Camminiamo su questo.
Loro sono maiali stravaccati, con le pance gonfie di birra e scoperte, gli striminziti maglioni di poliestere non ce la fanno a contenerle. Seduti su casse di plastica. Grasse risate si sentono.
Il tono dello loro voci è insostenibile.
Abbaiano parole piene di boria. Si danno pacche sulle spalle. Hanno fatto i compiti, hanno dato la buona notizia alle moglie, per chi ancora ne ha una. Bevono, ridono e pensano a cosa comprare ai figli. Comprano cazzate con i loro soldi non puliti, con soldi facili. La porta sbatte, entra la canna di un fucile nero e lucido. La mano che lo regge è scura - le unghie lunghe ma pulite -, porta un anello d'oro. L'anello spara e colpisce uno al collo. Spara e colpisce un altro al petto. In faccia, alla schiena. Corpi come gruviere. Di me non si è accorto, io sono nascosto. Ora cammino anche sul sangue.
(Giorgina D'Amato)
Amici, non vi scantate
MARIO PRESTIFILIPPO
La strage di piazza Scaffa (17-10-1984 ore 22:00) fu voluta dalla cosca di corso dei Mille - così racconta il killer pentito Sinibaldo Figlia, secondo Giuseppe Marchese il mandante fu Totò Riina. Figlia c'era quel giorno. Ad armare lui e Mario Prestifilippo era stato Filippo Quartararo, a completare il gruppo di fuoco c'erano Pietro Senapa e Salvatore Di Salvo. Nella stalla di cortile Macello ci andarono di notte. Figlia disse "Non vi scantate, amici, non vi scantate" ma Prestifilippo cominciò a sparare, una pioggia.Questi che furono ammazzati trafficavano con i cavalli, e con la droga (ne erano scomparsi trenta chili e facevano finta di niente). Il giorno della strage erano arrivati nella stalla di cortile Macello sedici cavalli dalla Puglia, erano destinati ad essere macellati e venduti nella carnezzeria di Ballarò. Secondo la moglie di Cosimo, Pietra Lo Verso, il mandante della strage era il commerciante catanese Fisichella che, a suo dire, non aveva gradito lo sgarbo per cui il marito aveva preferito farsi fornire da un allevatore pugliese. Fisichella fu dichiarato innocente sia in primo che in secondo grado.A distanza di anni, dopo le confessioni di Marchese, si è scoperto il motivo per cui la strage di piazza Scaffa fu di così grande portata (otto morti). Pino Greco 'u scarpuzzedda stava crescendo troppo nell'organigramma di Cosa Nostra e questo a Riina non faceva piacere; era strategia del capo quello di eliminare i suoi uomini quando acquisivano un potere che a lui non era gradito. La strage di piazza Scaffa fu un avviso: quella zona era di competenza di Pino Greco, realizzare un omicidio lì era un segno di discredito nei suoi confronti.
I morti:MARIO PRESTIFILIPPO
(Giorgio D'Amato)
Dalla requisitoria del procuratore aggiunto Vittorio Teresi
Riaperto il caso dell'omicidio del primario Bosio; si tratta di un caso complesso, la prova più schiacciante viene da una perizia balistica , l'arma utilizzata nell'omicidio di Bosio sarebbe la stessa utilizzata da Nino Madonia nell'esecuzione dei due meccanici a Passo del Rigano Francesco Chiazzese e Giuseppe Dominici.
Bosio risultava "un chirurgo innamorato del suo lavoro (..), si opponeva al malaffare, all'epoca dilagante, all'interno dell'ospedale Civico".
Dalle parole di Teresi si desume che Bosio era contrario agli ordini imposti dal direttore sanitario Lima .
Il motivo del omicidio viene sviato da una prima ipotesi , Bosio che operò correttamente Pietro Fascella, salvandolo da morte certa, in Cosa Nostra veniva accusato di avere reso Fascetta zoppo. Il vero motivo invece era l'atteggiamento intransigente che il primario aveva nei confronti dell'ex stalliere di Arcore Vittorio Mangano che si rifiutò di curare. Vito Ciancimino confermò questa ipotesi in quanto confidò a Silvia Bosio, figlia del primario, che il padre fu assassinato per aver commesso "uno sgarbo a un mio amico".
Mattia Sicilia