Queste, più o meno, le parole con cui il 2 gennaio George R.R. Martin ha introdotto il suo lungo messaggio sullo stato dei lavori del sesto romanzo di Le cronache del ghiaccio e del fuoco: http://grrm.livejournal.com/465247.html.
Prima di vedere le sue parole, e di aggiungere i miei commenti, faccio un breve riepilogo delle date.
1996: Martin pubblica A Game of Thrones ( Il trono di spade, 1999, e Il grande inverno, 2000). Su questo romanzo si basa, con un numero di modifiche tutto sommato ridotto, la prima stagione di Il trono di spade, trasmesso negli Stati Uniti nella primavera del 2011 e in Italia nell'autunno del 2011.
1999: Martin pubblica A Clash of Kings ( Il regno dei lupi, 2001, e La regina dei draghi, 2001). Su questo romanzo si basa, con un numero di modifiche più elevato, la seconda stagione di Il trono di spade, trasmessa negli Stati Uniti e in Italia nella primavera del 2012.
2000: Martin pubblica A Storm of Swords ( Tempesta di spade, 2002, I fiumi della guerra, 2002, e Il portale delle tenebre, 2003). Questo romanzo è confluito in gran parte nella terza stagione di Il trono di spade, trasmessa nella primavera del 2013. Parte della trama è confluita nella quarta e parte nella quinta stagione della serie televisiva, le modifiche alla trama sono diventate consistenti anche se la storia rimane riconoscibile.
2005: Martin pubblica A Feast for Crows ( Il dominio della regina, 2006, e L'ombra della profezia, 2007). La quarta stagione di Il trono di spade, trasmessa nella primavera del 2014, riprende alcune trame di A Storm of Swords e una parte consistente di A Feast for Crows, anche se alcune trame dei romanzi sono state totalmente cancellate dalla produzione televisiva con la soppressione di determinati personaggi - anche alcuni punti di vista - e la scelta di far compiere ad alcuni dei personaggi portati in scena azioni molto diverse da quelle narrate dai romanzi. Una delle trame narra tutti gli eventi relativi al suo protagonista fino ad A Dance with Dragons compreso, con la conseguenza che il personaggio rimarrà fuori dalla quinta stagione della serie televisiva.
2011: nel mese di luglio Martin pubblica A Dance with Dragons ( I guerrieri del ghiaccio, 2011, I fuochi di Valyria, 2012, e La danza dei draghi, 2012). Alcuni mesi prima, in aprile, HBO aveva trasmesso la prima stagione di A Game of Thrones, che in italiano diventerà Il trono di spade. Su quanto rimasto non narrato da A Storm of Swords e A Feast for Crows e sulla gran parte di A Dance with Dragons si basa la quinta stagione di Il trono di spade, trasmessa nella primavera del 2015. La serie narra anche alcuni eventi non ancora avvenuti nei romanzi, e se in alcuni casi è evidente che le due trame divergono in altri esiste il forte sospetto che la serie televisiva abbia fatto spoiler sui romanzi non ancora pubblicati.
2016: il 2 gennaio Martin rivela quello che tutti sapevamo già: The Winds of Winter non è ancora terminato. Lo sapevamo per il semplice fatto che George ha sempre detto che non appena avesse ultimato il romanzo lo avrebbe comunicato ai suoi fan sul proprio blog, blog che io controllo quotidianamente. Nessuna notizia significava romanzo non completato, non c'era nemmeno bisogno di dirlo, perché malgrado quello che sembrano pensare in molti Martin non è tipo da aspettare una data particolare per fare un annuncio a effetto. Visto che il romanzo non è ancora finito non c'è nessuna possibilità che possa essere pubblicato prima della trasmissione della sesta stagione, che quindi farà spoiler sulla storia stessa. La previsione di Paul and Storm, che all'epoca in cui ho sentito la loro canzone mi pareva esagerata, si è avverata. Già che ci siamo risentiamoli, che a me mettono sempre allegria:
Fine delle divagazioni, torniamo al messaggio di Martin.
"Credetemi, non sono felice di scrivere queste parole. Voi siete delusi, e non siete i soli. I miei editor e i miei editori sono delusi, HBO è delusa, i miei agenti ed editori stranieri e traduttori sono delusi... ma nessuno può essere più deluso di me."
Pensiamoci.
Pensiamoci davvero. The Winds of Winter non è finito e non sarà finito domani, o la prossima settimana. Certo, Martin ha già scritto molte cose, centinaia di pagine, dozzine di capitoli, ma molto ancora deve scrivere. Sono mesi di lavoro, e questo se tutto fila liscio, cosa che a volte accade e a volte no, e accanto alla scrittura vera e propria c'è la riscrittura - e Martin è uno di quegli autori che riscrivono molto - e ci sono la rifinitura del testo e alcune importanti revisioni dell'intera struttura. Per chi non lo sapesse Martin ha l'abitudine di scrivere diversi capitoli consecutivi dedicati allo stesso punto di vista, poi, quando è andato abbastanza avanti, passa a un altro personaggio. L'ordine dei capitoli viene modificato più volta durante la stesura del romanzo, e a volte lo spostamento di un capitolo determina la riscrittura di una sua parte, o di parte di qualche altro capitolo a esso collegato. Solo alla fine la struttura del romanzo diventa quella definitiva.
"Sfortunatamente, la scrittura non è andata avanti così velocemente, o così bene, come avrei voluto." Le cose da biasimare per questo potrebbero essere tante, i viaggi, il blog, gli altri progetti in cui è impegnato, il Cocteau - lo sapete che anni fa ha comprato un cinema-teatro dismesso, che lo ha rimesso in funzione e che questo è uno dei progetti a cui tiene di più ultimamente? Non per il guadagno che potrebbe derivargli, ma per il piacere di fare qualcosa per la cultura e per la città in cui vive - la sua età. Tutte cose che potrebbero aver avuto un impatto, ma "se devo dire la verità, a volte la scrittura va bene e a volte non lo fa, e questo era vero per me anche quando avevo vent'anni. E mentre la primavera diventava estate, io ho avuto più giornate negative che giornate positive". Semplice, e doloroso.
Più su ho scritto di pensare a quelle parole, "nessuno può essere più deluso di me." Le cronache del ghiaccio e del fuoco sono la sua creazione. Non la sola, io ho letto anche i suoi romanzi, In fondo il buio ( Dying of the Light), Il pianeta dei venti ( Windhaven), Il battello del delirio ( Fevre Dream), Armageddon Rag ( The Armageddon Rag), Fuga impossibile ( Hunter's Run), Il drago di ghiaccio ( The Ice Dragon), i racconti, Il viaggio di Tuf ( Tuf Voyaging), Il cavaliere dei Sette Regni ( A Knight of the Seven Kingdoms) e una buona parte di quelli contenuti in Dreamsongs (mi mancano quelli più horror perché ho paura di leggerli. Già Re della sabbia - Sankings - è stato impegnativo nonostante il fatto che sia bello, e ce ne sono quattro a cui non riesco ad accostarmi) oltre a qualcun altro trovato altrove, più i primi otto volumi delle Wild Cards e il graphic novel Doorways. Ha scritto un bel po' di altre cose George, e io ho amato- amo - quasi tutto. Ma se mai il suo nome entrerà nei libri di letteratura sarà per Le cronache del ghiaccio e del fuoco, non per il resto, anche se tutti i romanzi contengono pagine straordinarie, compreso quel The Armageddon Rag che ha quasi stroncato la sua carriera.
"Siamo qui, all'inizio di gennaio. Il romanzo non è finito, non è stato consegnato. Nessuna parola può cambiare questo fatto. Ho provato, ve lo assicuro. Ho fallito."
Sapete chi è Patrick Rothfuss? Nel 2007, da perfetto sconosciuto, ha pubblicato The Name of the Wind ( Il nome del vento). Il romanzo ha sfiorato la top 10 nelle classifiche di vendita del New York Times, e quel successo lo ha colpito così tanto da rendergli semplicemente impossibile sedersi al computer per scrivere il secondo romanzo della saga. Le aspettative così alte lo avevano terrorizzato. Ne avevo parlato a suo tempo, all'epoca della pubblicazione di The Wise Man's Fear (2011, diventato in italiano La paura del saggio): http://www.fantasymagazine.it/14241/patrick-rothfuss-conquista-i-lettori-americani. Il successo, le aspettative altissime da parte di un numero di fan impressionante, ma non solo.
"Ho sempre avuto problemi con le date di consegna. Per chissà quale ragione non reagisco bene a loro. [...] Ho scritto il mio primo romanzo, In fondo il buio, senza un contratto e senza una scadenza. Nessuno ha saputo che stavo scrivendo il romanzo fino a quando non l'ho inviato a Kirby [il suo agente] per venderlo. Ho scritto Il battello del delirio allo stesso modo. Ho scritto Armageddon Rag allo stesso modo. Nessun contratto, nessuna scadenza, nessuno che stava aspettando. Scrivere alla mia velocità e consegnare il testo quando ho finito. Questo è quello che mi mette più a mio agio, anche adesso.
Ma non intendo cercare scuse. Non ci sono scuse. Nessun altro è da biasimare. Non i miei editor e i miei editori, non HBO, non David & Dan [ David Benioff e D.B. Weiss]. Dipende da me. Ho provato, e sto ancora provando. Ho lavorato sul romanzo un paio di giorni fa, rivedendo un capitolo di Theon e aggiungendo un po' di materiale nuovo, e vi lavorerò ancora domani. Ma no, non posso dirvi quando finirò, o quando il libro sarà pubblicato."
Ammissione dolorosa e probabilmente necessaria ma non sorprendente. Io non ne sono stata sorpresa, mi sarei stupita del contrario. E per quanto riguarda la questione spoiler è da un po' che ci ragiono sopra. Martin parla dell'effetto farfalla, del fatto che per molti versi romanzi e serie televisiva sono diversi, del fatto che alcuni presunti spoiler dello show in realtà non saranno spoiler perché le trame seguiranno percorsi differenti, ma ciò non toglie che ci saranno spoiler. E, a questo proposito, faccio quello che ha già fatto lui:
SE NON AVETE VISTO TUTTE E CINQUE LE STAGIONI E LETTO TUTTI I E CINQUE I ROMANZI FERMATEVI QUI!
Per la verità io non ho visto tutte e cinque le stagioni, dell'ultima ho solo letto i riassunti della trama di alcuni degli episodi. Ho anche iniziato un lungo articolo sullo stupro che chissà quando finirò, ma fa niente. Tanto per me ormai lo show conta poco, più si allontana dai romanzi e più lo trovo inconsistente, anche se alcune divergenze erano necessarie, perciò non mi sono preoccupata nel leggere delle discutibili scelte di Benioff e Weiss. La trama di Sansa su tutte, perché cambiare l'identità del personaggio, far vivere a Sansa le vicende di qualcun altro, non è una cosa di poco conto. Ma torniamo a Martin, e al suo esempio di spoiler/non spoiler.
Come ci ricorda, Mago, Irri, Rakharo, Xaro Xhoan Daxos, Pyat Pree, Pyp, Grenn, ser Barristan Selmy, la regina Selyse, la principessa Shireen, la principessa Myrcella, Mance Rayder e re Stannis sono tutti morti nella serie televisiva, vivi nei romanzi. Su quanto a lungo possa vivere Myrcella io non scommetterei un soldo bucato, Maggy la Rana ha profetizzato a una giovane Cersei che avrebbe visto morire tutti i suoi figli, e anche se non possiamo fidarci del fatto che Martin faccia sempre avverare le profezie (ricordate lo Stallone che Monta il Mondo?) in questo caso io sono propensa a credere a Maggy. Poveri Myrcella e Tommen, anche se la vera Ellaria Sand, ben diversa dalla creatura vendicativa tratteggiata da Benioff e Weiss, nella loro morte non avrà parte alcuna. Martin ci ricorda che alcuni di loro moriranno anche nei romanzi ma non tutti, e che alcuni potrebbero morire in modi diversi. Vero Myrcella? Quanto a ser Barristan, se morirà la sua sarà certamente una morte diversa, e questo vale non solo per lui. D'altra parte Balon Greyjoy, morto nei romanzi, è ancora vivo nella serie televisiva, e i suoi fratelli Euron Occhio di Corvo e Victarion non sono (ancora?) mai apparsi nella serie. Stesso discorso per Jhiqui, Aggo, Jhogo, Jeyne Poole (per la verità lei nella prima stagione c'era, poi ne abbiamo perse le tracce), Dalla e il suo bambino, sua sorella Val, la principessa Ariane Martell, il principe Quentyn Martell, Willas Tyrell, ser Garlan il Galante, lord Wyman Manderly, il Testarasata, la Grazia Verde, Ben Plumm il Marrone, il Tattered Prince (ma come si chiama in italiano? non lo ricordo e ora non ho voglia di fare la ricerca), Meris la Bella, Bloodbeard (idem), Griff e il Giovane Griff, assenti nella serie televisiva anche se alcuni di loro nei romanzi sono punti di vista. E anche chi non è un punto di vista potrebbe avere un ruolo importante in The Winds of Winter e A Dream of Springs.
Il messaggio di Martin si chiude con la speranza che i lettori possano apprezzare lo show e il suo romanzo, sul quale sta ancora continuando a lavorare, un capitolo alla volta, una pagina alla volta, una parola alla volta.
E io?
E noi?
Non so come avete reagito voi al suo messaggio, io so come ho reagito io.
Leggere le parole di Martin non è stata una sorpresa. Gradualmente, mentre il tempo passava, mi sono resa conto che la serie televisiva sarebbe finita prima dei romanzi. Ho avuto tempo per abituarmi all'idea, per accettarla, il che significa che ho letto le parole di Marin con una certa serenità, anche se con dispiacere. L'ho scritto più in su, io sono una fan dello scrittore, non della saga. Le cronache del ghiaccio e del fuoco mi piacciono, sono l'opera con cui ho scoperto Martin, ma non mi sono fermata lì. The Armageddon Rag è un romanzo straordinario. Devo ancora commentare la seconda parte dell'antologia I canti del sogno, e se anche Mondadori ha trattato l'antologia originale Dreamsongs in modo molto poco simpatico spezzandola in un numero infinito di volumi e non traducendo alcune parti quel libro è straordinario. Varianti perdenti ( Unsound Variations) e I ritratti dei suoi bambini ( Portraits of His Children), soprattutto quest'ultimo, mi hanno fatto venire i brividi.
Anche Martin ha altri progetti. La serie Wild Cards è arrivata in libreria per la prima volta nel 1987, quindi ci sono lettori che seguono quelle storie quando ancora i meta-lupi non avevano fatto capolino nella mente di Martin. La prima idea, il ritrovamento dei cuccioli nella neve dopo la decapitazione, è del 1991. A me delle Wild Cards sono piaciuti i primi sette volumi, anche dove a scrivere non era Martin, e se anche l'ottavo non mi è piaciuto con la conseguenza che non ho ancora letto il nono, che ho comprato quasi un anno fa, ci sono lettori che stanno andando avanti e vogliono nuove storie. Martin ora è solo l'editor? Anche questo richiede tempo, dovreste vedere me quando rivedo qualcosa di molto più semplice come una recensione scritta da qualche collaboratore di FantasyMagazine. La leggo, poi l'accantono, poi la rileggo, poi attacco a correggere, poi correggo le mie correzioni... a seconda del testo che ricevo posso dedicargli anche qualche ora. A una recensione di una pagina, mica a un intero romanzo. Martin ha altri progetti, e in genere mi piacciono pure, vedi l'antologia Dangerous Women diventata da noi La principessa e la regina e altre storie di donne pericolose e La ragazza nello specchio e nuove storie di donne pericolose. E se lui non riesce a tenere la mente su un progetto solo, non ci riesco nemmeno io. Dovreste vedere i file incompiuti che ho nel computer. Per la verità un paio ve li ho già mostrati, ma solo un paio, e c'è roba che finisco davvero molto tempo dopo averla iniziata e voi non saprete mai per quanto me la sono trascinata dietro.
Mi piacciono anche le altre opere di Martin e visto che pure io, nel mio piccolo, faccio come lui, non posso certo criticarlo. Piuttosto lo capisco. E visto che mi piace come scrive tendo ad essere empatica con lui.
Non solo, sono anche abituata ad aspettare.
Ho letto La Ruota del Tempo per 21 anni, dal 1992 al 2013, e fin da quando la serie di Jordan è finita ho iniziato a dire che quella di Martin sarebbe durata di più. E, per quanto a qualcuno questo possa sembrare strano, io ne sono felice. Quando stavo leggendo A Memory of Light (ho letto gli ultimi tre romanzi prima in inglese e poi in italiano) ero felice perché finalmente avrei conosciuto la fine della storia, ma ero anche triste perché quella sarebbe stata l'ultima volta in cui avrei potuto scoprire qualcosa di nuovo riguardo a quel mondo e a quei personaggi. Con Le cronache del ghiaccio e del fuoco sarà lo stesso. Leggere A Dream of Spring mi renderà felce e triste allo stesso tempo perché sono cresciuta con quei personaggi, mi hanno accompagnata per una parte importante della mia vita, e anche se io voglio conoscere la fine della storia i suoi protagonisti mi mancheranno. Il bastardo di Bolton no, lui lo vorrei morto subito, ma quasi tutti gli altri mi mancheranno.
HBO spoilererà la conclusione della saga? Sì, e no. Non ci saranno spoiler sulla mamma di Jon Snow, anche se in televisione la rivelazione verrà fatta prima, perché tutti conosciamo la sua vera identità. Non ci sono dubbi nemmeno sul fatto che ancora per un po' avremo in giro lo stesso Jon Snow, malgrado la scena da cesaricidio di cui è stato involontario protagonista. Non avrebbe avuto senso, per Martin, montare tutto quel castello di indizi e rivelazioni riguardo a sua madre se questo dettaglio non fosse stato importante almeno per un singolo episodio della storia. Quest'episodio non c'è ancora stato, perciò Jon Snow non può essere morto, o almeno non può essere morto n modo definitivo. Magari morirà più avanti, non ho idea di chi sopravviverà alla storia, ma per Jon non è ancora arrivato il momento di morire. Che Kit Harington sia stato visto aggirarsi nei pressi del set, che i suoi capelli siano di nuovo lunghi, è solo una conferma di quel che già sapevamo. Come sopravviverà... questo davvero potrebbe essere uno spoiler, così come ce ne saranno altri. Il nome di chi alla fine siederà sul Trono di spade, per esempio. Io sono convinta che sarà la stessa persona nelle due diverse versioni della storia, anche se non ho idea della sua identità. E quindi, al di là delle divergenze, cosa accadrà con quelli che saranno davvero degli spoiler?
Ho amato ugualmente il romanzo.
HBO mi spoilererà il finale? Ok, HBO mi spoilererà il finale, anche se io preferirei non sapere nulla. Ma non posso smettere di usare il computer e rintanarmi da qualche parte per evitare che le notizie mi raggiungano. Quello che posso fare è aspettare, ed è esattamente quello che farò. Io non voglio un libro ora, non mi interessa avere qualsiasi cosa pur di evitare spoiler. Io voglio il miglior libro che Martin possa scrivere, e questo solo lui può farlo e solo seguendo i suoi ritmi. Ora George si troverà a dover fronteggiare una terribile pressione, anche se i suoi fan gli hanno manifestato la loro solidarietà. 1018 commenti raggiunti dal suo messaggio in pochissimo tempo, e se non ce ne sono altri è perché lui ha bloccato la possibilità di postare qualcosa di nuovo, sopraffatto dai messaggi che ha ricevuto. Fra l'altro ha bloccato pure me, che non sono riuscita a esprimergli la mia solidarietà e il mio affetto. Ma non ha importanza, non volevo apparire sul suo blog tanto per apparire ma dirgli che per quanto per lui questo sia un momento difficile ci sono ancora persone che amano quello che sta creando. Altri lo hanno fatto al posto mio, e lui li ha letti e ci ha ringraziati tutti: http://grrm.livejournal.com/465494.html. Sicuramente ci sarà chi lo criticherà, un paio di commenti li ho visti senza neppure andarli a cercare. Molti fan saranno arrabbiati, sentimento che in questo caso, a differenza della tristezza, non riesco a capire. Non io, a me basta che lui abbia la serenità per continuare a scrivere al meglio delle sue possibilità. Se qualcosa durerà, sarà in contenuto dei libri, non il tempo che ha impiegato a scriverli.
Mentre scrivevo mi sono imbattuta in un interessante articolo sugli scrittori che, per qualche motivo, non riescono a terminare i loro libri, ma visto che ho già scritto fin troppo non riesco a commentarlo. Se volete leggerlo il link è questo: http://www.theguardian.com/books/2016/jan/05/george-rr-martin-when-writers-cant-finish-books.