Non da ieri, a dire il vero. Da un po’.
E’ che quando vivi in campagna, quando non ci sono pianerottoli da dividere, ma solo tornanti e si parte la mattina per tornare la sera dal lavoro, ecco in questi casi ci vuole più tempo ad accorgersene. Ci vuole che faccia caldo, ci vuole che la gente gironzoli e così anche il pettegolezzo.
Ed ecco che mi arriva voce che proprio un tornante più giù, nella casa da intonacare e così maledetta che non la riuscivano ad affittare nemmeno facendo i saldi (ma con un giardino che dire enorme è poco), sono arrivati i nuovi vicini.
Sì, sono loro, proprio quelli che parcheggiano la jeep scassata al centro del tornante che un giorno o l’altro gioco all’autoscontro.
E poi li ho visti.
Io lo so che dopo il nonno di Bear Grylls e la storia della macchina misteriosa non mi credete più, ma ve lo giuro: lui è tale e quale a Mauro Corona.
Lo so, lo so, lo so che non è lui. Lui più giù della pianura padana non ci verrebbe mai a vivere, e poi vivo in una zona troppo inurbata per lui, ma è tale e quale.
E insomma, una sera torno dal lavoro e chiamo Nevruz. Lui, schiavo di coccole e scatoletta, come (quasi) sempre arriva trotterellante e coccoloso. Poi si blocca. Una statua egizia. Poi si gonfia come un istrice e comincia a soffiare. Dalla strada vengon giù due strani tipi, una coppia, i nuovi vicini: Mauro Corona e la degna compare.
Si mettono a chiacchierare e scopro che hanno un gatto che li segue come fosse un cane, senza guinzaglio. Ed infatti eccolo lì, il piccino, che mi guarda con occhi quasi umani mentre Nevruz sputa veleno e sta decidendo di che morte farlo morire.
Mentre cerco di rendere innocuo il mio gatto mi fanno scoprire che:
1)Ai gatti non va dato nome, c’hanno già il loro ma noi non possiamo capirlo: è nella loro lingua gatta
2)Se il mio gatto è geloso è perché non è sereno.
Vabbè, grazie mille e arrivederci.
La sera dopo trovo lui che scende dalla strada trascinando un grosso tronco ed in compagnia di un grosso cane, credo un meticcio di pastore tedesco, completamente bianco. In questo caso è lui che non è sereno, perché mi ringhia come se non ci fosse un domani.
Il terzo giorno lui esce dal bosco con un mazzo di asparagi e un barboncino bianco.
Inoltre ho notato che in giardino hanno una barca tirata a secco e molteplici teste di animali in terracotta. No, non ho spiato, è che la siepe è così in punto di morte che non copre nulla.
E la macchina è sempre ferma lì.
…
…
Non sono pazza, lo giuro.
No sono nemmeno una stalker.
E’ che vorrei andare a suonargli il campanello, portargli i muffin e fare due chiacchiere.
Da buoni vicini.
E’ buon vicinato, non curiosità.
Non è per farmi gli affari loro.
E’ che vorrei sapere quanti cani hanno e come si addestra il gatto da passeggio.
E chiedergli che ci fanno con quelle teste di terracotta
Magari sono artisti.
O magari mi mettono a pezzi nel congelatore a pozzetto se non mi faccio gli affari miei, come giustamente fattomi notare dall’Amore mio.
Per ora li guardo dalla finestra.
Voi che fareste?