Stupro: non c’e’ verso, la colpa e’ della donna

Creato il 16 gennaio 2013 da Barbaragiorgi @gattabarbara

Posso fare il nome della calabrese ANNA MARIA SCARFO’.
Ma ce ne sono mille altre, dall’Aquila a Bergamo.
Donne accomunate dall’esperienza devastante dello stupro.
Ma non illudiamoci di essere immuni, noi donne che ne parliamo, noi donne che ne scriviamo, noi donne che ci indigniamo. Nessuna di noi può considerarsi immune da quella devianza bestiale che – da sempre, da secoli – ci vede come l’oggetto da possedere-manipolare-torturare-offendere-schiacciare-umiliare-distruggere.
Perché lo STUPRO è distruzione sia fisica che psicologica: spesso, dove passa lo STUPRO c’è posto solo per un deserto esteriore ed interiore.

Ma allo stupratore che gliene frega: noi siamo oggetti.
Allora gliene fregherà almeno allo Stato, che dovrebbe tutelare noi cittadine. Dovrebbe….
Certo, allo Stato gliene frega molto: la vittima di stupro, dopo la PRIMA VIOLENZA subita dallo stupratore, deve sottostare per anni a SUCCESSIVE VIOLENZE PSICOLOGICHE per i lunghi processi che deve vivere, attimo per attimo, sulle pelle, nell’anima, nella pancia, nel cuore.
Già, ulteriori violenze, esplicitate con frasi del tipo: “Lei”….. indossava la minigonna?… provocava?…. ancheggiava? era consenziente perché non ha urlato a sufficienza (essendo paralizzata dal terrore)?

Ma ora è spuntato – come un faro nella nebbia – un procuratore illuminato che dice che le donne di notte non devono uscire sole.
Quindi: dottoresse, infermiere, badanti, operaie che fanno orari notturni, ma pure quelle che escono a mangiare la pizza o vanno in palestra dopo cena…. se usciamo da sole e poi diventiamo vittime di stupro, sono fatti nostri. Il procuratore ci aveva avvisate.

Beh… che dire di questa soluzione allo stupro?
Dico che IO DONNA esco quando mi pare e piace: di giorno, di notte, sola o in compagnia, con la mini o con i jeans, con il rossetto o senza, ancheggio, corro, cammino, mi siedo su una panchina, entro in un bar….

Perché io sono una LIBERA CITTADINA DI QUESTO PAESE ed è lo Stato che deve garantirmi la sicurezza nelle strade: non sono io che mi devo auto-costringere ad una vita da detenuta agli arresti domiciliari.

Piccola nota finale: come la mettiamo per le donne regolarmente assoggettate a violenza IN CASA dal marito, compagno, fidanzato? Ah già, non è stupro. Si tratta di “amori malati”…

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