Tempo fa la cara Eleonora di burroemiele ha indetto un contest e ovviamente non potevamo mancare anche se si trattava di stufato.Vi sembrerà strano, ma non ci eravamo mai dilettati nello stufato. Ebbene sì lo stufato è un piatto domenicale, da pranzo in famiglia, chiacchiere, pennichella post prandiale, bimbi che strepitano e pastarelle nel vassoietto di cartone.Questo, perlomeno, nella nostra testa.E così non lo abbiamo testato mai. Sarà che la domenica ci svegliamo sempre troooppo tardi e non c'è il tempo per le lunghe preparazioni; metti che i bimbi non scorrazzano, ma il mal di testa da post sabato urla vendetta nelle nostre piccole teste; poni che le pastarelle sono sostituite dal caffè allungato con acqua in tazzone grande ... Insomma questo contest ci ha dato un buon motivo per svegliarci presto e visto che la Befana è un po' una domenica in più sul calendario ci siamo dilettati... Una mattinata della serie "il mattino ha l'oro in bocca"... No, non è una battuta per dire che la levataccia ci ha reso folli come il protagonista di Shining ^_^ Non avendo una nostra ricetta abbiamo deciso di riproporre quella della mitica Ada Boni (a cui avevamo già rubato una ricetta QUI) e così eccovi lo stufato vintage direttamente dal "Talismano della felicità" del 1950.
1 kg di pezza di buesalepepenoce moscata (noi NO)timoalloro2 aglio1 cipolla piccola2 bicchieri di vino rosso 50 gr di lardo (noi NO)qualche cotenna fresca di maiale (noi NO)
Ecco le abitudini alimentari degli anno '50 erano parecchio più impegnative di quelle del XI secolo... Noi abbiamo elimitao il lardo e la cotenna, per farne una versione più leggera ... E va bene che ci siamo svegliati presto per preparalo, ma non così tanto presto da avere tutto il tempo necessario per smaltire la versione originale.Il primo passo è stato andare dal macellaio gioielliere di cui vi avevamo parlato QUI. E ceeerto! Se non sai come potrai affrontare una ricetta devi per forza puntare sulla qualità dei prodotti da utilizzare!Tornati a casa con la nostra bella pezza di bue tagliata a tocchetti, l'abbiamo subito messa a marinare in una ciotola con sale, pepe, timo, alloro, aglio e vino.Abbiamo coperto e lasciato in frigo tutta la notte (la ricetta prevedeva un minimo di 6 ore...Abbiamo abbondato).
Questa mattina abbiamo tritato un aglio, una piccola cipolla e abbiamo messo a soffriggere, intanto abbiamo scolato la carene conservato la marinatura. Quando il soffritto si è dorato abbiamo riversato la nostra carne e lasciato andare a fuoco debole, un paio di rimestate e abbiamo alzato la fiamma per "togliere l'umido" come dice la Boni. A questo punto abbiamo versato la marinata, abbiamo messo a fuoco bassissimo e abbiamo coperto e lasciato andare. La ricetta prevedeva circa 2 ore, ma non vi possiamo assicurare di averle seguite ... Broccoli schifosamente distratti: non abbiamo guardato l'ora e abbiamo seguito pian pianino la cottura... Che sia durata 1 e mezza o 1 e tre quarti proprio non ve lo sappiamo dire ...Però il risultato è stato ottimo, proprio un bel piatto domenicale. Sicuramente dal sapore meno intenso di quello originale, ma decisamente più leggero!Con questa ricetta partecipiamo al contest "Lo Stufato" di burroemiele realizzato in collaborazione con Gualtiero Villa e Teatro7.