Il tipo di pasta più semplice, in quanto nient’ altro che gnocchi a base di acqua e farina, conosciuto da Nord a Sud con denominazioni diverse e fantasiose e sempre accompagnato da un ragù di carne di maiale, vanta etimologie controverse e disparate per il suo nome più noto e diffuso prevalentemente nell’ Italia centrale. Alcuni ritengono, in maniera piuttosto creativa, che la denominazione “strozzaprete” sia imputabile alla difficile deglutizione di questo formato di pasta, che dovrebbe essere agevolata con copiose sorsate di vino; ma poiché ai membri del clero il consumo di alcool sarebbe interdetto in certi periodi dell’anno, tale primo piatto potrebbe rivelarsi fatale per i poveri religiosi resi temporaneamente astemi.
Un’ ulteriore etimologia, di ispirazione ben più anticlericale, leggerebbe nel nome del piatto una chiara allusione all’ ingordigia dei sacerdoti, talmente lieti di indulgere nel peccato della gola da consumare la pietanza in quantità tali da rimanerne strozzati.
Ultima, e forse ben più accreditata, ipotesi, fa derivare il nome da una parola greca che indicherebbe uno gnocco rotondo al quale veniva impressa una forma concava arrotolandolo intorno al dito.
Quale che sia il reale significato della parola, la ricetta dell’ Oste e di Maria Luisa è uno di quei capolavori culinari capaci di comporre anche le più feroci bagarre linguistiche e storiche. Provare per credere!
Ricetta per 6 persone:
INGREDIENTI
per la pasta:
500 gr di farina
acqua calda q.b.
per il sugo:
magro di maiale (oppure salsicce) q.b.
2 spicchi di aglio
200 gr di pomodori pelati
1/2 peperoncino
olio q.b.
pecorino grattugiato q.b.