Straordinaria scoperta archeologica a Roma: Il Tevere divideva in due la città, scoperto un quartiere più grande di Pompei.

Creato il 17 aprile 2014 da Pierluigimontalbano
Ostia Antica segreta: era più grande di Pompei

La scoperta della Soprintendenza archeologica di Roma: una parte di Ostia Antica, fino ad oggi segreta, era più grande di Pompei. Recenti indagini archeologiche svelano, infatti, che l'area era molto più vasta di quanto ritenuto. La Soprintendenza parla di risultati eccezionali perché nel I secolo a.C, il Tevere non chiudeva la città a nord, ma la divideva in due parti.
Torri, magazzini, nuove mura di cinta e tracciati stradali finora sconosciuti. Ostia antica diventa ora una vera e propria città, e rivela tutta la sua grandezza, come nessuno l'aveva mai immaginata fino a oggi.
Per la prima volta, la sua pianta integrale scavalca le sponde del Tevere e arriva fino a Isola Sacra, nella zona settentrionale del fiume. Una scoperta archeologica eccezionale partita nel 2007, a pochi chilometri dall'aeroporto internazionale Leonardo da Vinci, quando una squadra di archeologi italiani e inglesi ha intrapreso indagini geofisiche nell'area che si estende fra gli antichi scali marittimi di Portus e di Ostia. Un impegno che ha visto lavorare insieme Angelo Pellegrino e Paola Germoni della soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma e i professori Simon Keay della University of Southampton-British school at roma e Martin Millett della university of cambridge che hanno diretto archeologi e geofisici nell'ambito del Portus project.
I risultati della ricerca sono stati presentati oggi a palazzo Massimo dalla soprintendente ai beni archeologici di roma, Mariarosaria Barbera, Paola Germoni, Simon Keay e dall'archeologo Fausto Zevi. "E' una sorpresa - ha detto Barbera - ma anche il risultato di una progettazione comune che ha trovato terreno fertile non solo con gli accordi con gli istituti stranieri, ma che affonda le sue radici nella politica di tutela degli anni sessanta. Il vincolo apposto nel '62 - ha specificato Barbera - ha consentito la conservazione e il successivo varo di questo progetto a cui la soprintendenza pensava da molto tempo. I risultati sono strepitosi e ci inducono a ben sperare nel futuro", anche se "non sara' più sotto forma di campagne di scavi, che non ci possiamo più permettere, ma sarà con scavi mirati sulla base dei risultati della ricerca geofisica".
I resti dell’antica Ostia si inseriscono in un contesto geografico e territoriale molto diverso da quello antico: infatti in età romana il Tevere costeggiava il lato settentrionale dell’abitato, mentre ora ne tocca solo in minima parte un tratto del settore occidentale, essendo stato il suo letto trascinato a valle da una rovinosa e famosa alluvione, nel 1557; inoltre la linea di costa, in origine vicina alla città, risulta attualmente distante di circa 4 km, per l’avanzata della terraferma dovuta ai detriti lasciati dal fiume negli ultimi 2.000 anni. Ostia era quindi una città sorta, con un suo porto fluviale, sul mare e sul fiume, e questa sua particolare posizione ne determinò l’importanza attraverso i secoli sotto il profilo strategico-militare e sotto quello economico.
Un’antica tradizione ne attribuiva la fondazione al quarto re di Roma, Anco Marzio, intorno al 620 a.C., per lo sfruttamento delle saline alla foce del Tevere (da cui il nome Ostia, da ostium = imboccatura). Comunque, i resti più antichi sono rappresentati da un fortilizio (castrum) in blocchi di tufo costruito dai coloni romani nella seconda metà del IV a.C., con scopi esclusivamente militari, per il controllo della foce del Tevere e della costa laziale. Successivamente, soprattutto dopo il II a.C., (quando Roma aveva ormai il predominio su tutto il Mediterraneo), cominciò a venir meno la funzione militare della città, destinata a diventare in poco tempo il principale emporio commerciale della capitale.
Fonte: http://roma.repubblica.it/

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