Ieri è stata una di quelle mattine. Dall’aprire gli occhi al mettersi il giacchetto per uscire.Dopo aver consumato tutta la pazienza tra la sua camerina e il bagno, prima di uscire è arrivata l’ennesima sfida di mia figlia con il suo “no” al momento di mettersi il giacchetto. Di fuori mi aspettava una giornata di pioggia quasi torrenziale. Così ho preso tempo e le ho detto “Intanto mi metto il mio”.Come uno dei lampi del temporale che ci aspettava fuori, d’improvviso ho iniziato a inventarle una storia.“Lo sai che una volta un bambino che si è messo il cappotto ha perso una mano dentro?” E mentre infilavo la manica il mio cappotto le facevo vedere che la mia mano usciva. “I genitori cercavano e cercavano ma non riuscivano a trovarla. Né dentro il taschino, né caduta per terra.”Lei ha iniziato a sorridere. “Vediamo se riesci a metterti il giacchetto senza perdere le tue mani perché dobbiamo andare all’asilo e ti serviranno tutte e due.”Così ha preso il suo giacchetto e l’ha indossato, quasi divertendosi, senza fare capricci.Abbiamo trovato anche il nome, rigorosamente in rima… Adriano, il bambino che aveva perso la mano.Chissà forse la mia fantasia è ancora allenata dalle letture di Gianni Rodari di tanti anni fa.
Storielle per andare all’asilo: il bambino che ha perso la mano nel cappotto.
Da Babbonline @babbonlineIeri è stata una di quelle mattine. Dall’aprire gli occhi al mettersi il giacchetto per uscire.Dopo aver consumato tutta la pazienza tra la sua camerina e il bagno, prima di uscire è arrivata l’ennesima sfida di mia figlia con il suo “no” al momento di mettersi il giacchetto. Di fuori mi aspettava una giornata di pioggia quasi torrenziale. Così ho preso tempo e le ho detto “Intanto mi metto il mio”.Come uno dei lampi del temporale che ci aspettava fuori, d’improvviso ho iniziato a inventarle una storia.“Lo sai che una volta un bambino che si è messo il cappotto ha perso una mano dentro?” E mentre infilavo la manica il mio cappotto le facevo vedere che la mia mano usciva. “I genitori cercavano e cercavano ma non riuscivano a trovarla. Né dentro il taschino, né caduta per terra.”Lei ha iniziato a sorridere. “Vediamo se riesci a metterti il giacchetto senza perdere le tue mani perché dobbiamo andare all’asilo e ti serviranno tutte e due.”Così ha preso il suo giacchetto e l’ha indossato, quasi divertendosi, senza fare capricci.Abbiamo trovato anche il nome, rigorosamente in rima… Adriano, il bambino che aveva perso la mano.Chissà forse la mia fantasia è ancora allenata dalle letture di Gianni Rodari di tanti anni fa.
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