Mi arriva una segnalazione provenienti dal piu’ potente mezzo di comunicazione: la televisione. Abbiamo visto piu’ volte come la scuola e le famiglie si dimostrano inadempienti a educare i ragazzi all’educazione sessuale, tanto da costringere questi ultimi ad attingere informazione dalla televisione. Il 29 settembre su Cielo va in onda il programma “Sex Educational Show“, un nome una garanzia, e si discuteva sull’argomento dell’anatomia dei genitali, insomma nulla a che vedere con l’educazione sessuale, molto su come i porno influenzano sulla percezione che hanno i ragazzi dei loro genitali.
Si chiedeva ad alcuni ragazzi di analizzare cosa per loro rientrava nel canone “di normalità” in relazione alle misure del pene. Le risposte dei ragazzi si dimostravano molto condizionate dai canoni estetici della pornografia, alle ragazze è stato chiesto lo stesso ma mostrandole però dei seni, le risposte erano simili, per loro il seno perfetto è quello rifatto (durante la scelta non sapevano fosse rifatto).
Al di là dei canoni estetici imposti dai porno che noi tutti sappiamo, ha sorpreso tantissimo la soppressione dei “genitali femminili” come se il seno fosse un genitale e come se non ci fossero dei canoni estetici imposti sui genitali femminili.
Durante tutto il programma si parlava di rapporto sessuale vaginale e di sex toys senza menzionare alcun rapporto che coinvolgesse la zona erogena femminile: la clitoride e anziché incoraggiare all’uso del profilattico femminile veniva praticamente boicottato perchè la conduttrice ha fatto sapere che scomodo riproponendo ancora una volta un modello sessuale femminile funzionale a quello maschile.
Arriva in seguito un’altra segnalazione- a distanza di un giorno:
Su RTL 102.5 hanno parlato delle dimensioni normali del pene maschile in centimetri, correlando le dimensioni al piacere femminile, senza lasciare che gli spettatori indignati prendessero parola per dibattere. La storia delle dimensioni del pene non è altro che un luogo comune nato per creare complessi e insicurezze maschili che si sentono ansiosi nell’affrontare la loro sessualità e condiziona le donne creando false aspettative, continuando ancora ad illuderle che la sessualità femminile avviene per via vaginale e non attraverso gli organi erettili.
Di sessualità femminile noi ne parliamo molto spesso, vogliamo abbattere la disinformazione sessuale, aiutare le donne a conoscere il proprio corpo, abbattere tabù pregiudizi e luoghi comuni frustranti per uomini e donne e via dicendo.
La sessualità femminile nei paesi occidentali, come abbiamo sempre detto, è sottoposta al vaglio della mascolinità, diventando qualcosa di secondario o funzionale al piacere maschile. Il silenzio sulla clitoride è uno dei tanti controlli che stabiliscono che il piacere della donna deve dipendere da quello maschile o essere utile ai fini procreativi. Ammettere che esiste una sessualità clitoridea significa rendere una donna consapevole che può anche fare a meno dell’uomo per raggiungere il piacere, per questo sono state create tante norme e imposizioni per controllare la sessualità femminile, che vanno dalla clitoridectomia tribale all’oggettivazione della donna in occidente. In ogni parte del mondo l’autonomia sessuale femminile viene condannata molto pesantemente fino a vere e proprie norme che prevedono la lapidazione o il ripudio della donna “deflorata”, non infibulata o adultera. Questo controllo dei corpi non risparmia nemmeno i paesi occidentali, conosciuti come i luoghi dove la rivoluzione sessuale e l’emancipazione sessuale femminile hanno liberato le donne. Una donna sessualmente attiva e autonoma viene paragonata ad una prostituta o come colei che “si concede” poiché non è stato ancora assimilato il concetto che la donna non ha una sessualità passiva ma attiva per mezzo della clitoride. I Paesi occidentali sono quelli che insegnano le donne fin da bambine ad essere belle, perfette, sensuali e provocanti attraverso abiti e trucchi, ma allo stesso tempo ne reprime la sessualità, trasformando la donna ad una specie di oggetto sessuale nato per soddisfare i desideri maschili (per questo che denunciamo il sessismo mediatico). Tra l’esposizione di immagini di donne iper-sessualizzate e la convinzione errata che le donne non hanno istinti sessuali o se ce li hanno per non essere considerati patologici (ninfomania) non possono essere forti come quelli maschili, c’è la convinzione che la sessualità maschile è talmente forte che le donne devono essere necessariamente ridotte ad oggetto sessuale, arrivando ad interiorizzare la cosiddetta “cultura dello stupro”. Lo stupro nasce dalla convinzione che la donna, avendo istinti sessuali meno forti, bisogna forzarla un pochino affinché si “sblocchi”. In realtà questo “blocco” è dovuto da una cultura che reprime il desiderio femminile e lo stupro è una reazione alla possibilità di scelta sessuale della donna. Insegnare alle donne che hanno meno istinti significa indurle ad accettare la discriminazione sessuale che ne inibisce l’espressione sessuale, quindi a mettere in secondo piano i propri desideri e a pensare che lo stupro sia normale poichè l’istinto sessuale maschile è piu’ forte. Molti uomini occidentali contraggono ogni anno sesso a pagamento con giovani donne (anche poco più bambine) costrette dalla tratta a vendere il proprio corpo. La prostituzione è il mestiere più antico del mondo e non conosce crisi finché si continuerà ad imporre una sessualità a senso unico e ridurre l’offerta sessuale alternativa a quella a pagamento, quella con 2 adulti consenzienti che vivono il sesso in maniera libera senza tabù. Ancora oggi, in tutti i paesi del mondo compresi l’occidente, si pensa che una donna vergine acquisti valore, come se la donna fosse una sorta d’oggetto o una merce che va valutata solo dal punto di vista sessuale, come se il suo valore si riducesse a ciò che ha tra le gambe. Questo è molto offensivo nei confronti delle donne poiché rimanda all’idea di donna-oggetto non tanto diversa da quella opposta rappresentata in pubblicità e nelle televisioni. L’anno scorso ho parlato dell’atroce pratica dell’infibulazione, quest’ anno mi concentrerò molto spesso su questo argomento: su come viene percepita la sessualità femminile nei paesi occidentali e mediterranei.