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Strage in Alta Savoia: quali potrebbero essere i retroscena?

Creato il 13 settembre 2012 da Straker

Sit eis terra levis.
La cronaca
6 settembre 2012. Un ingegnere aerospaziale, Saad Al-Hilli, la moglie e la di lei madre sono assassinati, mentre trascorrono un periodo di villeggiatura sul lago di Annecy, nel sud-est della Francia (Alta Savoia). La macabra scoperta è compiuta dalla polizia locale che trova come superstite una bimba di quattro anni, circa otto ore (!) dopo la scoperta della strage riguardante la sua famiglia. “La piccola - dichiara il procuratore Eric Maillaud - è rimasta tutto il tempo immobile sotto i corpi senza vita delle due donne. È stata ritrovata solo quando abbiamo avuto accesso alla scena del crimine”. Sopravvive, pur gravemente ferita, anche l’altra figlia della coppia, una bimba di otto anni.
La famiglia è trucidata con diversi colpi d’arma da fuoco presumibilmente da due sicari che eliminano pure un ciclista, probabile testimone della carneficina. Sul luogo dell'eccidio i gendarmi rinvengono venticinque bossoli di una o più armi automatiche.
Strage in Alta Savoia: quali potrebbero essere i retroscena?Le piste investigative
E’ un triplice omicidio che turba la tranquillità dell’Alta Savoia. Di primo acchito si comprende che la strage, perpetrata con gelida ferocia, nasconde qualcosa di inconfessabile. Il modus operandi degli assassini e la professione dell’irakeno, naturalizzato britannico, sono indizi che inducono a seguire la pista del delitto legato ad operazioni dei servizi.
Chi era Saad Al-Hilli? Dopo il massacro della famiglia britannica di origine irakena a Chevaline, vicino al lago di Annecy, gli inquirenti sono alla ricerca delle tracce che li portino al movente. Al-Hilli, cinquant’anni, ingegnere, si era trasferito nel Regno Unito oltre vent’anni or sono. La moglie Iqbal, odontoiatra, aveva anche il passaporto svedese. La coppia, con le due figlie, viveva in un lussuoso quartiere alle porte di Londra. Ad una radio britannica un conoscente ha rivelato che Al-Hilli gli aveva confidato di sentirsi minacciato nell’àmbito del suo lavoro. Non sussisteva alcun problema, invece, dal punto di vista sociale e personale, come spiega un vicino di casa. E’ stata ventilata l’ipotesi che nell’efferato crimine sia coinvolto il fratello del tecnico per controversie inerenti ad un’eredità, ma è una supposizione che pare una copertura.
Scavando, si scopre che Al-Hilli si occupava di telecomunicazioni satellitari e civili e soprattutto di fotogrammetria aerea e studio degli aerosol atmosferici: sono due branche che hanno, giocoforza, attinenza con le attività di geoingegneria clandestina. L’ingegnere aerospaziale aveva forse scoperto, anche in modo del tutto involontario, delle verità scottanti o è stato vittima, insieme con la consorte e la suocera, di una guerra tra servizi che si contendono tecnologie segrete? Anche il ciclista forse non era solo un testimone: lavorava, infatti, in un impianto locale destinato alla produzione, trasformazione e commercializzazione di elementi reattivi come lo zirconio, l’afnio, il titanio, usati nell’industria nucleare ed aeronautica.
Sia come sia, è probabile che, come avviene nel caso degli omicidi rituali e degli eccidi di Stato, sarà creata una cortina fumogena atta ad impedire che si conosca la verità. La si potrà intuire, non certo apprendere dai media di regime.
N.B. Il presente articolo è stato redatto non solo per mezzo di notizie tratte dalla Rete, ma anche mediante investigazioni di collaboratori che cogliamo l'occasione per ringraziare.

 


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