Strage infinita

Da Perla

E’ inutile che tenti di fiaccare
con giustificazioni inutili e tardive
la stoltezza dei tuoi atti e le parole
atti ad assumere potere su di me.
Rassegnati al destino dell’astratto
ché oramai non sento la tua voce
un mormorio tra tanti, nella rete
che riunisce i fantasmi del passato.
Ora son io, uccisa dall’offesa
che tu recasti alla mia persona,
a far di te incudine indefessa
di quel che sei, di quel che sarai.
Sarai marchiato al fuoco dell’infamia,
distintivo che porterai addosso
come se fosse medaglia di viltà:
quello sarà il cinturone delle tue catene.
È poca cosa, la tua turpe nomea,
lo so, non me lo dire, lo so già
me lo ricordano quelle scarpe rosse 
posate sul cartello col mio nome:
Stefania Noce, di anni ventiquattro
uccisa perché donna, come troppe altre,
e con tutte in comune la sol colpa di amare
chi ha confuso amore con odio e potestà.


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