Rece apparsa vaffandì 32 cinquembre duemilaekualkosa sul Supplemento Cultura del Gazzolino Puttano, firmata a quattro zampe da Assunta Lecchini Servidei e Piercinzio Lu Macaco Cammeriere.
La bravissima Annarita Falloide (che secondo i maligni pubblicherebbe libri solo perché figlia di un padre sottosegretario ai bombardamenti, e stronzo, e di una madre che scrive su autorevoli testate, e vacca) felicemente giunta, sulle ali del successo dei precedenti bestsellers Zia Crostina crede ancora nelle fave (meritato Premio Fattucchiera, sta per uscire il film) e Scendi mò dal motoculo che t’incarro (meritato premio Maga Magò, stanno per uscire il videogioco per bambini e la sit-com per lobotomizzati) giunta, dicevamo, al suo ventottesimo romanzo a soli ventisei anni, e sole ventisei operazioni plastiche per rifarsi la figura, ci regala una storia talmente squisita, originale, ben scritta (La contessa Stocca Gandolfi Gliolo è di nuovo incinta, Il Pizzino Editoriale, € 28 a pagina) da essere di certo destinata a dominare, con merito, le classifiche, e questo indipendentemente dalle lenzuolate di pubblicità gratuita (se l’editore possiede anche giornali, che male c’è?) e dai premi sacrosanti che le verranno assegnati (tanto per rispondere ai prevedibili lazzi invidiosi dei soliti rozzi e non autorizzati outsider alla Pezzoli – chi diavolo è costui?)
Come sempre ben assistita e consigliata dalla bravissima Mizzy Confettucci d’Abatjour, sua editor e agente, la penna magica di Annarita Falloide ancora una volta non ci risparmia originalità, preziosismi e colpi di scena. Leggendo questo ennesimo grande romanzo italiano ci si commuove fino alle lacrime (pag. 138: “Oh amore, amore mio, quanto ti amo!”), si muore di paura (pag 244: “Ah! Aiuto! Un topo!”), ci si scompiscia (pag 434: “Un uomo entra in un caffè. Splash.”), si riflette con intelligenza sui problemi del mondo (pag 601: “Cioè, voglio dire, ah, ok, io voglio assolutamente la pace!”), si piange a dirotto (pag 852: “Trisnonno, trisnonnino mio, perché te ne sei andato a soli 119 anni? Non hai pensato al nostro dolore, brutto egoista?, al vuoto che lasciavi?, tutti uguali questi uomini!”) ci si sorprende per l’incredibile genialità del finale (pag 1.033: “E vissero insieme felici e contenti”).
Ah, quasi dimenticavamo: da domani non perdetevi per niente al mondo (allegato al Gazzolino Puttano con un piccolo supplemento di prezzo di soli 3 euro) l’inedito di Annarita Falloide, di sette pagine un po’ sgrammaticate (la d’Abatjour stava in vacanza) Stamatina mi ho lavata la facia”, me-ra-vi-glio-sa descrizione psicopoetica del lavandino di casa sua, scritto – è questa la trovata divina! – immaginando di non saper scrivere. Di non avere neanche un po’ di talento.
Grazie alla strategia del marketing pubblicitario, di premi controllati e recensioni pilotate (cioè usando il proprio capitale e la propria forza per consolidare posizioni di già assoluta preminenza), e grazie anche, diciamolo, alla passività, credulità e pigrizia di un'ampia fetta di lettori, la grande editoria italiota è riuscita nel tempo a imporre il proprio presepietto fisso di scribacchini più o meno mediocri, cui negli ultimi tempi offre persino, per farli meglio entrare nelle teste della gente, continue comparsate giornalistiche da opinionisti (patetici) o da espertoni letterari (inadeguati), o da autori (presunti) di esercizietti a pagamento con cui far finta di insegnare scrittura creativa ai paguri e alle marmotte. Un presepietto talmente fisso da arrivare, oramai, a spacciare in allegato ai quotidiani persino gli inediti, spesso illeggibili, di questa gente qua. Come dire: “Raschiamo il fondo del barile, perché tanto è chiaro che altri autori non ce ne sono, non ce ne sono! – gli scrittori sono questi che vi diciamo noi, a cui abbiamo dato la patente noi!”… Siamo infatti giunti all’assurdo di una marea di gente disposta a sganciare soldi per leggere inediti di poche paginette e di nessun valore scritti dalle belle statuine del presepietto editoriale, quando su blog tipo Grafemi, tanto per dirne uno, si possono trovare GRATIS racconti di livello eccelso, o comunque di gran lunga, ma veramente di gran lunga, migliori. Un presepietto che in ultima analisi permette a lorsignori di risparmiare il tempo, i soldi, la fatica, la passione e la competenza necessari all’onesta RICERCA di veri nuovi talenti… ricerca che a ‘sto punto è contro il loro interesse, perché se malauguratamente sbucassero fuori delle figure d’altri tempi e che loro speravano estinte (cioè degli Scrittori), poi magari qualcuno si accorge della Differenza e… gli salta per aria il presepietto! Sapete che vi dico? Che sarebbe istruttivo e divertente se saltasse fuori qualche bella Intercettazione anche da quell’ambiente lì…
E mò me so’ rott’u caz.
J. Stronkabook