Ma andiamo pergradi: come prima cosa, si è costrette a QUANTIFICARE la massa diroba contenuta nell'armadio.
Ti dicono “Quantaroba hai?”Non lo so quantaroba ho. Ma come posso quantificarla? E' come dire “quanto benevuoi ai tuoi genitori?”. Potrei recitare perogni capo contenuto in quell'armadio a sei ante che ho lasciato, lasua storia. Quando l'ho preso, perché e dove (quello è facile,quasi sempre è Zara).Così come dellescarpe. E' inutile che tu, amico che mi aiuti per il trasloco, mifaccia notare che tutte quelle scarpe da zoccola lì non le mettomai. Con quello che ho speso per comprarle lo so, credimi che LO SO.Ma le scarpe dazoccola sono un must, sono le prime alle quali cedi quando entri inun negozio. La vernice nera. Ho due, no tre. Quattro. Ma che dico.Cinque paia di scarpe di vernice nera. Manco ballassi la pole danceper pagarmi l'affitto. Non le metto mai. Questo primariamente a causadel fatto che non ho una vita sociale e che è inutile indossare deisandali di Marni della PE 2008 per guardare Ballando con le Stelle.Ma è giusto averle, ecco. Poi sì, in effettiecco ci sono un po' di camicie. Che non metto mai, hai ragione Amico.Ma come si fa a non cedere ad una bella camicia di tanto in tanto?Poi non le metto mai perché ecco, bisogna stirarle e a trovare lamamma ci vado solo una volta al mese e non è che posso portarle ilbucato da stirare DA MILANO.Poi sì quegli abitilì, un po' disco dance. Cosa? Quell'abito FUXIA con la schienadrappeggiata non me lo hai MAI visto addosso? Bhè l'ho preso ad unavendita di campionario della Westwood. Mica potevo lasciarlo lìno? Era tutto 38 in quella vendita. Questo era l'UNICO abito in unataglia che potevo indossare senza strapparlo. Che importa se è la 46ed è schifosamente grande. Glielo dovevo, si sarebbe sentitoemarginato, incompreso in quella massa di stracci a taglia 38. Poi c'è quell'abitolì, con la sottogonna di tulle. Oh se quell'abito potesse parlare.Direbbe che ha fatto la mia fortuna nel 2008. Al Plastic la Stryxial'aveva trovato adorabile. Ti pare che getto un abito che ha ricevutodei complimenti dalla Stryxia?Ok ok, li mettonegli scatoloni. Ma sono puliti questi scatoloni? No perché ecco,sai...c'è il pigiama di seta... non vorrei che prendesse cattiviodori. Il cachemire poi, trattalo con cura. Ci scrivo FRAGILE.
Allora dài,cominciamo a fare questo trasloco. Portiamo la roba nell'ascensore.Oddio, la polvere. La schiena, il fiatone. La portinaia. Le manovre,la macchina. L'ansia.
Il padrone di casa.Non ve l'ho detto perchè, alla fine della fiera dopo un estatepassata a cercare coinqulini, ai primi di settembre mi sono ritrovatacon la necessaria necessità di cambiare casa. Mettiamola così: il padrone di casa èdiventato uno stalker e mi sono ritrovata costretta ad andarmene.Ecco allora cominciail circo degli scatoloni, dei borsoni, delle shopping piene di COSE. Quante COSE si posso accumulare in 4 anni? Dal lucido da scarpe, alforno a microonde, la stufetta per l'inverno, il ventilatore perl'estate. Due quadri, la stampa di Audrey e quella di La Chapelle. Due scatoloni di libri, uno di dvd. Una borsa piena zeppa di calzini,talmente tanti che potrei lanciarli da un aereo e coprire tuttaMilano. Una televisione con il tubo catodico che mi trascino dietroda quando ero all'università e GUAI A CAMBIARLA e poi cappotti. Ah signora mia quanti cappotti. Ne ho sette, otto se contiamo anche iltrench di Burberry che mia madre mi ha regalato quest'anno per i mieiterzi venticinque anni. Occupano tutto il fottuto spaziodell'armadio. Potrei vestirmi solo di quelli ormai. E rinunciare alresto. La sto valutando come idea.Comincio a portaregli scatoloni nella casa nuova. Nel monolocale. Nel buco. Insomma, ilmio bucolocale.E' piccolo,soppalcato. Ha delle scale talmente ripide che ogni volta che lescendo provo la stessa sensazione che provavo quando in barca mi facevano saltare sul pontile perchè non c'era la passerella. Quellastessa sensazione di morte che si avvicina, di ossa rotte, di sangue.Ogni giorno io rischio la vita qua dentro. Per tutto il mese disettembre mentre schivavo lo stalker padrone di casa pensavo sevivere in un luogo così piccolo non avrebbe compromesso il mioequilibrio psicofisico. La risposta è non lo so. Però meglio cosìche litigare la mattina perchè qualcuno ha usato la mia moka per ilcaffè. O perché non mi fanno guardare Un Posto Al Sole la sera acausa di un insano desiderio di fare conversazione.
Ma proseguendo perle fasi del trasloco c'è quel momento in cui quel povero cristo chesi è sacrificato ad aiutarti comincia a portare su e giù gliscatoloni. Ecco, avete presente quella pubblicità della Coca Coladove c'era il manzo tutto sudato che portava le casse di lattine? Ecco,ora l'ho capita.Un uomo che falavori di forza è sexy. Perchè fa una cosa da uomo. E' qualcosa dipreistorico. E' Madre Natura che lo dice. Non si può pretendere dauna donna di fare lavori di forza, lo fanno gli uomini. Perchè ècosa palese che a loro riescano. A noi ci scoppiano i capillari negliocchi solo per lo sforzo di aprire una bottiglietta d'acqua.Figurarsi se possiamo portare in spalla uno scatolone. Inveceguardalo, bello, tuttosudato, che fa tutto facile 'no no porto ioquello pesante'. Ecco quindi, un'altra cosa importante che si impare neitraslochi. L'uomo che porta gli scatoloni è sexy.
Una delle primeconseguenze dei traslochi di cui mi sono resa conto è la manicure.E' la prima VITTIMA dei traslochi. Lo smalto diventa utile quanto uncucchiaino per svuotare il mare, le unghie si sfaldano, si sporcano,diventano come quelle della Bellucci. Solo più corte. Sono giorniche mi guardo le mani e sto male. Ma ancora non me lefaccio e SOFFRO incredibilmente quest'impotenza oggettiva neiconfronti delle mie unghie. Perché... perché... perché... la verità è cheio NON HO ANCORA FINITO. Se comprendiamo anche questo sabato sarannoTRE week-end dedicati al trasloco. Il trasloco più lungo dellastoria. In questo momento che vi sto scrivendo ho ancora dei vestitisul tavolo sul quale tra poco mangio.
E a proposito dimangiare. Il cibo è l'ultima cosa che viene spostata in un trasloco.Io sono andata a prenderlo nella mia vecchia casa lunedì sera. Ilche significa che è da sabato che la mia alimentazione è cosìcomposta:- Kebab- Pizza- Sushi (2 volte)- Elemosina pressoamica (che domenica mi ha preparato un brunch per il quale mi sonocommossa)- Fetta di panevecchio.
Altro passoimportante del trasloco è come e dove nascondere gli oggettiimbarazzanti quando si stanno facendo gli scatoloni. Sopratutto se siè mosso mezzo mondo per avere degli aiuti e te li ritrovi tutti lìdavanti mentre apri il Cassetto Delle Delizie. Dove la metti la paperella per essere certa che non te lo sgami nessuno? Poi la libreria.Adesso ho la libreria in soggiorno. Che poi (vabbhè) sarebbe anche lacucina e sarebbe anche affianco alla porta del bagno. Ecco, lalibreria è lì e io mi sento nuda.
Tutti possono vedere che generedi minchiate leggo. Si va da “I monologhi della vagina” a JaneAusten. Da Baricco a Benni, dal libro “Perché mentiamo con gliocchi e ci vergogniamo con i piedi?” a “Vita Prada”. Da JaneEyre a “Web Analytics Demystified”. Insomma, trovare un filologico è impresa ardua e poi sapete un po' com'è il mio rapportocon gli scrittori...
Infine ecco, arrival'ultimo passaggio di un trasloco.
Si chiama I K E A.
E' inevitabile. Seuno trasloca deve andare all'Ikea, è scritto nel dna umano che deve andare così.La prima gita l'hogià fatta, martedì scorso, dopo il lavoro. Ci sono andata conl'amicollega perchè si sa, andare all'Ikea con uomo può essere micidiale, scatenare istinti omicidi, pulsioni irrefrenabili (ditemi comereagite voi al reparto candele, so che c'è gente che di fronte aquell'immensa distesa di INUTILI candele sta male. Le vogliono tutte:moccoli, reggimoccoli, mezzimoccoli, vassoi, ceri... io invece provo una sensazione di pace interiore solo nel reparto CONTENITORI). Eravamo dopo il lavoro quindi ogni quarto d'ora la voce mi ricordavaquanti minuti mi restavano per completare il mio giro. Mi sentivocome in un gioco a premi, sentivo il tic tac dell'orologio, ilcomitato, il pubblico da casa, la gente che tifava per me mentre ionei corridoi ululavo 'MA DOVE CAZZO E' IL REPARTO DELBAGNOOOOOOOOO?'. E poi quella sensazione di vittoria che ti assaledopo che anche alla cassa ti sei fatta lo scontrino da sola e haiassaporato quel senso di onnipotenza delle cassiere quando sentono ilBIP dello scanner. Infine l'infilare tutto in macchina, come se fosseun tetris, una cassettiera da 15 kg, uno stendino, un asse da stiro,due mobiletti per il bagno, vasi, vasini, vasetti, ciotole, piumoni elenzuola nuove. Tutto, tranne ildivano.
Ecco, io domani torno all'IKEA e se dio vorràio AVRO' UN DIVANO.
Io non ho un divanodal 2006, da quando vivo a Milano. Nella prima casa il soggiornomanco c'era, in quella che ho lasciato c'era ma non veniva mai usatoperché non c'era la tv, il divano era coperto di peli di Bijou (cheera il gatto, non il mio coinquilino). Insomma, io quando vado nellecase degli altri la prima cosa che guardo è il divano.
Io amo ildivano.
Zitella <3 Divano
Il mio ex ha undivano che di fatto era più una distesa di cuscini, potevo starcisdraiata quasi due volte. La mia amica ha undivano enorme, di quelli che come ti appoggi ti addormenti.L'amicollega didivani ne ha tre, per cui quando sono lì non so mai quale scegliere.Ad oggi, se volessiguardare la tv dovrei sedermi sulle scale. No dico, mi ci vedete apassare la serata seduta su dei gradini?
Quindi diodell'Ikea, grazie che da domani io AVRO' UN DIVANO.
E sì, alla fine posso dire di aver affrontato tutto questo solo per quello.