Quest’anno ha vinto la 65a edizione del Premio Strega. Lo spoglio – affascinante, con la lavagna e i gessetti, i biglietti aperti uno dopo l’altro e i nomi declamati al microfono – è stato trasmesso, come ogni anno, in diretta su Rai Uno dallo stupendo Ninfeo di Villa Giulia.
Premetto che non ho ancora letto il libro e a questo punto lo leggerò, ma la vittoria era abbastanza prevedibile, non ha lasciato stupito nessuno; è stato come quei premi alla carriera che si danno a certi attori a un certo punto, anche a prescindere dal film.
Anche lui che ha tutta la mia stima lo aveva previsto e ci aveva regalato questa puntuale e perfetta disamina della cinquina.
Nesi ha doppiato gli altri concorrenti e vista la qualità veramente alta degli antagonisti, immagino che Storia della mia gente sia un capolavoro.
Nesi in questo momento rappresenta anche il vendicatore, colui che con Bompiani ha demolito lo strapotere del gruppo Mondadori, che negli ultimi anni ha vinto e stravinto.
Su questa cosa però, lasciatemi andare controcorrente. Non sarà che il gruppo Mondadori vince – a prescindere dal suo “padrone” – perché ha editor, scrittori, redattori in gamba che scelgono, curano, promuovono autori validi e premiabilissimi? Come d’altronde è stato quest’anno…
Nota di colore allo Strega: a scrivere con il gessetto i voti sulla storica lavagna c’era Melissa P. (se vi state chiedendo Melissa chi? meglio per voi) la quale ha dichiarato di non aver letto i romanzi in lizza e che si ripromette di leggerli dopo lo Strega (e chissene no?) E che tifava per Desiati perché è suo amico (e Desiati le è arrivato penultimo, non ci avrà dormito). Ma perché Melissa P.? Erano finite tutte le belle e meno saccenti scrittrici che magari un altro libro oltre a quelli che scrivono loro lo hanno letto?
E detto questo, vado a leggere. Un libro di e/o.