Strage Gallura, nuovo accusato: portato in caserma amico di famiglia

Creato il 19 maggio 2014 da Nicola933

L’uomo è stato portato in caserma per essere interrogato dagli inquirenti. Al momento non sono presi in considerazione provvedimenti di fermo.

I Carabinieri hanno iniziato l’interrogatorio questa notte. Sono state sentite varie persone, ma si sono concentrati soprattutto so una persona: un amico della famiglia Azzena. Al momento però i militari escludono che ci siano a breve provvedimenti di fermo per il triplice omicidio

L’amico di famiglia è un artigiano del posto, i sospetti verso di lui, sarebbero partiti dalle sue dichiarazioni sul delitto, che non avrebbero convinto gli inquirenti, in quanto ci sarebbero discrepanze nella sua testimonianza. Ai fini delle indagini, gli investigatori hanno anche sequestrato le immagini riprese dalle telecamere del bar vicino alla casa e al negozio degli Azzena, assassinati sabato pomeriggio. I corpi di Giovanni Maria, 50 anni, della moglie Giulia Zanzani, 48, e del piccolo Pietro, 12, saranno sottoposti all’autopsia nelle prossime ore. L’Istituto di patologia forense di Sassari sono il luogo scelto per gli esami, che saranno effettuati dal medico legale Salvatore Lorenzoni e si protrarranno per l’intera giornata. Grazie ai video sono state individuate alcune persone che potrebbero essere coinvolte. Dalle immagini si notano tre uomini ben vestiti, come scrive L’Unione Sarda. Mentre uno di loro è rimasto sulla strada, gli altri due sono entrati nell’abitazione della famiglia Azzena dove marito e moglie sono stati prima picchiati e poi uccisi. Sul bambino, a primo esame, non risulterebbero segni di ecchimosi ma solo di strangolamento. Quindi da un primo accertamento si sostiene che il bambino non abbia neanche provato a difendersi o a divincolarsi Le immagini mostrano un uomo uscire da casa ed entrare nel negozio, presumibilmente con le chiavi prese al proprietario, e poi tornare indietro con una busta, forse del materiale o documenti. Quella stessa sera, poco lontano dall’abitazione degli Azzena si era tenuto un evento, durante il quale, alcuni presenti, raccontano che a un certo punto è stato chiesto loro di spegnere la musica perché lì accanto erano state uccise tre persone. Si pensa,dunque, che i killer si siano mescolati agli invitati, confondendosi tra la folla. Il bambino era atteso alla scuola di calcio locale, Civitas, nel pomeriggio, alle 15,30, ma non ci è mai arrivato. Per questo, secondo gli inquirenti, il delitto dovrebbe essere avvenuto prima di quell’ora. Gli inquirenti in queste ore stanno cercando si ricostruire le ultime ore della famiglia, le indagini sono ripartite dal momento della scoperta dei corpi, quando la sorella della donna, Antonella, entrando in casa, con un copione delle chiavi, li ha visti esanimi a terra. Si rafforza intanto l’ipotesi che i responsabili possano aver spostato i corpi, ripulendo dal sangue la scena del delitto, visto che i carabinieri avrebbero trovato la casa in perfetto ordine. Non sono stati trovati neanche segni di scasso e ciò indica che gli Azzena potrebbero aver aperto a chi poi li ha uccisi. E’ possibile che i colpevoli del delitto abbiano tenuto in ostaggio la famiglia, forse per chiedere denaro, e poi qualcosa sia andato storto, e la tragedia è stata inevitabile.


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