Vincent Van Gogh, Notte stellata, 1889
Immaginate di vedermi: la sera, sempre più stanca, avvicinarmi alla tanto agognata ora della nanna (la mia).L'ordine dei fattori in casa nostra è più o meno il seguente:
ore 20.00: pappa della pupa, con più o meno strilli correlati;
ore 21.00: ritorno del babbo macellaio e disimpegno della Suster, che se non l'ha ancora fatto, finisce di preparare una cena per due non troppo impegnativa. A seguito consumazione del pasto serale con pupa annessa all'uno o all'altro genitore, o, se tutto va bene, beatamente lasciata libera a razzolare su terreni idonei al suo equilibrio precario;
ore 22.00 circa: nanna di pupa, che può occupare un lasso di tempo variabile dai 5 minuti alla mezz'ora.
Ma, come da regola matematica, cambiando l'ordine dei suddetti, il risultato rimane lo stesso.
Può sovente capitare che l'addormentamento si dimostri più impegnativo e lungo del previsto, che la mamma si dimostri più stanca e morta di sonno di quanto potesse lei stessa immaginare, e che le nenia che mormora alla bambina, mentre pieni di sonno ha gli occhi, si dimostri più efficace e soporifera di quanto lei stessa sia in grado di sopportare.
Quindi l'imbarazzante conseguenza: Suster si auto-addormenta sul divano in compagnia delle pupa che le ronfa sulla panza.
Oppure: Suster depone la pupa nell'apposita carrozzina, ma, colta da un desiderio irrefrenabile di materasso, dice a se stessa che, prima di uscire adalla camera, vuole assicurarsi che la pupa sia addormentata sul serio, e che quindi aspetterà due minuti comodamente adagiata sul letto per poter intervenire tempestivamente in caso di improvviso risveglio di lei. Ma come c'era da immaginarsi sarà risvegliata dal suo stesso russare due ore più tardi tutta infreddolita e rattrappita, si trascinerà fuori dalla camera con due occhi da tossica perchè non si è ancora tolta le lenti a contatto, le quali sono diventate un tutt'uno con i suoi globi oculari, passerà in cucina dove Hasuna si è perso nei meandri dei programmi tv in seconda serata, crollerà sull'unica sedia rimasta ancora libera, perchè sull'altra ronfa soddisfatto uno dei due gatti a scelta, rovescerà la testa all'indietro e riprenderà esattamente dal punto in cui l'aveva lasciato incompiuto il suo canto notturno, che ha ben poco a che vedere con quello dei pastori erranti d'Asia.
Com'è e come non è, 'sta povera sfigata riuscirà ancora, con enormi sforzi fisici e spirituali, a raccogliere le sue ultime energie, tirarsi sù dalla comodissima posizione assunta, constatare che la tv sta intanto trasmettendo servizi in lingua araba da parabolici canali del Brunei, e dirigersi nuovamente verso la camera da letto, dove finalmente giacerà, orba di tanto spiro, percossa e attonita, muta.
Forse perchè della fatal quiete tu sei limmago a me sì cara vieni o sera! Diman tristezza e noia recheran l'ore...
Così, tra reminescenze letterarie, scivola nell'oblio di dolci sonni, incredula del fatto che la garzoncella scherzosa stasera ancora non s'è mai destata del suo stato soave... Stagion lieta è cotesta! Che stanotte sia la notte buona?
Poi quando intorno è spenta ogni altra face, e tutto l'altro tace...
SPATATRASH PATATRACK BRAAAAMM!!!
Ommioddio, cos'è accaduto mai? Che fu? Ch'è stato?
Non so come mi ritrovo sull'attenti: ai miei piedi giace un casino senza pari.
La mensola venne giù.
E con lei l'intero microcosmo che ospitava.
Georges Braque, Natura morta con Le Jour, 1929
Qualcosa del genere, sì. Però peggio.Consolo l'inconsolabile pupa, raccolgo l'irraccoglibile bordello e faccio una stima dell'inestimabile danno.
Penso che il nostro stereo, orgoglio di Hasuna, sia deceduto nell'impatto con il pavimento.
Il mio pc, che trovavasi sulla scrivania sottostante la mensola, era invece per fortuna illeso (se no ora non starei scrivendo questo post).
Come se il danno non bastasse, aggiungiamoci la menata di Hasuna che arriva a letto, si infila sotto le coltri, e... aspetto: strano che non dica ancora niente.
E infatti:
- Lo sapevo che quella mensola non reggeva.
Taccio. Lo so dove vuole arrivare.
- Quella mensola è l'unica cosa che hai messo tu qui dentro.
Incalza. Ora la palla sta a me. Dialetticamente ho sempre la meglio: dopo tutto, gioco in casa. Ma stavolta mi scarseggiano gli argomenti.
- Non l'ho messa nemmeno io: avevo una panza di nove mesi all'epoca, come avrei potuto?
Bisbiglio in un sibilo per non svegliare di nuovo la creatura.
- Qualcuno l'avrà messa. Io di certo no: lo sapevo che questo muro di merda non reggeva.
- L'ha messa Totto (ndr: mio fratello).
- Ah, ecco. Perchè glie l'hai chiesto tu.
- Beh, se tu l'avresti fatto meglio, potevi metterla tu: te l'avrò chiesto dieci volte.
- Non è questo il discorso: non ero d'accordo con questa mensola! Non era il suo posto.
- Beh, allora trovane un altro per lo stereo.
- Tanto ormai è da buttare.
- E ora come farà Zorro a salire sul soppalco?
- Gatto di merda!
Ecco: quando non ha più voglia di discutere, deve insultare il mio gatto.
- Almeno lui è capace a saltare, Panzumen non ce la fa neppure.
- Scommetto che ora è stato lui a salirci sopra e a farla crollare!
- Beh, meglio ora, che non c'era sotto la pupa. Pensa se cascava domattina e sotto ci stava lei! Se fosse stato lui dovremmo essergli grati: Zorro ha salvato la pupa.
E ho vinto un'alta volta!
Così è andata: la nostra casa ci sta dando chiari segni di insofferenza e ci sta letteralmende crollando addosso.
Prima la strage i cucina, poi il letto, e adesso questo.
Che si sia animata e abbia deciso di muoverci un mobbing spietato?
Beh, staremo a vedere. Chi la dura la vince, dico io.
E noi non sapremmo dove altro andare.