Stratford-Upon-Avon & The Cotswolds

Creato il 26 novembre 2013 da Juana Romandini @drawy82

Al prossimo che mi chiedera’ per quale motivo insisto col dire che Manchester e’ popolata da animali allo stato brado, io raccontero’ della mia gita nei Cotswold. Raccontero’ della coppia di trentenni che ha passato le 16 ore di viaggio totali a condividere i propri gas, rutti e atti osceni in luogo semi-pubblico con noi, compagni di gita. Raccontero’ della coppia di silhouette che si e’ sparata una doppia razione di full English leccandosi tutte le dita… in una sala colazioni zeppa di gente in giacca e cravatta.

E poi mi fermero’ li’, perche’ tolte queste perle, che continuano a farmi chiedere dove diavolo hanno nascosto quella maledetta telecamera, perche’ dobbiamo essere finiti tutti in un episodio di You’ve been framed!, restano i Cotswold e il Sud dell’Inghilterra, di cui badoro ogni singolo angolo. Ne adoro i paesaggi, ne adoro l’ordine delle case, delle vie, dei muretti in arenaria che dividono i giardini, della dolcezza delle colline, cosi’ basse se paragonate a quelle dello Yorkshire o del Peak District qui vicino. Parlero’ della gente, del loro accento che e’ acqua santa per le mie orecchie duramente provate dal rimestare gutturale di Manchester. Parlero’ di quell’atmosfera natalizia che ho respirato nelle strade, l’aria del cheminchiadicimancaunmese, perche’  i negozi eruttavano gia’ Rudolph the Rednose Reindeer dalle casse – il 17 Novembre.

Il clima e’ stato clemente. Per essere Inghilterra a Novembre, direi che e’ stato ottimo. Un bellissimo pantone grigio chiaro. Uniforme. Con quello spruzzo di foschia sospesa ad altezza uomo, quel tanto che basta a far bestemmiare l’obiettivo per mettere a fuoco ogni minchiata tu decida di immortalare. Percio’ decidi che opterai per lo piu’ per un poetico bianco & nero.

Bourton On The Water

E mentre scatti respirerai il profumo di umidita’ e foglie morte e muschio che si insinua su per le narici, stordendoti. Sentirai il fracasso infernale delle papere, a cui gelano le chiappe piumate appena toccano l’acqua, e gli schiamazzi dei bambini subito ripresi dai genitori e dai nonni. Perche’ si’, anche gli inglesi conoscono il significato della parola “famiglia”, quando non vivono nella metropoli e sono piu’ interessati al benessere della prole che ai sussidi, per ottenere i quali procreano come conigli…

Bourton on the Water, vista del Museum of Transports

Il Museo dei Trasporti, caldamente raccomandato da quel comico che abbiamo avuto come autista, un arzillo cinquantenne del Cheshire – chiuso per restauri fino a Febbraio.

Villaggi in cui i pub si contano sulle dita di una mano sola, ma in cui puoi trovare una sala da te’ ogni tre portoni. Siamo sicuri di essere ancora in Inghilterra?

L’immancabile camera con vista (sul cimitero)…

…e i negozi di artigianato che si tingono dei colori del Natale.

Le vie, incapsulate nei muri in arenaria delle case, antiche e immacolate. Sembra davvero di essere finiti in un’altra epoca.

Il municipio ottocentesco, dedicato alla Regina Vittoria (che, come Garibaldi in Italia, deve aver avuto il santo dono dell’ubiquita’).

The Victoria Hall, Bourton on the Water

Ci sono negozi, in Inghilterra, che davvero ti fanno chiedere come i proprietari arrivino a fine mese. Davvero in questo Paese si paga l’affitto vendendo la roba di B&M con un ricarico a volte del 100%?

Stratford-Upon-Avon, dove Shakespeare e’ anche laddove non sarebbe necessario. Un po’ come dire che a Firenze Dante segue ogni tuo passo dai lampioni, dai monumenti, dai davanzali delle finestre delle case…

Vecchio e nuovo, commercio antico e franchising moderno si fondono lungo lo stesso marciapiede.

Nel centro di Stratford il tempo si e’ fermato. Sopravvissute ai secoli, riconvertite, ristrutturate, abbruttite da fili del telefono e insegne, le case davanti cui cammino’ il Bardo sono ancora li’.

Nelle vetrine dei negozi che sei secoli fa erano case, abbondano le esposizioni di lavori di artigianato a cui, magistralmente, non e’ stato assegnato neppure un prezzo.

Le porte delle vecchie attivita’ sono rimaste le medesime per secoli e le attivita’ stesse sono state trasmesse di padre in figlio, come nel caso di questo rigattiere.

Il vecchio stuprato dal moderno: Café Rouge accanto a una public house seicentesca. Quando la ragion del marketing supera lo spirito di preservazione del patrimonio storico e culturale…

Inevitabile chiedersi quanto possa valere una casa in una posizione del genere…

Da Mario, ovvero un generi alimentari italiano al 100% (come prodotti e come arredamento). Peccato l’autobus ci abbia scaricati a Stratford quando il signor Mario in questione era ancora nel mondo dei sogni.

The Garrick Inn, il pub medievale piu’ antico d’Inghilterra – o cosi’ dice l’insegna.

 

Se Mastro Shakespeare bevve dai boccali di tale taverna non possiamo saperlo, di sicuro un tavolo per noi non lo hanno trovato: no booking no party, signora.

Nella solita ottica del franchising che calpesta tutto, non poteva mancare l’immancabile Mr Simms, Stratford Branch…

…il classico negozio che ti fa cadere tutti i denti al solo guardare la vetrina. Un’occhiata e addio canini. Un’altra occhiata e via gli incisivi. Mangiarne uno? E che siamo pazzi? Parte il diabete!

Interessante mix di antico e moderno all’ingresso della commercialissima WH Smith.

Nell’immancabile High Street di Stratford, spicca una pasticceria “originale viennese”. Per mangiare le loro home made scones ci vuole una mascella da elefante (o un colpo di mannaia secco, e forse non ti perdi per strada la panna).

Al mercatino dell’artigianato non ci sono solo dolci e cocci, ma anche i gufi dell’Owls Rescue Centre che fanno bella mostra di se’ sui loro trespoli, cosi’ britannicamente educati, accettando con un’occhiata che uccide le mani dei donatori sulle loro penne…

La casa natale del Bardo, l’unico punto di tutta Stratford in cui sono riapparsi i Giapponesi, forse eruttati fuori da una Passaporta Tokyo-Avon.

Non solo il Sussex, ma anche il Warwickshire ha la sua schiera di artigiani esperti in terracotta dipinta a mano.

E non solo Londra ha un Leaky Cauldron e una sua Diagon Alley, a quanto pare…

…anche se, a Stratford, non sanno distinguere “its” da “it’s”…

Le cupcakes esposte nelle bancarelle di High Street erano piccole opere d’arte… vendute all’onestissima cifra di 1.50£ ciascuna (con spolverata di smog, polvere e pioggia compresa nel prezzo).

E per finire, la tomba del Bardo, un anonimo cordone inchiodato intorno ad una lapide la cui iscrizione e’ sbiadita da tempo…

Unico rimpianto dei due giorni nei Cotswold: 16 ore di autobus in totale per sette ore e mezzo di visite totali. Ma, in fondo, vista l’eta’ media della ciurma (60 anni, perche’ io l’abbassavo, e ho detto tutto), forse sette ore sono state anche troppe. C’e’ da dire che, con una sala da te’ ogni dieci passi, occasioni per sedersi all’allegra comitiva non sono mancate di certo. Il che ha permesso a noi giovani di goderci il resto. Insieme ai giapponesi e ai loro cannoni fallici da sessanta centimetri, naturalmente. Loro sono dappertutto.

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