Strange circus

Creato il 03 novembre 2011 da Misterjamesford
Regia: Sion SonoOrigine: GiapponeAnno: 2005Durata: 108'
La trama (con parole mie): Taeko, una scrittrice di successo, lavora ad un nuovo romanzo legato alle vicende di Mitsuko e sua madre Sayuri, violate nel corpo e nello spirito dal padre/marito, padrone indiscusso della loro casa nonchè preside della scuola della ragazzina.I ruoli tra le due, in bilico tra sesso e morte, si ribaltano in una sarabanda di incubi e visioni che pare non avere fine, e coinvolge la stessa Taeko ed il suo assistente, l'enigmatico Yuji.Nel corso di un viaggio che dovrebbe favorire la conclusione dell'opera e la risoluzione della storia realtà e fantasie si mescolano sempre più a fondo, generando una serie di scontri sempre più cruenti e torbidi tra Taeko, Mitsuko, Yuji ed il padre padrone, nel pieno di un numero che pare preso dal più sconvolgente e terrificante dei circhi.

Direi che l'ideale, in questo caso, sia di partire deciso e diretto, il più chiaramente possibile, in giusta contrapposizione con lo spirito di questa pellicola: Sion Sono e il suo Strange circus mi hanno irritato così tanto da farmi rimanere in dubbio fino all'ultimo se rifilare loro le mie più sentite, sonore, pesantissime bottigliate o valutare questo film cercando di mantenere almeno parzialmente un certo composto equilibrio.Trovo, infatti, clamorosamente fastidioso - anzi, direi che è una cosa che mi fa proprio incazzare - che un regista dal talento visivo indubbio come questo insista e persista nel propinare una sequela di intricatissimi incubi e visioni soltanto per mostrare quanto borderline, alternativo e sconvolgente è in grado di essere il suo Cinema: da Kim Ki Duk a Kitano, da Park Chan Wook - escludendo il compiaciutissimo, pessimo Thirst - a Imamura, molti grandi autori asiatici, mostrando sensibilità ed approcci molto differenti da quelli europei, sono sempre riusciti a portare sugli schermi storie profonde ed appassionanti comunque guidate da senso logico, e senza la necessariamente sconvolgente scappatoia del "butto dentro tutto il possibile, tanto la (non) struttura della sceneggiatura mi permette di cambiare le carte in tavola a mio piacimento".
Troppo comodo, caro il mio Sion Sono, tirare il sasso e nascondere il braccio: ringrazia che il tuo talento regali passaggi come il breve ma intensissimo piano sequenza legato alla scoperta di Sayuri del rapporto tra sua figlia Mitsuko ed il suo stesso marito, che la fotografia divenga una sorta di prolungamento del senso - o non senso - del film stesso o che la protagonista Masumi Miyazaki tiri fuori dal cilindro un'interpretazione da urlo, perchè senza la meraviglia che indubbiamente riesci a produrre quando hai una macchina da presa per le mani, a quest'ora mi sarei divertito come un matto a smontare a gran colpi di bottiglia la tua esilissima sceneggiatura da finto alternativo, traboccante di quella voglia di strafare che non si sa mai quanto sia spontanea e quanto no che normalmente detesto nei presunti fenomeni che la settima arte ed i suoi più spocchiosi critici cercano di propinare spesso e volentieri al pubblico - ovviamente solo quello di nicchia, perchè loro selezionano sempre - come fossero una manna dal cielo.
Un vero peccato, dunque, che un concentrato di temi profondi e sconvolgenti come quello trattato, supportato da un'abbondanza d'immagine in grado di mescolare Videodrome, Lynch e la mancanza di limiti - legata a Chiesa e società - che difetta a noi del Vecchio Continente risulti inesorabilmente spocchioso ed incredibilmente lento: onestamente, neppure con il più statico dei Sokurov, dei Tarkovskij - che, per quanto possa ammirare, rappresentano in qualche modo il meglio della "monumentalità" cinematografica - o dei Valhalla rising - vero, Cannibale!? - sono riuscito a provare la fatica fisica che quest'opera di Sono mi è costata per portarla a termine.
Senza dubbio, una visione che incuriosisce a proposito del resto dell'opera di questo indubbio talento, ma che, di contro, non mi sentirei mai e poi mai di consigliare a qualcuno che non abbia raggiunto un certo livello di durezza nella sua scorza di spettatore incallito: Strange circus è un film da amare alla follia o odiare senza limiti, in grado di scavare nel profondo dello spettatore o apparire completamente vuoto nei suoi insistiti tentativi di mostrarsi a tutti i costi rivoluzionario.
Ammetto senza troppi patemi d'animo che l'unico brivido a percorrermi la schiena una volta terminata la visione sia stato quello del sollievo per essermela lasciata alle spalle.
E certo non per disagio o sconvolgimento.
MrFord
"I've been waiting here to be your guide
so come
reveal the secrets that you keep inside
step up!
No one leaves 'til the night is done
the amplifier starts to hum
the carnival has just begun."Kiss - "Psycho circus" -

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