Lui creativo, o “presunto tale”, si alza con calma, lavora prevalentemente a casa, indisturbato, dove dipinge, scrive, compone, pensa.
Lei orgogliosa di aver sposato un artista, convinta che il successo prima poi arriverà.
Lui per niente imbarazzato a farsi accudire, e spesso mantenere, dalla moglie, senza dare il minimo contributo in casa, tutto intento a coltivare sogni di gloria.
E’ questa l’ultima versione del matrimonio scandagliata dalla scrittrice americana Pamela Haag nel libro Marriage Confidential, in cui ci racconta la vita assai impegnativa delle
Nulla di male, si potrebbe osservare, se il “menage” va bene a entrambi e lei si sobbarca tutto in attesa che il consorte produca un capolavoro. Ma, secondo la Haag, dietro il crescente numero di mogli infaticabili che assecondano in tutto e per tutto le ambizioni artistiche e i castelli in aria del marito, si celano in realtà donne in preda a sensi di colpa e ansia da prestazione: manager e dirigenti che, nonostante il successo raggiunto e l’eredità del femminismo, non sanno liberarsi della sindrome dell’aspirapolvere. Signore all’apparenza forti e decise che mettono davanti a tutto la vocazione del marito perché, in fondo, non hanno ancora imparato a metterci se stesse.
Alla analisi della Haag fa eco Andrew J. Cherlin, autore di un’altra indagine sulla famiglia e il matrimonio, The Marriage-Go-Round, convinto che l’America abbia ancora i valori di una volta, in netto contrasto con la società di oggi.