Straordinario evento in Ogliastra: archeologia sperimentale per realizzare un bronzetto.

Creato il 07 agosto 2014 da Pierluigimontalbano
 Santa Maria Navarrese ospita i maestri della fusione a cera persa per uno spettacolo in piazza.

Oggi, 7 Agosto 2014, a partire dalle ore 20.30, in Piazza Principessa di Navarra, a Santa Maria Navarrese, l’Associazione “Sulle tracce di Dan” realizzerà una dimostrazione di archeologia sperimentale producendo un bronzetto nuragico con la tecnica della fusione a cera persa. Lo spettacolo sarà arricchito da una relazione del prof. Pierluigi Montalbano che illustrerà le varie fasi del procedimento metallurgico e racconterà la storia dei metalli in Sardegna.I giorni scorsi la manifestazione è stata apprezzata a Talana e Jerzu, con un caloroso appoggio di pubblico. Vedere all’opera i maestri artigiani del bronzo adoperando strumenti di 3000 anni fa, per realizzare gioielli oggi esposti nelle vetrine dei musei di tutto il mondo, è un avvenimento imperdibile. Si raccomanda la massima partecipazione con macchine fotografiche nel momento di colata del bronzo fuso dal crogiolo allo stampo, un istante di alchimia che vede il fuoco protagonista principale.L’archeologia sperimentale non pretende di dimostrare alcunché, ma fornisce uno strumento attraverso il quale è possibile valutare nel loro sviluppo e significato alcune delle attività economiche fondamentali dell'uomo antico, in primo luogo la sussistenza e la tecnologia. Consente, inoltre, di sottoporre a ulteriore verifica ipotesi e modelli, tanto nel campo della tecnologia produttiva che in quello dei processi formativi.
Storia della metallurgiadi Pierluigi Montalbano 
Per ciò che riguarda i metalli, rispetto alla lavorazione della pietra, già in uso da quasi 2 milioni di anni, l’invenzione e l’acquisizione delle tecniche metallurgiche condussero a un nuovo rapporto tra la materia prima e l’uomo. Prima dell’invenzione delle tecniche fusorie, in alcune regioni asiatiche, è documentato l’uso di metalli allo stato nativo (in particolare oro, rame, argento e ferro meteorico) che venivano lavorati a freddo, soprattutto a martellatura, per ottenere piccoli utensili o oggetti d’ornamento come ami o spilloni. Questo tipo di produzione è noto in Persia e nel Vicino Oriente fin dal VII millennio a.C.La metallurgia più antica è quella del rame, attestata dalla metà del IX millennio a.C. nella regione fra Anatolia e Afghanistan. Il bronzo è una lega di rame e stagno (in rapporto di 9:1) che offre numerosi vantaggi per quanto riguarda sia la lavorazione sia le qualità del prodotto finito. E’ stato osservato che anche agli inizi si adoperava rame contenente un’alta percentuale di arsenico come impurità naturale, più facile da lavorare e più resistente.I più antichi processi erano semplici e si praticavano in rudimentali forni fusori a carbone di legna, con ventilazione fornita da un mantice. Il metallo ottenuto contenevaimpurità naturali, soprattutto perché le forme di fusione erano aperte. Più tardi le matrici bivalvi divennero la regola e alcuni casi di adozione della tecnica della cera persa, che utilizza una forma di fusione chiusa, sono documentati in figurine di animali di rame, oro e argento trovate nelle tombe reali di Alaca Hoyuk, in Turchia, datate verso la fine del III millennio a.C.Dalle culture mesopotamiche del V millennio a C., la metallurgia fu acquisita in Egitto, dove era già largamente praticata intorno al 3000 a.C., e nelle culture del Mar Egeo. In Grecia, nella fase iniziale dell’Elladico Antico (3300-2900 a.C.), esistono testimonianze a Lerna e nel Peloponneso di un’industria metallurgica fiorente. In Europa i centri più importanti della lavorazione del metallo si collocano già nel 3000 a.C. nelle regioni ricche di giacimenti minerari, ad esempio la Transilvania e la Penisola Iberica. L’adozione su larga scala della metallurgia del ferro si verifica più recentemente, anche se questo metallo era già noto da tempo. Con ogni probabilità, il bronzo fu così a lungo preferito perché la lavorazione del ferro è più difficile a causa del suo più elevato punto di fusione rispetto al rame e alle sue leghe. Non potendo modellarlo per mezzo di forme di fusione, gli artigiani del XII secolo a.C. lo forgiavano e tempravano per ottenere quel grado di resistenza che rende armi e strumenti di ferro molto più efficienti di quelli di bronzo.In quel periodo, la metallurgia del ferro era praticata dagli Ittiti e, dall’XI a.C. in Grecia, con armi e strumenti che sostituiscono quasi del tutto quelli di bronzo. In Sardegna il ferro non conosce una vera e propria diffusione prima del IX a.C., ma rapidamente la nuova tecnica metallurgica conquistò le varie regioni europee, probabilmente proprio grazie all’influenza dei sardi e degli etruschi.



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