Lo ha stabilito il professore associato di sociologia presso l’University of Nebraska-Lincoln, Philip Schwadel, il quale ha rilevato -studiando un campione di 1800 studenti- che per ogni anno di istruzione in più aumenterebbe la convinzione la verità di fede esista anche nelle altre religioni. Questo perché aumentano le possibilità di contatti e amicizie tra persone di culture differenti. Inoltre, per ogni ulteriore anno di istruzione ha rilevato il 15% di probabilità in più di avere assistito a funzioni religiose durante la settimana, il 14% in più di probabilità di credere in un “potere superiore” piuttosto che in un Dio personale, il 13% di probabilità in più di diventare protestanti (una religione meno impegnativa) e il 13% di probabilità di dire che la Bibbia è “parola ispirata da Dio” piuttosto che “parola diretta di Dio”
In Ultimissima 2/6/11 informavamo dei risultati di un altro studio, secondo il quale il 70% degli studenti americani non vedeva alcun conflitto tra scienza e fede. Anche gli atei integralisti dell’UAAR hanno voluto riportare la notizia, ovviamente evitando di citare i dati più scomodi.