Per essere credibile, la seconda generazione di test di resistenza europea dovrà essere veramente efficace, vale a dire prevenire scenari che incorporano ipotesi macroeconomiche veramente degradate (vedi il caso Irlanda) capaci di dare una valutazione affidabile del rischio di liquidità, con l'istituzione di un meccanismo di salvataggio immediato per gli enti considerati più vulnerabili.
Speriamo servino a ripristinare una sfiducia generalizzata, soprattutto dal momento che metterà alla prova gli sviluppatori che impediscano di procrastinare la difficile questione della valutazione del debito sovrano in tutta la zona euro.
Certo, appare evidente che i test non possono prevedere il fallimento di un paese nell'Unione Europea, ma una disposizione d'autorità sarà possibile per una futura regolamentazione, aiutando così ad applicare uno sconto dei debiti di un paese tormentato dal deficit. Un taglio di spesa realistico insomma! È preferibile dire per esempio, che il debito della Grecia vale realisticamente il 70% del suo valore, piuttosto che negare l'ovvio agli investitori, tanto più che l'impatto sulla solvibilità delle banche resta limitato, poiché sono coloro che il debito lo commerciano.
Ma questa decisione va ben oltre la regolamentazione bancaria, questo è un tema di governance europea. Sia le future missioni di stabilità finanziaria dell'Unione e le ipotetiche condizioni sulla rinegoziazione del debito sovrano dopo il 2013, rimangono ancora uno dei punti chiave sulla risoluzione della crisi nella zona euro. ( LesEchos )
La mia sensazione è che l'Europa a differenza dell'America voglia veramente impostare una certa credibilità basata sul rigore e trasparenza amministrativa di tutti gli Istituti Finanziari. Almeno queste sono le intenzioni.
Una cosa è certa! Economicamente parlando, stiamo cercanco di distinguerci dal sistema americano.