Enza è una donna speciale. E lo è per davvero. E’ autentica, verace, straordinariamente simpatica.
Lei è una professoressa formidabile. Alle mille battute in dialetto, alterna intense lezioni di vita che scaturiscono nei suoi alunni meraviglia e stupore, gratitudine e apprensione, gioia e commozione.
Enza è anche moglie, mamma e, soprattutto, donna.
Una donna forte e fragile, sempre sorridente e di buonumore.
Alle critiche (ingiuste e infondate, di colleghe – forse – invidiose) risponde col suo sorriso migliore, camminando con la schiena dritta e a testa alta, perché nessuno meglio di lei sa cosa significhi stare tra i banchi, in mezzo ai suoi alunni, vicino alla sua gente.
Perché se è vero che gli alunni sono solo alunni, è anche vero che chi insegna diventa un punto di riferimento, un esempio, un amico, un genitore.
Ci passi il tempo con loro, i migliori anni della tua vita. Il loro insegnamento è tale da spronarti a fare sempre meglio, a ricordarti che ci sono delle cose nella vita che vanno imparate. Sui libri e sulla propria pelle.
Ecco, “sulla propria pelle”. Enza spinge i suoi alunni a non essere dei “deboli”, ma li invita a mangiarsi il mondo, perché questo, è un mondo crudo, duro e crudele. E se non cacci fuori un minimo di carattere, gli “squali” della società ti attaccheranno sempre. E comunque. Ed imparerai proprio sulla tua pelle che gli errori non vanno ripetuti.
I punti di forza di Enza sono tanti.
Quello che spicca di più è la totale devozione nei confronti dei suoi “ragazzi”, non semplici alunni. Ad essi, la signora di San Giorgio (Calabria), impartisce speciali “Lezioni di Vita”, che vanno Oltre la lavagna, oltre la cattedra, oltre il ruolo di professoressa.
Quelle “Lezioni di vita” restano nei cuori, nelle menti e nelle anime di chi le accoglie, di chi decide di farne buon uso e tesoro.
Vere e proprie perle di saggezza, dirette e cariche di energia, capaci di entrarti dentro e di farti capire tutto ciò che è la vita.
In ogni cosa che fa, non ci mette solo il cuore. Ci mette anima, corpo, fegato, reni. E tutta se stessa, fino ad arrivare ad essere la professoressa più amata; quella simpaticona che ti fa morir dal ridere e te ne canta quattro se non fai ciò che ti dice, quella donna elegantissima che tra tailleur e i gioielli fatti a mano da sua figlia ti spiazza e ti incanta, ti regala un altro, bellissimo, sorriso e ti colora la giornata.
E che ti insegni (bene!) la Letteratura italiana o la Prima Guerra Mondiale, le sue ore vorresti non passassero mai, tanto belle, leggere e rilassanti.
E che urli o imprechi nella sua (strana!) lingua, vorresti che lo faccia ancora perché è tutto uno show, un momento comico per farci due risate, per ridere di gusto e a crepapelle. Uno spasso, insomma.
Sempre in prima linea tra cartelloni, manifestazioni e “Incontro con l’Autore”, ti costringe a partecipare e ti fa amare ciò che ti porta a fare. Si butta a capofitto in ciò che fa e vuole farlo bene. Sempre meglio. E ci riesce tutte le volte. Ricevendo complimenti dai più grandi scrittori e/o giornalisti (grazie ai suoi interventi) e dai suoi ragazzi, dai suoi colleghi.
Un mito, un personaggio, un fenomeno.
Non riesco a trovare aggettivi più giusti, perché lei questa è. Una professoressa superlativa. Sta in capo a tutto e a tutti.
Una donna che nella vita ha studiato tanto e si ritrova ad avere il posto che si merita.
Una moglie fedele che, col marito (anch’esso professore, ma in pensione!), formano una coppia bellissima e divertente, alla Sandra e Raimondo.
Una mamma speciale, per i suoi figli, che la adorano e che rappresenta per loro un porto sicuro.
LA professoressa. LA più grande. LA nostra amica.
PS: Enza è stata mia professoressa di Italiano e Storia per 5 anni.
Mi ha visto crescere, cambiare, piangere e sorridere.
E’ stata lei la prima a credere in me. In tutto.
Voglio dirle GRAZIE DI TUTTO.
E voglio augurare a tutti i ragazzi che stanno leggendo questo articolo di trovare nella propria vita una persona così. Professoressa, educatrice, consigliera, amica.
Una volta trovata, sarà molto più bello andare a scuola e affrontare le ore di lezione.
Perché un sorriso sincero misto ad un’alta qualità di insegnamento è il massimo che si può ricevere, per andare “OLTRE LA LAVAGNA, TRA SORRISI E LEZIONI DI VITA”.