Ieri sera parlavo con un amico dell’arresto di Strauss-Khan, e ci siamo chiesti come fosse possibile che uno degli uomini più potenti del mondo, il presidente del fondo monetario internazionale e probabile candidato all’Eliseo, e quindi assolutamente fuori dall’anonimato, non avesse altro metodo per soddisfare le proprie voglie sessuali che quello di costringere una cameriera di 32 anni, a sottostare ai suoi impellenti bisogni, rischiando in modo così plateale di rovinarsi la carriera e perdere tutti i vantaggi della sua posizione. Sì, lo so, tutti i potenti (chi più chi meno) usano la loro condizione per sfogare i loro più bassi istinti e qui in Italia ne abbiamo un esempio fin troppo significativo, ma io mi domando e dico: se ti piace avere la “coperta” nel letto e, allo stesso tempo, temi un complotto, perché ti metti ad assalire la prima donna che ti entra in camera? La tua posizione e i tuoi soldi ti possono (purtroppo!!!) permettere ben altro! Attenzione: non sono solidale con Strauss-Khan, i suoi trascorsi denunciano chiaramente un’oggettificazione delle donne che non me lo rende sicuramente simpatico, tuttavia fa un certo effetto vedere un personaggio del genere ammanettato con le mani dietro la schiena e scortato da cinque agenti. Anche la storia in sé ha parecchie stranezze: la cameriera sarebbe entrata nella suite per sbaglio, credendo che fosse libera, per riassettarla (come succede in qualsiasi alberghetto di provincia ma non, suppongo, all’Hotel Sofitel di Times Square). Strauss-Kahn usciva invece dalla doccia e si è presentato nudo alla cameriera. Poi il tentativo, ma la cameriera è riuscita a liberarsi e a denunciare il fatto. All’arrivo della polizia l’uomo se n’era già andato. Più tardi ha telefonato all’albergo dicendo che aveva dimenticato il cellulare in camera. Quelli dell’albergo, d’accordo con la polizia, gli hanno chiesto dove si trovasse. Era all’aeroporto, da dove sarebbe partito per Parigi e poi per Berlino, dove doveva avere un incontro con la Merkel per discutere degli aiuti ai paesi europei in difficoltà. Quindi i poliziotti sono arrivati all’aeroporto con la cameriera che, sulla scaletta dell’aereo, come riferisce il NYT, lo ha indentificato per l’aggressore. Strauss-Kahn ha detto che non c’entra con la faccenda e si è reso disponibile per una perizia legale. Il processo durerà mesi, o anche di più se, come è già successo, la presunta vittima rifiuterà di comparirvi, ma intanto la sua carriera è stroncata. Può essere che questo vecchio sporcaccione sia effettivamente colpevole della cosa e tutte le conseguenze a cui andrà incontro saranno più che meritate, ma proprio per questo motivo tutto resta molto strano: -strano che uno degli uomini più potenti e importanti del mondo se ne stesse nella sua suite e chiunque potesse entrare nella sua camera, anche per sbaglio; -strane le modalità dell’arresto e del riconoscimento sulla scaletta; -strana l’esagerata risonanza mediatica che ha avuto la vicenda. Libération rivela un retroscena destinato ad alimentare la teoria del complotto dietro la "storia privata" di Strauss-Kahn. Il 28 aprile scorso, il direttore generale del Fondo monetario internazionale aveva incontrato alcuni giornalisti del quotidiano, ai quali aveva confessato come le donne fossero uno dei suoi punti deboli, oltre ai soldi e al fatto di essere ebreo. Non solo. Conversando con la stampa, Strauss-Khan aveva addirittura immaginato il complotto: "Una donna violentata in un parcheggio, alla quale promettono 500mila euro o un milione per inventare una storia del genere". "Sì, mi piacciono le donne, e allora? - aveva ammesso Strauss-Kahn nell'occasione - Da anni si parla di foto di ammucchiate giganti, ma non ho mai visto uscire niente. Che le tirino fuori!". Forse l’ipotesi di un complotto sarkosiano non è del tutto campata in aria, ma, come sempre, per tante cose che succedono, non sapremo mai la verità. Una cosa però è evidente: l’arresto con manette e poliziotti presente tutta la stampa (vedi video) è palesemente una sceneggiata. Non si arresta così il presidente del FMI, se non si è "autorizzati".
Ieri sera parlavo con un amico dell’arresto di Strauss-Khan, e ci siamo chiesti come fosse possibile che uno degli uomini più potenti del mondo, il presidente del fondo monetario internazionale e probabile candidato all’Eliseo, e quindi assolutamente fuori dall’anonimato, non avesse altro metodo per soddisfare le proprie voglie sessuali che quello di costringere una cameriera di 32 anni, a sottostare ai suoi impellenti bisogni, rischiando in modo così plateale di rovinarsi la carriera e perdere tutti i vantaggi della sua posizione. Sì, lo so, tutti i potenti (chi più chi meno) usano la loro condizione per sfogare i loro più bassi istinti e qui in Italia ne abbiamo un esempio fin troppo significativo, ma io mi domando e dico: se ti piace avere la “coperta” nel letto e, allo stesso tempo, temi un complotto, perché ti metti ad assalire la prima donna che ti entra in camera? La tua posizione e i tuoi soldi ti possono (purtroppo!!!) permettere ben altro! Attenzione: non sono solidale con Strauss-Khan, i suoi trascorsi denunciano chiaramente un’oggettificazione delle donne che non me lo rende sicuramente simpatico, tuttavia fa un certo effetto vedere un personaggio del genere ammanettato con le mani dietro la schiena e scortato da cinque agenti. Anche la storia in sé ha parecchie stranezze: la cameriera sarebbe entrata nella suite per sbaglio, credendo che fosse libera, per riassettarla (come succede in qualsiasi alberghetto di provincia ma non, suppongo, all’Hotel Sofitel di Times Square). Strauss-Kahn usciva invece dalla doccia e si è presentato nudo alla cameriera. Poi il tentativo, ma la cameriera è riuscita a liberarsi e a denunciare il fatto. All’arrivo della polizia l’uomo se n’era già andato. Più tardi ha telefonato all’albergo dicendo che aveva dimenticato il cellulare in camera. Quelli dell’albergo, d’accordo con la polizia, gli hanno chiesto dove si trovasse. Era all’aeroporto, da dove sarebbe partito per Parigi e poi per Berlino, dove doveva avere un incontro con la Merkel per discutere degli aiuti ai paesi europei in difficoltà. Quindi i poliziotti sono arrivati all’aeroporto con la cameriera che, sulla scaletta dell’aereo, come riferisce il NYT, lo ha indentificato per l’aggressore. Strauss-Kahn ha detto che non c’entra con la faccenda e si è reso disponibile per una perizia legale. Il processo durerà mesi, o anche di più se, come è già successo, la presunta vittima rifiuterà di comparirvi, ma intanto la sua carriera è stroncata. Può essere che questo vecchio sporcaccione sia effettivamente colpevole della cosa e tutte le conseguenze a cui andrà incontro saranno più che meritate, ma proprio per questo motivo tutto resta molto strano: -strano che uno degli uomini più potenti e importanti del mondo se ne stesse nella sua suite e chiunque potesse entrare nella sua camera, anche per sbaglio; -strane le modalità dell’arresto e del riconoscimento sulla scaletta; -strana l’esagerata risonanza mediatica che ha avuto la vicenda. Libération rivela un retroscena destinato ad alimentare la teoria del complotto dietro la "storia privata" di Strauss-Kahn. Il 28 aprile scorso, il direttore generale del Fondo monetario internazionale aveva incontrato alcuni giornalisti del quotidiano, ai quali aveva confessato come le donne fossero uno dei suoi punti deboli, oltre ai soldi e al fatto di essere ebreo. Non solo. Conversando con la stampa, Strauss-Khan aveva addirittura immaginato il complotto: "Una donna violentata in un parcheggio, alla quale promettono 500mila euro o un milione per inventare una storia del genere". "Sì, mi piacciono le donne, e allora? - aveva ammesso Strauss-Kahn nell'occasione - Da anni si parla di foto di ammucchiate giganti, ma non ho mai visto uscire niente. Che le tirino fuori!". Forse l’ipotesi di un complotto sarkosiano non è del tutto campata in aria, ma, come sempre, per tante cose che succedono, non sapremo mai la verità. Una cosa però è evidente: l’arresto con manette e poliziotti presente tutta la stampa (vedi video) è palesemente una sceneggiata. Non si arresta così il presidente del FMI, se non si è "autorizzati".
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