La messa in pratica di politiche per la sicurezza e tutela del territorio dovrebbe costituire, alle soglie dell'anno 2016, una radicata consapevolezza capace di mantenere un Paese come l'Italia lontano il più possibile da fenomeni di pericolosità quali dissesto idrogeologico o smottamenti ciclici.
Servirebbe una ' fotografia' il più possibile fedele della situazione, proprio perché dovrebbe essere obbligatorio definire con urgenza quali provvedimenti concreti poter attuare.
Misure da rendere il più possibile capillari, mettendo l'intera popolazione a conoscenza ( il più possibile approfondita) dei pericoli relativi al territorio che la circonda.
Quanta parte dell'Italia potrebbe teoricamente essere rovinata da fenomeni legati alla mancata tutela del territorio? A tale domanda dovrebbe essere necessario rispondere con urgenza, in quanto il presentarsi di variabili differenti legate a cambiamento climatico od esasperazione dei fenomeni meteo potrebbe certificare il realizzarsi di conseguenze strutturalmente negative per parte della popolazione italiana.
A questioni simili ( cerca di) risponde( re) il report redatto da Ispra, in occasione dell'appuntamento rivolto al monitoraggio ed intitolato " Frane e Alluvioni: le mappe dell'ISPRA e la nuova piattaforma WEB di #italiasicura". Andando oltre slogan e proposizioni da social network, il lavoro effettuato da tecnici ed esperti ha consentito di stendere un rapporto avente lo scopo esplicitamente definito nel seguito:
"[...] l'ISPRA presenta il 'Rapporto sul Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio'. Il Rapporto, con dati elaborati nel 2015, offre una conoscenza [...] sulla pericolosità da frana, idraulica e di erosione costiera dell'intero territorio nazionale. Il Rapporto contiene [...] indicatori di rischio per frane e alluvioni, relativi a popolazione, imprese, beni culturali e superfici artificiali, elementi fondamentali per la programmazione degli interventi strutturali e non strutturali di mitigazione del rischio e delle politiche di coesione nel Paese. [...]"
Fonte: Frane e alluvioni in Italia: le mappe dell'ISPRA e la nuova piattaforma web di #italiasicura, isprambiente.gov.it
Le conseguenze esplicite di tale report hanno quindi riguardato, nei fatti, le conseguenze legate a fenomeni quali frane od alluvioni. Conseguenze sempre meno potenziali, in quanto scelte sbagliate e ( prosecuzione dei) cambiamenti climatici potrebbero un domani far aumentare i rischi già presenti.
La definizione di specifici fenomeni legati a queste realtà contribuisce a delineare un quadro di tanto possibili quanto preoccupanti episodi legati al concetto di dissesto idrogeologico.
Sarà possibile trovarne una declinazione realistica nel seguito, citando quanto definito da coloro che hanno redatto la versione divulgativa del Rapporto in oggetto:
"[...] Il dissesto idrogeologico costituisce un tema di [...] rilevanza a livello nazionale a causa degli impatti sulla popolazione, sulle infrastrutture lineari di comunicazione e sul tessuto economico e produttivo. L'Italia, per la sua conformazione geologica, geomorfologica e idrografica, è naturalmente predisposta ai fenomeni di dissesto. L'intensa urbanizzazione, avvenuta dal dopoguerra ad oggi senza tener conto delle aree a rischio idrogeologico ed idraulico, unita ai fenomeni come eventi pluviometrici estremi, piene improvvise anche in area urbana, o colate rapide di fango dovuti alle evoluzioni in atto del clima hanno portato un [...] aumento degli elementi esposti e vulnerabili e quindi del rischio. La conoscenza dei fenomeni di dissesto, in termini di distribuzione territoriale e di pericolosità, è un passo fondamentale per programmare adeguate politiche di mitigazione del rischio. [...]" Fonte: Frane e alluvioni in Italia: le mappe dell'ISPRA e la nuova piattaforma web di #italiasicura, isprambiente.gov.it
Il report predisposto dagli addetti ai lavori è quindi un risultato combinato, definito per punti sintetici come focalizzato sulle tematiche riportate:
- Episodi franosi;
- Rappresentazione dei fenomeni legati a pericolosità da frana dei piani di assetto idrogeologico;
- Episodi legati ad alluvioni;
- Rappresentazione dei fenomeni legati a criticità idrauliche;
- Fenomeni legati ad erosione costiera;
- Sviluppo e definizione dei potenziali indicatori di rischio.
Lo sviluppo dei fattori legati a potenziali indicatori di rischio concorre a definire una serie di argomenti grazie ai quali poter circoscrivere una serie di tematiche tanto complesse ed importanti per il futuro collettivo. Gli stessi indicatori di rischio sono esplicitamente definiti nel seguito:
- Popolazioni a rischio di frane;
- Industrie e servizi sottoposti a rischio di frane;
- Beni culturali sottoposti a rischio di frane;
- Popolazioni a rischio di alluvioni;
- Industrie e servizi sottoposti a rischio di alluvioni;
- Beni culturali sottoposti a rischio di alluvioni.
"[...] Supera i 7 milioni il numero degli abitanti residenti in aree a rischio frane e alluvioni (12% del totale), dei quali oltre 1 milione vive in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata (P3 e P4), mappate nei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) e quasi 6 milioni vivono in zone alluvionabili classificate a pericolosità idraulica media P2 con un tempo di ritorno fra 100 e 200 anni [...].
Campania, Toscana, Liguria ed Emilia-Romagna, sono le regioni con i valori più alti di popolazione a elevato rischio frana, mentre i numeri più rilevanti di popolazione a rischio alluvione, nello scenario di pericolosità idraulica media P2, si riscontrano in Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria. A livello comunale, è a rischio l'88,3% dei comuni italiani. [...]
In totale, sono 7.145 (esattamente l'88,3%), i comuni a rischio frane e/o alluvioni: di questi, 1.640 hanno nel loro territorio solo aree ad elevata propensione a fenomeni franosi, 1.607 solo quelle a pericolosità idraulica, mentre in 3.898 coesistono entrambi i fenomeni.
Sette le regioni con il 100% dei comuni a rischio idrogeologico: Valle D'Aosta, Liguria, Emilia -
Romagna, Toscana, Marche, Molise e Basilicata. A queste, si aggiungono Calabria, Provincia di Trento, Abruzzo, Piemonte, Sicilia, Campania e Puglia con una percentuale di comuni interessati maggiore del 90%. Sono, invece, 51 le province con il 100% dei comuni a rischio per frane e inondazioni. I livelli elevati di pericolosità da frana e quelli medi per la pericolosità idraulica, riguardano il 15,8% del territorio nazionale, per una superficie complessiva di 47.747 km2.
In Italia, quasi 80.000 unità locali di imprese (circa l'1,7%) si trovano in aree a pericolosità da frana
elevata e molto elevata per un totale di oltre 200.000 addetti a rischio. Le regioni con il numero più alto di unità locali a rischio sono Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte.
Esposte, invece, al pericolo inondazione nello scenario medio, 576.535 unità, per un totale di oltre 2 milioni di addetti. Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Liguria e Lombardia, sono le regioni con il numero più elevato di imprese vulnerabili al fenomeno idraulico.
I Beni Culturali architettonici, monumentali e archeologici potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono 34.651 (18,1% del patrimonio totale), dei quali oltre 10.000 rientrano in aree a pericolosità elevata e molto elevata. Nello scenario di pericolosità media delle alluvioni ricadono circa 29.000 monumenti, mentre oltre 40.000 sono i beni culturali a rischio nello scenario relativo a eventi estremi P1(meno probabili, ma più intensi). Le Regioni con il numero più alto di beni a rischio nello scenario medio, sono Emilia-Romagna, Veneto, Liguria e Toscana.
Tra i Comuni, spiccano le città d'arte di Venezia, Ferrara, Firenze, Ravenna e Pisa. Roma si aggiunge, invece, se consideriamo lo scenario a scarsa probabilità di accadimento.
Il forte incremento del territorio urbanizzato a partire dal secondo dopoguerra assume nel contesto del dissesto idrogeologico una particolare rilevanza in quanto ha portato a un considerevole aumento degli elementi esposti e quindi del rischio. Attualmente, nelle aree classificate a più elevata pericolosità da frana si trovano 476 km2 di superfici artificiali, pari al 2,7% del totale, mentre oltre 2.000 km2 (11,5%) ricadono nello scenario di pericolosità idraulica media. [...]"
Fonte: Comunicato stampa, isprambiente.gov.it, http://www.isprambiente.gov.it/files/eventi/eventi-2016/frane-alluvioni/comunicato_stampa2mar.pdf
Il quadro di criticità dimostrate andrà quindi ad articolarsi nel rispetto di una tutela territoriale da osservare, valutando nel dettaglio quali siano i numeri e le caratteristiche di un fenomeno sempre presente nelle cronache e ( teoricamente) anche nelle misure di prevenzione da intraprendere a livello di singole dimensioni territoriali.
" Rapporto ISPRA sul dissesto idrogeologico: oltre 7 milioni gli abitanti a rischio nell'88% dei Comuni", rivistageomedia.it, http://rivistageomedia.it/201603029293/scienze-della-terra-evidenza/rapporto-ispra-sul-dissesto-idrogeologico-oltre-7-milioni-gli-abitanti-a-rischio-nell-88-dei-comuni.html
" Frane e Alluvioni in Italia: le mappe dell'ISPRA e la nuova piattaforma web di #italiasicura", isprambiente.gov.it, http://www.isprambiente.gov.it/it/events/frane-e-alluvioni-in-italia-le-mappe-dellispra-e-la-nuova-piattaforma-web-di-italiasicura
" Rapporto ISPRA dissesto idrogeologico: 7 milioni di italiani a rischio", greenstyle.it, http://www.greenstyle.it/rapporto-ispra-dissesto-idrogeologico-7-milioni-italiani-rischio-187124.html
" Frane e Alluvioni in Italia: le mappe dell'ISPRA e la nuova piattaforma web di #italiasicura", regioni.it, http://www.regioni.it/news/2016/03/02/ispra-frane-e-alluvioni-in-italia-le-mappe-dellispra-e-la-nuova-piattaforma-web-di-italiasicura-02-03-2016-446985/
" Dissesto idrogeologico, il report dell'Ispra: 'Anche ottantamila imprese esposte a frane e smottamenti.'", radio24.ilsole24ore.com, http://www.radio24.ilsole24ore.com/notizie/dissesto-idrogeologico-report-ispra-110821-gSLATQNsYB?refresh_ce=1