Strategie di marketing editoriale (?)

Da Lepaginestrappate @paginestrappate

C’è questa casa editrice presso cui ho acquistato vari volumi. Molti testi universitari scientifici decisamente costosi, una collana di testi filosofici che va nell’ordine delle centinaia di euro, qualche saggio di tanto in tanto.

Ora, dire che siamo fedeli clienti mi sembra troppo, dato che la mia famiglia ha fatto questi acquisti nell’arco di più di una decina d’anni.

Eppure qualche mese fa, ci chiamano a casa. Il numero ce l’hanno, pensiamo, per la volta che abbiamo ordinato uno dei nuovi volumi filosofici.

Ci dicono che vogliono premiare i loro clienti fedeli con un Libro Speciale. Un’edizione rilegata oro bordata rosso velluto di non so manco cosa.

“Ah ok. Grazie.”

Ma la facciamo semplice, noi.

“Dovrebbe dirci quando possiamo trovarla a casa così possiamo consegnargliela.” Dice la signorina.

A CASA?

Facciamo subito marcia indietro.

QUESTI CI VOGLIONO VENDERE QUALCOSA *allarme rosso*.

“Ma, guardi. Sono molto impegnato. Ce la spedisca per posta. Ma senta, fa anche lo stesso, non ci interessa, siamo pieni di libri e-”

“No, per posta non possiamo, sono volumi pregiati, mi dica quando trovarla…”

Il fatto è che con chiunque altro – solo ieri sono arrivate quattro telefonate pubblicitarie  (e tutte le richieste di togliere da elenchi ecc non sono mai mai mai mai mai funzionate…) – avremmo riattaccato nel giro di un quarto di secondo.

Ma questa casa editrice è storica, insomma, è bella, e… non ce la facciamo.

Cerchiamo una scappatoia: diciamo che non siamo interessati al volume, ma se proprio proprio vogliono darcelo, di passare il giorno successivo che se siamo in casa bene, se non ci siamo possono metterlo nella cassetta della posta o tenerselo loro e amen.

Il giorno successivo, ovviamente, non c’è nessuno in casa. O meglio, c’è mia sorella, che non si sogna nemmeno di aprire.

Suonano una quindicina di volte in modo insistente. Si sa mai che uno stava facendo la cacca, e poi la doccia, e poi era nudo, e poi si stava impiccando in salotto. Quindici volte, così non ci si sbaglia. Nel frattempo il mio cane impazzisce, o diventa sordo.

Da quel giorno in poi, la casa editrice in questione chiama

TUTTI
I
GIORNI

Il tono educato iniziale diviene sempre più insistente e cafone. “Guardi, non ci interessa.” Dico io. E loro rispondono con la frase che fa sempre incazzare mio padre: “Con lei non vogliamo parlare, noi cerchiamo suo padre, ci dica quando trovarlo.”

Chiamano a ore pasti.

Arrivano a ripetere sempre più scocciati (!!!) che si rifiutano di discutere l’offerta con me, perché non sono la diretta interessata.

Finalmente, un giorno mio padre riesce a convincerli di smetterla di romperci le palle, che il libro aggratis non ci interessa. Sì, oggi sembra difficile pure rifiutare un omaggio.

E passano i mesi.

La scorsa settimana, al Salone, ho visto il loro stand e ho circumnavigato la zona. Una cosa è certa: nei prossimi dieci anni eviterò acquisti…

MA…

Ora, adesso, appena tornata a casa, PROPRIO MENTRE stavo scolando la pasta, suona il telefono.

“Buongiorno, sono della casa editrica XY-”

“NON CI INTERESSA, GRAZIE.”

“Ma… volevamo proporle un omaggio per i nostri clienti affezionati. Lei chi è, scusi? Perché noi vogliamo parlare della cosa solo col Signor TizioCaio, è lui il diretto interessato.”

to be continued…?



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