Stromboli Pizza

Da Tuttacronaca

“Stelle doppie”… così definiscono in astronomia due stelle che ruotano attorno a un baricentro comune. Stelle però si chiamano anche  alcune attrici del cinema, in genere le più belle, le più brave o le più famose, tutte gelosissime della loro unicità e della loro immagine.  Ma qualche volta può succedere anche a loro di perdere se stesse e cominciare a ruotare, ruotare assieme a qualcun’ altra, attorno a un medesimo baricentro.

Questa storia di stelle doppie è ormai una storia antica… che risale all’anno 1949 e tutto cominciò con una lettera… “Caro Sig. Rossellini…”

Era una lettera innocente. Una famosa diva di Hollywood si congratula con un regista italiano e in tono leggero e  scherzoso aggiunge  che è pronta a lavorare con lui, pur ammettendo di non conoscere la lingua italiana, salvo due parole  ”Ti amo”. Erano quelle che conoscevano tutti, attraverso le canzoni alla moda e  i personaggi ispirati al mito dell’”amante latino”, bello e focoso, che faceva innamorare le sprovvedute straniere che capitavano in Italia. Niente quindi di più banale e scontato o che si potesse prestare a equivoci.

L’attrice che  aveva scritto quelle parole  oltre a essere bella e famosa, era  anche una sposa felice ( almeno così sembrava) e  una buona madre di famiglia. La persona a cui era indirizzata non era nè ingenua, nè sprovveduta e soprattutto dell’amante latino aveva ben poco, mezzo calvo, mezzà età e un inizio di pancetta.

Nel 90% dei casi non ci sarebbero state conseguenze. Invece successe il finimondo! Ingrid Bergman arrivò in  Italia per lavorare con Rossellini, ma i due si innamorarono e, mentre giravano il loro primo film, successe di tutto.

Hollywood si sentì tradita, ripudiò la Bergman e le rovinò l’immagine. Lui dovette affrontare Anna Magnani, ( ed era quasi peggio che affrontare l’intera Hollywood)  attrice divina, ma compagna dal carattere impetuoso e  turbolento che non si arrese – ed era assurdo pensarlo – a quell’improvviso abbandono. Così, mentre i due felici innamorati giravano “Stromboli,” la Magnani piombò come un’ Erinni, troupe al completo e cominciò a girare su un’isola vicina,- poco più di un’ora di barca – il film “Vulcano.”

Fu allora che cominciò la sarabanda dei “doppi” attorno al baricentro Rossellini,” latin lover” per un puro scherzo del destino e quasi a sua insaputa, che mai avrebbe sospettato una tempesta del genere. 2 film  e troppe somiglianze, con 2  donne interpreti, in conflitto con la medesima società ostile, il mare in comune come confine invalicabile, la stampa e i fotografi che  andavano come impazziti, da un’isola all’altra per lo scoop del secolo e…Quei  2 vulcani a guardare dall’alto, come Dei offesi, tutto quel clamore e quel disturbo. Uno dei due a un certo punto non resse più e cominciò a buttar fuori lava. Era solo uno, ma andò a finire che, in tutti e 2 i film, i vulcani  cominciarono a eruttare.

I film non ebbero un gran successo, nessuno dei due. In America Vulcano non arrivò mai e Stromboli  fu un fiasco solenne …perchè “c’era la pubblica concubina Bergman,” come affermò uno stimato uomo politico del tempo…

Ma, pur distruggendo il film, nell’immaginario collettivo americano,”Stromboli”  ebbe un impatto enorme. Diventò il simbolo di  una realtà e di un’avventura fuori dall’ordinario, dove la natura, potente e drammatica  non è mai estranea  ai destini degli uomini …I media non la finivano più di parlarne, gli americani si scandalizzavano, gli italiani si inorgoglivano perché la loro terra era balzata prepotentemente alla ribalta in quella società ignara, di tutto quello che non apparteneva agli States.

Molti degli italiani e degli ormai italo – americani  lavoravano da decenni nei ristoranti e nelle pizzerie, che cominciavano ad andare terribilmente di moda. Erano stati i soldati, tornati dal fronte italiano, che avevano raccontato le delizie della pizza. E  attorno alle mille pizze che i ristoranti italiani copiavano o si inventavano come varianti all’originale, spesso si scatenavano duelli… all’ultima forchetta, su chi meglio interpretasse la pizza storica o sulla paternità delle nuove pizze. Uno dei casi più famosi è stata la lunga contesa su un derivato della pizza, destinato a diventare famoso e classificato, di volta in volta panino, sandwich, arrotolato, calzone. L’avevano chiamato “Stromboli” perchè era effervescente e colorato come il vulcano. Su di esso, 2 ristoratori oriundi, ricominciarono, stavolta in America, il gioco del “doppio” che si protrasse per anni, attorno al baricentro Pizza.

Per alcuni l’inventore  era Nazareno Romano, emigrante di lunga data e ormai per tutti Nat, che agli inizi degli anni ’50 gestiva la “Romano & Pizzeria, da Nazareno Romano”, a Tinicum Town un’antica cittadina vicino a Philadelphia. Una signora, all’epoca studentessa, si ricorda che tutti andavano a mangiare da Nat, questo eccezionale “panino, di forma rettangolare”, ancora senza nome. “Una sera – racconta la signora, ero nel locale e alcuni studenti, forse un po’ bevuti, stavano discutendo, per l’ennesima volta sulla necessità di dargli un nome, quando uno di essi sollecitato dal peperone che gli bruciava in bocca  e dal film che in quel periodo circolava per le sale, insieme allo scandalo, esclamò: ma chiamiamolo Stromboli! E naturalmente – conclude la signora- non poteva che essere  l’anno 1950″

Ma a sostegno della tesi che un “Burger Royale” sia stato per la prima volta inventato a Spokane, nello Stato di Washington, con il nome di Stromboli, c’è fra l’altro la testimonianza di un esperto culinario, Seth Lewkovitz, che sul “Bollettino Gonzaga”del 2003, la rivista dell’Università, ha lasciato scritto ” Un giorno del 1954, Mike Aquino Sr si stava impazzendo per inventare qualcosa di nuovo per tutti gli studenti che affollavano il suo ristorante. Approfittando del fatto che da poco era passata la mezzanotte del venerdì, pensò che poteva anche adoprare il capocollo che aveva a negozio e unendolo al provolone fuso e a una salsa al peperoncino, ci riempì un pane di tipo francese. Poiché bisognava dargli il nome e a quel tempo era in circolazione il film  Stromboli, fu normale, chiamare quel panino così piccante, col nome del vulcano.”

Chissà dov’è la verita della doppia invenzione. C’è da dire però che D’Aquino il suo sandwich  fu svelto a registrarlo il 1 luglio del 1954. Ma c’è anche da riflettere sul fatto che la versione originale di Nat Romano è molto più vicina a un calzone, benché  avesse l’aspetto rettangolare, anziché a mezzaluna. In questo  continuo gioco dei doppi, da cui è sempre difficile uscire  si è ritenuto che la la primogenitura di Romano sia  da riconoscergli soprattutto per il fatto che, il suo Stromboli, essendo più calzone e meno panino è più vicino alla sorella “Pizza” da cui siamo partiti. Oggi, dopo molti cambiamenti lo Stromboli di Romano si presenta come una pizza arrotolata ripiena, ma la ricetta sia quella vecchia che quella più recente non è stato posibile rintracciarla, perchè è ancora segretata. Ma non c’è da tremare! Quella scelta, fra i molti Stromboli oggi  in circolazione, è buonissima e fra il rosso dei peperoni e il nero delle olive, somiglia proprio tanto  ai colori del vulcano.

STROMBOLI

INGREDIENTI (per 4 persone):

INGREDIENTI  PER LA PASTA: 500 grammi di farina, 25 grammi di lievito, 1/2 bicchierino di olio extra vergine di oliva, sale q.b., acqua tiepida.

INGREDIENTI PER IL PESTO ROSSO: 1 peperone rosso,50 grammi di basilico, 1 spicchio di aglio, 30 grammi di pinoli, 6 pomodori secchi sott’olio, 2 pomodori, 3 cucchiai di passata di pomodoro, 1/2 cucchiaio di peperoncino, 50 grammi di parmigiano grattugiato, 150 ml di olio extra vergine di oliva,

INGREDIENTI per  il resto della farcitura: 4 peperoni rossi, 4 cucchiai di  olio extra vergine, 125 grammi di olive nere.

PREPARAZIONE DELLA PASTA: sistemate su una spianatora la farina a fontana e  al centro mettete l’olio, il lievito sciolto in un po’ d’acqua tiepida e un pizzico di sale. Impastate e fate un impasto ben levigato di forma sferica, che coperto, metterete a riposare per due ore in un luogo caldo e asciutto.

Nel frattempo pre – riscaldate il forno a 200°C e foderate la teglia con carta da forno. Strofinate i peperoni con l’olio di oliva  e fateli arrostire in forno per circa 25 minuti. Privateli della pelle e dei semi e divideteli a strisce.

Trascorse le due ore per la lievitazione, scoprite la pasta, lavoratela di nuovo per qualche minuto e aggiungetevi 55 grammi di olive denocciolate e tagliate a pezzetti e reimpastate la pasta. Dividetela in 4 panetti e spianateli  formando 4 rettangoli di circa 17 per 24 cm circa. Distribuite sulla superficie di ciascun panetto il pesto, i peperoni e il resto delle olive denocciolate e a pezzetti, lasciando libero il bordo per circa un centimetro. Arrotolate l’impasto e premete sui due lati aperti sino a sigillarli. Disponeteli sulla teglia, copriteli con una pellicola oliata e lasciateli lievitare per 20 minuti.

Togliete  la pellicola e fate cuocere gli stromboli per 25-30 minuti fino a quando saranno dorati. Lasciateli raffreddare per 5 minuti prima di tagliarli e servirli, oppure serviteli freddi.

PREPARAZIONE DEL PESTO ROSSO CON CUI FODERARE ALL’INTERNO GLI STROMBOLI: mettete il peperone sulla griglia del forno preriscaldata e fallo arrostire, fino a che la pelle sarà completamente bruciacchiata. Fatelo intiepidire, poi privatelo della pelle, tagliatelo a metà e rimuovete la parte centrale e i semi. Versate il peperone e gli altri ingredienti, ad eccezione dell’olio, in un tritatutto. Tritate fino ad ottenere una crema omogenea, quindi, senza spegnere l’apparecchio, aggiungete gradatamente l’olio. Trasferite il pesto in un barattolo con tappo a vite, coprendo con uno strato d’olio per evitare il contatto con l’aria, conservate in frigorifero per un massimo di 2 settimane,in modo da averlo già pronto al momento di preparare gli Stromboli.



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