Una gentilissima studentessa mi ha anticipato per telefono che il dì seguente (12 ottobre) ci sarebbe stato sciopero a Lagonegro. Ho raccolto l’invito con piacere ed ho partecipato ad una manifestazione che è per certi versi lo specchio dell’Italia di oggi. Un gruppo affiatato, generoso e molto educato di studenti ha dato il meglio per organizzare un momento di lotta e di denuncia. Allo stesso tempo molti altri studenti non hanno colto questa idealità riempiendo bar e panchine delle villette. L’anfiteatro per un pò è stato comunque abbastanza pieno. Alcuni ragazzi, con coraggio, hanno parlato dell’orizzonte corto e limitante nel quale sono costretti. Gli organizzatori hanno parlato anche di cose concrete: dai dubbi sull’antisismicità delle strutture scolastiche alla perenne mancanza di carta igienica nei bagni, alla candeggina al posto del sapone liquido fino ai temi delicati della presenza dei privati negli organi decisionali scolastici. I giovani sono andati anche oltre: porte e finestre dei corridoi divelte, strutture non adeguate, poche palestre, pochi laboratori, poche ore per poterli utilizzare. I ragazzi non sono stati teneri nemmeno con gli insegnanti: “per 100 euro non hanno partecipato allo sciopero”. Un professore (l’unico) intervenuto ha demolito il sindacato nella scuola, evidenziandone tutti i limiti. L’impressione di tutti contro tutti era evidente… ed allo stesso sorge spontanea una domanda drammatica … ma chi sono i reali interlocutori dei ragazzi? Mi è rimasta impressa un’immagine: voltandomi metre riprendevo i ragazzi ho visto passare proprio nei pressi dell’anfiteatro all’aperto di Lagonegro un notissimo sindacalista che ha proseguito diritto. Non conosco questa persona direttamente ma so che è molto stimato ed appassionato. Il suo non essersi fermato mi convince ulteriormente del fatto che viviamo sempre più in una società senza guide, in cui si dialoga sempre meno.
Nel passato, di solito, era la sinistra che “governava” questi momenti di lotta, che ispirava i giovani. Non ho visto bandiere rosse, stelle ed immagini del Chè. In questi ragazzi ho visto solo la disperazione di una generazione lasciata in grande parte sola, sola con un futuro che sarà anche peggio del presente.