In Italia, come nel resto d'Europa, la globalizzazione e il fenomeno delle immigrazioni nei Paesi più sviluppati, ha prodotto un abbassamento dell'età di apprendimento di una lingua straniera tra gli studenti che oggi si aggira in genere fra i 6 e i 9 anni.
Il fatto che i bambini inizino così presto, già dalla scuola primaria, a studiare una lingua straniera non ci deve far preoccupare. Infatti, ad esempio, nella Comunità tedesca del Belgio, gli studenti iniziano addirittura prima, già dall’età di 3 anni ad imparare una nuova lingua. Questo accade perché in molti paesi del vecchio continente, per tenere testa al fenomeno del muticulturalismo sono stati introdotti, negli ultimi anni, riforme per iniziare l’apprendimento della lingua straniera in età più precoce.
Tuttavia nella scuola, vale la pena sottolineare che di fatto mentre l’età degli studenti che iniziano a imparare una lingua straniera è scesa, l’orario complessivo di insegnamento non è stato aumentato in maniera significativa, risultando essere piuttosto basso rispetto al confronto con quello destinato alle altre materie.
Sicuramente è molto importante per il successo dell'insegnamento di più lingue a scuola la percezione che gli studenti hanno dell’utilità delle lingue che imparano. Chiaramente se il bambino riscontra che l'apprendimento della nuova lingua è funzionale a un suo interagire con gli altri, ciò contribuirà ad aumentare la sua motivazione nell'apprendimento della lingua.
Per i giovani, e gli adulti in generale, imparare una lingua straniera è fortemente legata alle possibilità lavorative che essa offre. Infatti i giovani, in tutta Europa, prediligono lo studio della lingua inglese proprio perché utile per studiare anche all'estero, ed essere più competitivi nel mondo del lavoro. Queste considerazioni scendono in maniera piuttosto significativa nel caso delle altre lingue.
Le lingue più studiate, dopo l'inglese, sono nell'ordine: francese, spagnolo, tedesco e russo.
Difficilmente i giovani si approcciano allo studio di altre lingue, diverse dalle cinque principali sopra enunciate, perché ritenute poco utili.
In realtà, oggi, dobbiamo fare i conti nella scuola italiana con realtà extra europee. Infatti sono in aumento nelle nostre scuole (sia italiane che europee) alunni immigrati dal medioriente e nord Africa, di lingua Araba. Non solo, ma anche dalla Cina e dal continente asiatico in generale.
Quindi bisogna imparare a fare i conti con tante altre realtà culturali e linguistiche nuove.
Il problema delle minoranze linguistiche, ci ricorda quanto importante sia la comunicazione per la vita dell'uomo. Nel mio saggio "Conflitto tra genitori e figli, la crisi del dialogo nella famiglia contemporanea", parlo proprio della crisi del dialogo e dell'incomunicabilità che si realizza all'interno della famiglia, tra genitori e figli, e che è spesso origine di disagio giovanile.