi, sembrano dire queste storie, sono parte di noi, non solo nella memoria, ma anche in una maniera sconosciuta che la nostra percezione, limitata e lenta, riesce a malapena a cogliere. La psicoanalisi ha visto in queste figure la personificazione di disagi psichici, dal senso di colpa all'incapacità di rielaborare un lutto, fino ad arrivare alla personificazione di una patologia. Interpretazione questa, meno fascinosa e spaventosa, ma più vicina alla sensibilità moderna.
Quello che l'uomo del XX secolo concepisce come un racconto fantastico, allora era la testimonianza di un al di là che gli esseri umani raggiungevano dopo la morte, concretizzando la paura atavica del giudizio ultraterreno per le proprie azioni. Questo perché il fantasma rappresenta ciò che è inconoscibile e che terrorizza nonostante sia parte della nostra vita: pensiamo al terrore che avvolge Amleto nel vedere il fantasma del padre assassinato. E' qualcosa di "ingiusto", di contro natura. Questa sensazione di "ingiustizia" che suscita terrore è sorella della paura atavica che ha generato le figure mitologiche di vampiri e zombie, e che costringe la coscienza a porre domande cui è impossibile trovare una risposta accettabile. Il fantasma insidia la sanità mentale, logora i rapporti umani, si inserisce in dinamiche affettive e relazionali in cui non dovrebbe avere diritto di cittadinanza.
La figura del fantasma è strettamente legata al trauma dell'assenza, sia esso un lutto, sia un cambiamento inteso nel senso più vasto: rappresenta quel vuoto che non può e non deve essere colmato. E' una sensazione comune all'essere umano in ogni latitudine: storie di spettri sono presenti in ogni civiltà, in ogni luogo e tempo. Sebbene le idee sull'anima immortale siano state sottoposte a un processo di razionalizzazione e riportate al campo della religione e della filosofia, esse sono resistenti e continuano a influenzare il vissuto e la produzione artistica. Ma il fantasma è sempre una manifestazione negativa o ha anche connotazioni positive?
Certo, esistono anche spettri benevoli, che giungono in aiuto di congiunti o persone in difficoltà, o addirittura spettri burloni, come il Fantasma di Canterville di Oscar Wilde o i buffi fantasmi che animano Hogwarts. In questo caso, la componente orrorifica viene mitigata dallo scopo dell'intervento dell'anima, la cui finalità è, appunto, quella di aiutare e lenire il dolore. Un esempio è Jo, la moglie di Michael Noonan, lo scrittore di Mucchio d'ossa di S. King. In questo caso, l'entità soprannaturale cerca di aiutare il marito nella lotta contro altre entità che invece insidiano l'esistenza dei viventi. In tal caso, il fantasma ha uno scopo positivo che mitiga il timore ingenerato dal suo ritorno. L'amore, sembrano dire queste storie, è la forza più potente e benefica, più dell'odio o della vendetta, ed è una spinta sufficiente per permettere all'anima di tornare tra i vivi. A onor del vero, la maggior parte della produzione letteraria sui fantasmi è data dalle Ghost Tales, tipici racconti che si tramandavano attorno al fuoco per spaventare i più piccoli e per ingenerare il timore dell'Aldilà. Sebbene le ghost tales propriamente dette siano una tipica produzione letteraria dell'Ottocento inglese e americano, storie di spettri si trovano in testi antichissimi, come nel Satyricon di Petronio, nelle opere di Plinio, o nell'Eneide di Virgilio. Tacito negli Annales parla di fantasmi in gradi di predire il futuro e Apuleio scherza su streghe e fantasmi nella sua opera più famosa, l'Asino d'oro. E andando ancora più indietro, si trovano numerose storie di spettri nella Bibbia, come nel libro di Giobbe. O ancora, pensiamo all'Odissea, nel momento in cui Ulisse scende negli inferi dove incontra le anime dei suoi compagni d'arme deceduti. In questo caso, la vicinanza tra il mondo dei vivi e quello dei morti è massima, e solo il grande coraggio di Ulisse gli permette di tornare indietro nella dimensione reale. Spesso questi racconti avevano una morale, assolvendo a una funzione educativa e di formazione in un mondo in cui non vi era un facile accesso alla scuola e le possibilità di una formazione morale e religiosa erano limitate. 
Sin dal Medioevo, le storie di spettri sono diffusissime e ben conosciute: Chaucer ne inserisce alcune nelle Canterbury Tales e, più tardi,  troviamo Boccaccio con il suo Decameron e la novella di Nastalgio degli Onesti. Val la pena di ricordare che nel periodo dal Medioevo al Rinascimento nasce e si sviluppa l'interesse per l'occulto, inteso come ricerca e studi di alchimia, magia e astrologia, specie in chiave maligna: ossia, la magia nera. Era un sostrato culturale favorevole per la nascita di quel campo di ricerche che sarebbe stato poi registrato come paranormale. Le storie di apparizioni soprannaturali e di tentativi di comunicazione con spiriti disincarnati vennero racchiusi in stesti di filosofi e inquisitori, di poeti e maghi. 
L'evoluzione che porta alla nascita delle Ghost tales vede un'altra tappa: la c.d. poesia sepolcrale. Anche il linguaggio poetico vanta la presenza di fantasmi, specie nel Romanticismo: pensiamo a Coleridge e alla sua Ballata del vecchio marinaio, a Foscolo e i suoi Sepolcri, alla Belle dame sans Merci di Keats. Una produzione letteraria che mescola attrazione per la morte e i cimiteri, cupio dissolvi e visioni oniriche, spaventose, cui gli autori di prosa attinsero a piene mani. Quello del XIX secolo fu un periodo oltremodo felice per la produzione letteraria di genere. Le Ghost tales rappresentano solo la punta di un iceberg, specie nel mondo anglosassone. I misteri di Udolfo di Ann Radcliffe, Matthew Lewis con il suo Monaco, Charles Maturin e Melmoth, ma sopratutto il Castello di Otranto di H. Walpole sono tra i testi che ogni cultore di Ghost tales dovrebbe avere nella biblioteca. In essi si arriva alla codificazione del genere: una casa infestata, spesso isolata e decadente, una presenza maligna, una vendetta o un atto di efferata crudeltà, una damigella in difficoltà e un eroe pronto a sacrificarsi per lei. Insomma: è la nascita della letteratura gotica.

Anche in Germania vi furono autori che seguirono strade originali per giungere al medesimo esito; in Francia, l'evoluzione del racconto di fantasmi fu contraddistinta dalla duplice influenza degli autori inglesi e tedeschi, creando veri e propri capolavori. Prosper Merimée, Balzac, ma sopratutto Théophile Gautier con i suoi racconti notturni e, più tardi, Barbey d'Aurevilly e  Maupassant sono i padri della letteratura gotica e di spettri in Francia. Ma è in America, a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, che troviamo l'apoteosi dei Ghost Tales. Tra tutti, un nome. Edgar Allan Poe. 
Ma sarebbe ingiusto non citare i racconti di Ambrose Bierce, e successivamente Lovecraft e Hawkes. Esisteva una rivista letteraria famosissima (ancora oggi attiva), Weird Tales, che contribuiì grandemente alla diffusione delle Ghost tales, presso cui furono stampati alcuni dei racconti più importanti che maggiormente hanno influenzato la narrativa di genere. In quel periodo non esisteva scrittore che non componesse almeno un racconto o una novella con fantasmi. Persino M. Twain e Jerome. K. Jerome si cimentarono con racconti di fantasmi, ovviamente dai toni satirici. Questa produzione così ricca influenzò profondamente gli scrittori del primio Novecento, ma non solo: poeti, pittori, persino musicisti, risentivano di quel clima intriso di mistero e fascino per l'occulto. In esso, altresì, confluì l'influenza della narrativa popolare e di costume (Dickens, ad esempio, subì il fascino da questa produzione letteraria, come dimostra Canto di Natale o alcuni spunti di Grandi speranze e la influenzò a sua volta) cosicché questo genere di racconti ebbe amplissima diffusione e il fascino di fantasmi & affini divenne enorme.
Senza scendere nel dettaglio sulle diverse correnti e tipologie di racconti di fantasmi del XIX secolo, è giusto però fare un breve accenno a due tra i più grandi autori di storie di spettri. Grandi perché furono tra i primi autori a spostare l'asse del terrore dalla rappresentazione dello spettro all'impatto che esso aveva sulla vittima, dando un contributo enorme al genere. In una parola, furono tra i primi a indagare il legame tra apparizione e personaggi costruendo trame appassionanti e lavorando sull'aspetto psicologico. Si tratta di Henry James (Giro di Vite è il suo capolavoro) e dei racconti di Montague Rhode James, vissuto verso la fine del secolo. L'avvento del progresso e le due guerre mondiali hanno cambiato il rapporto tra i lettori e le storie di fantasmi. La produzione su carta stampata è drasticamente diminuita a favore del cinema, il grande rivale. Film come The Others o Il sesto senso hanno un filo diretto con i grandi autori di Ghost tales del Novecento americani, mentre altre produzioni, come Paranormal activity puntano maggiormente l'attenzione sull'orrore mostrato, che sconvolge la vita. E tra qualche settimana, giungerà sugli schermi Bag of bones, tratto dall'omonimo romanzo di King. Il fatto che ad oggi la produzione cinematografica e filmica di storie di fantasmi stia avendo un nuovo impulso - basti pensare alle serie tv Ghost whisperer, Supernatural e la recentissima I fantasmi di Bedlam - ci lascia intendere che l'uomo è e sarà sempre affascinato dal mistero e dall'inconoscibile. Dunque, visto che ad Halloween i cancelli tra il mondo dei vivi e quello dei morti si aprono, state attenti a chi potreste incontrare...

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