Stuttgarter Philharmoniker – Dan Ettinger dirige Beethoven e Strawinsky

Creato il 21 febbraio 2016 da Gianguido Mussomeli @mozart200657
Foto ©Thomas Niedermueller / niedermueller.de

Il secondo programma presentato in questo mese da Dan Ettinger con gli Stuttgarter Philharmoniker faceva parte del ciclo “Die grosse Reihe”, in questa stagione impostato sull’ accostamento delle musiche di Beethoven con quelle di autori russi. Avevo già avuto occasione di notare come il lavoro del quarantaquattrenne direttore israeliano in questa sua prima stagione da Chefdirigent dell’ orchestra stia riscuotendo un notevole apprezzamento da parte di un pubblico che partecipa numeroso ai suoi concerti. Infatti anche in questa occasione la Liederhalle era quasi completamente gremita e il successo è stato, come nelle precedenti serate dirette da Ettinger, decisamente notevole.

Per quando riguarda la riuscita artistica del concerto, in generale si può dire che il lavoro di sviluppo condotto da Ettinger sta ottenendo risultati evidenti. Certamente, gli Stuttgarter Philharmoniker devono ancora risolvere qualche problema dal punto di vista della pulizia esecutiva. Nella Quarta Sinfonia di Beethoven, posta in apertura di programma, si sono infatti notate alcune imperfezioni come ad esempio un paio di accordi in pizzicato nell’ introduzione dove gli archi non erano perfettamente a piombo e qualche nota falsa nella sezione fiati. Ma forse ciò era dovuto anche al taglio interpretativo scelto dal direttore israeliano, un po’ troppo sovraccarico nell’ evidenziazione dei dettagli. Ettinger ha impostato la sua lettura con un taglio lodevolmente caratterizzato da sonorità asciutte e parco uso del vibrato per gli archi ma forse in sospetto di manierismo per l’ insistita ricerca di certe accentuazioni nel fraseggio  e nella sottolineatura dei contrasti. In sostanza, una Quarta originale come approccio esecutivo ma, per quanto mi riguarda, in questa Sinfonia io continuo a preferire le letture della grande tradizione classica come ad esempio quelle di Bruno Walter o di Karajan.

Decisamente di livello superiore mi è sembrata la seconda parte, dedicata all’ esecuzione integrale del balletto Pulcinella di Strawinsky. Dan Ettinger ha reso molto bene il tono di omaggio al Settecento che caratterizza questa musica, basata sulla rielaborazione di melodie tratte da lavori di Pergolesi e altri autori della scuola napoletana, con sonorità trasparenti e fraseggi ricchi di arguzia. Anche l’ orchestra qui mi è sembrata molto più a suo agio e le prime parti, soprattutto il fagottista Frank Lehmann, si sono fatte onore nella resa dei numerosi assoli. Abbastanza buona anche la prestazione de tre solisti di canto. Decisamente interessante il trentaduenne tenore messicano Rodrigo Porras Garulo, che ha evidenziato una voce di bel colore e ben proiettata, con un controllo tecnico adeguato per sicurezza e un fraseggio disinvolto. Buona anche la prova del soprano israeliano Talia Or, che qui a Stuttgart si era già fatta apprezzare nella riuscita produzione di Jakob Lenz, l’ opera di Wolfgang Rihm, che aveva inaugurato la scorsa stagione della Staatsoper. Il basso-baritono tedesco  Thomas de Vries, cantante di lunga esperienza e molto apprezzato da queste parti per la sua capacità di prodursi in un vasto repertorio, ha evidenziato una bella autorevolezza di fraseggio ma anche un paio di defaillances dovute alle note gravi previste da Strawinski in alcuni punti e che lui, semplicemente, non possiede. Nel complesso, l’ esecuzione è stata comunque molto apprezzabile per freschezza e incisività di approccio. Dan Ettinger ha dimostrato una volta di più di essere un interprete originale nel repertorio del Novecento. Successo vivissimo, come già detto in apertura.