Studio illegale, la nuova commedia di Umberto Carteni con Fabio Volo, dal 7 febbraio al cinema

Creato il 21 gennaio 2013 da Alessiamocci

Studio illegale” sarà nelle sale il 7 febbraio 2013, la nuova commedia con Fabio Volo tratta dal romanzo di Federico Baccomo “Duchesne”, caso editoriale del 2009 con oltre 35.000 copie vendute.

Il film è diretto da Umberto Carteni e distribuito da Warner Bros. Pictures Italia annovera tra il cast con Fabio Volo anche Ennio Fantastichini, Zoe Felix e Nicola Nocella.

Il film vede il protagonista Andrea Campi è un giovane avvocato rampante al quale viene affidato un incarico che potrebbe dare una svolta alla sua vita lavorativa. Tutto sembra filare liscio, fino a quando Andrea non incontra Emilie Chomand, l’affascinante e scaltra avvocatessa francese della controparte. La conquista di questa donna impossibile segna l’inizio di un turbine di eventi che sconvolgerà la vita di Andrea.

Ovviamente Fabio Volo interpreta l’avvocato Andrea Campi mentre il suo capo è Ennio Fantastichini.

Federico Baccomo, sotto lo pseudonimo di Duchesne ha pubblicato (Marsilio) un romanzo intitolato come il blog. Per secoli pamphlet e romanzi sono usciti anonimi o firmati da pseudonimi: l’anonimato permetteva di rivelare e criticare dall’interno gli ambienti raccontati tenendo l’autore al riparo.

Uno degli ultimi casi è quello di Duchesne, firma per due anni di un blog sul mondo degli avvocati degli studi d’affari che gestiscono fusioni e grosse operazioni. Niente rivelazioni finanziarie, ma cinismo e risate sull’ambiente umano hanno fatto diventare il sito un cult della professione con 1.500 contatti al giorno.

Il sospetto è immediato: Duchesne è un giornalista? «No, sono un avvocato, ma due anni fa, una settimana prima di aprire il blog, mi sono licenziato dallo studio d’affari». Il mito della talpa in diretta dallo studio crolla, in realtà Duchesne-Baccomo scriveva tutto in differita, dai dialoghi demenziali tra colleghi ai fine riunione con escort di lusso, un ambiente che conosce bene: «Ci ho lavorato per anni prima di uscirne. Me ne sono andato dopo mesi in cui finivo tutti i giorni all’una di notte, non reggevo più psichicamente e fisicamente. Guadagnavo bene, ma non avevo più una vita. Mi sono licenziato ed ero sperduto, dal full time alle zero ore: ho cominciato a scrivere».


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