Studenti, Niente Paura, Vi Protegge San Giuseppe

Creato il 14 settembre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

L’estate è finita, ricominciano le scuole, gli esami e si torna sui libri.
Gli studenti di tutt’Italia si preparano al ritorno sui banchi, alcuni più sicuri altri con qualche preoccupazione, ma tutti protetti da San Giuseppe da Copertino, il santo degli studenti.

La storia di San Giuseppe da Copertino: San Giuseppe da Copertino nasce a Copertino, un paese vicino a Lecce, il 17 giugno 1603. Da poco iniziati gli studi è costretto a soli sette anni ad abbandonare la scuola per via di una grave malattia. Otto anni dopo il giovane Giuseppe incontra un eremita di passaggio che, dopo averlo massaggiato con dell’unguento, lo guarisce dalla malattia che lo tormentava fin dall’infanzia. Questa ripresa miracolosa viene attribuita alla Madonna della Grazia di Galatone, e comincia a nascere in Giuseppe un forte sentimento di fede e grazia. Dopo un affare andato male, il padre di Giuseppe, Felice Copertino, morì per il dispiacere di aver perso tutti i beni terreni e la madre Franceschina si ritrovò sola con sei figli e un debito di mille ducati. Giuseppe, unico figlio maschio, era l’unico che lo poteva saldare e appena compiuta la maggiore età avrebbe dovuto lavorare senza paga fino al risarcimento del debito paterno. Per evitare una vita di schiavitù cercò di entrare in diversi ordini religiosi, senza grandi successi. I primi tentativi cominciarono all’età di 17 anni, ma gli esiti furono disastrosi, Francesco non sapeva né leggere né scrivere per via della grave malattia che l’aveva costretto a letto proprio negli anni cruciali dell’istruzione, e, a causa della sua “poca letteratura”, venne rifiutato dai Frati Francescani Conventuali del convento della “Grottella”. Giuseppe non si lasciò demoralizzare e provò prima dai Francescani Riformati, dove venne rifiutato dopo poco tempo, e poi dai Cappuccini di Martina Franca, un ordine famoso per essere molto esigente per quanto riguardava la cultura. Riuscì comunque ad essere accettato ma rimase nel convento solo per otto mesi, per colpa delle sue “estasi” improvvise infatti veniva spesso scambiato per distratto ed inetto. Quando un’estasi lo colpì mentre portava piatti e scodelle, facendole cadere, i fratelli Cappuccini gli attaccarono i cocci alla veste in segno di penitenza.

Nei primi mesi del 1621 venne  mandato via dal convento, ma quando uscì vestito di soli stracci i pastori lo scambiarono per un mendicante e lo bastonarono.Il giovane Giuseppe decise di tornare a casa dalla famiglia, ma né la madre né lo zio paterno lo accolsero in quanto il disonore di essersi fatto cacciare dal convento era vergognoso per il nome della famiglia, già gravato dai debiti paterni. Solo lo zio materno prese a cuore il destino del giovane, decidendo così di spiegare ai Conventuali della “Grottella”, il primo convento in cui Francesco aveva provato ad entrare, la difficile situazione del nipote, destinato per gli sbagli del defunto padre ad una vita di schiavitù. Venne così riammesso, e per i primi anni si dedicò ai lavori manuali, imparando  a svolgere le mansioni più pesanti,  e prendendosi anche molta cura dell’anziana mula del convento. A 22 anni espresse il desiderio di provare ad intraprendere gli studi per diventare un sacerdote, e nel 1625 , con grande impegno ma anche molta fatica, riuscì ad essere ammesso nella comunità religiosa come fratello laico. Rimanevano ancora tre anni per prepararsi al sacerdozio ufficiale, ma, pur disponendo di tutto questo tempo, Giuseppe non arrivò preparato all’esame finale, ovvero quello più importante.

Era il 4 Marzo del 1628 e anche questa volta la buona sorte lo aiutò. Il Vescovo infatti non interrogò tutti gli allievi, dopo averne interpellato solo alcuni ed aver ricevuto risposte esaurienti, decise di promuovere tutta la classe. Da questa incredibile esperienza fortunata Giuseppe cominciò ad autodefinirsi con il nome di “Fratel Asino”. Ma, pur non essendo uno studente modello,  la sua capacità di conversazione lo aiutò molto quando si trovò a discutere con persone di cultura elevata, egli infatti non si tirava indietro e rispondeva con una “teologia semplice ed efficace”. Ma anche se era riuscito nel suo intento di diventare un religioso le sue “disavventure” non erano ancora finite. Giuseppe dovette affrontare due anni di aridità spirituale, una delle prove più difficili comune alla maggior parte dei mistici, e dopo questo periodo i fenomeni di levitazione cominciarono a ripresentarsi sempre più frequentemente. Cercando di distogliere l’attenzione da questi avvenimenti inspiegabili la Congregazione Romana del Santo Uffizio tentò di confinarlo in monasteri isolati, dove il suo “volo” non venisse visto dalle folle. Dopo anni di trasferimenti di monastero in monastero, finalmente Giuseppe da Copertino trovò la pace ad Osimo nel 1656 dovè morì nel 1663 all’età di 60 anni. Venne proclamato santo nel 1767 da Papa Clemente XIII, e lo si festeggia il 18 settembre. San Giuseppe da Copertino è stato uno studente pieno di difficoltà e di sfortuna, ma non si è mai perso d’animo, e alla fine ha raggiunto il suo scopo.

Per un Buon anno scolastico  ecco La Preghiera dello Studente:

O san Giuseppe da Copertino,
amico degli studenti e protettore degli esaminandi,
vengo ad implorare da te il tuo aiuto.
Tu sai, per tua personale esperienza,
quanta ansietà accompagni l’impegno dello studio
(degli esami) e quanto facili siano il pericolo
dello smarrimento intellettuale e dello scoraggiamento.
Tu che fosti assistito prodigiosamente da Dio
negli studi e negli esami
per l’ammissione agli Ordini sacri,
chiedi al Signore
luce per la mia mente e forza per la mia volontà.
Tu che sperimentasti tanto concretamente
l’aiuto materno della Madonna,
Madre della speranza,
pregala per me,
perché possa superare facilmente
tutte le difficoltà negli studi e negli esami.
Amen.

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