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Su Il Giornale apologia dell'intolleranza firmata Massimiliano Parente

Creato il 18 luglio 2010 da Ppcaserta
“Il Giornale” partorisce un altro grande intellettuale: Massimiliano Parente
Se fosse per i suoi contenuti giornalistici, il foglio di famiglia del premier potrebbe tranquillamente essere ignorato. E invece io credo che ogni tanto vado letto con attenzione, proprio perché megafono del berlusconismo, anzi che sia un atto di superbia non prendersi la briga di farlo perché per quanto questi tempi non ci piacciano dobbiamo pur guardarli in faccia.
Tornando dunque al nostro, se la prende con quella che chiama l’ipocrisia del rispetto.
Vi prego, qualcuno ci salvi dalla retorica del rispetto, perché ne posso più, te lo insegnavano anche a scuola e prima ancora la mamma e il papà e i nonni, abbi rispetto, ti dicevano, decenni di rispetto inculcato fin da bambini, e in verità nessuno ha mai rispettato (...)
(...) nessuno, segno che serve a ben poco e ognuno rispetta quello che può. La retorica del rispetto, di questa parola orrenda e vuota, non ha limiti, e ogni faccia finge di essere il rovescio della stessa medaglia al valore del rispetto da rispettare.
C’è il rispetto per le religioni, che però sarebbero tenute, oltre che a rispettare la scienza, anche a non rispettarsi fra di loro, altrimenti che religioni sono se per una Gesù Cristo è il messia, per l’altra un profeta qualsiasi, per l’altra non è nessuno perché punta al nirvana. Ciò nonostante esiste un vilipendio della religione e non un vilipendio della scienza, quindi anche questo rispetto non rispetta il rispetto della verità sperimentale dei fatti. (…)

In apparenza potrebbe sembrare persino un articolo condivisibile.
Perché se quello di Parente fosse un ceffone all’ipocrita deferenza insita in certe derive del politicamente corretto, allora sarei senz’altro d’accordo con lui.
Ma mi chiedo: è proprio questo il punto? Vediamo di seguire il ragionamento del nostro. Il sospetto che l’articolo non sia quello che sembra mi viene abbastanza presto, anche perché poco oltre leggiamo:
Non si può cambiare la Costituzione, perché c’è il rispetto della Costituzione, che però confligge con il rispetto della maggioranza parlamentare, che confligge con il rispetto della minoranza parlamentare e delle minoranze umane in generale,
Qui il nostro la butta, come dire, un po’ in confusione, però è ugualmente chiaro il richiamo a quella concezione della democrazione, cioè la sua riduzione all’investitura popolare, che è un cardine del berlusconismo. Sostanzialmente, chi ha la maggioranza fa quello che vuole, poco male se lo fa a colpi di fiducia, poco male se lo fa cambiando le regole ecc.
Ma proseguiamo. Subito dopo Parente passa all’Islam:
E a proposito di Islam, per carità, nessuno obietti alcunché su clitoridectomie, infibulazioni e lapidazioni, oltre al rispetto delle religioni c’è il rispetto dei popoli e delle tradizioni popolari e lì non si finisce più (…)
Capito il giochino: se rispettiamo l’Islam, dobbiamo rispettare anche l’infibulazione, che ne fa parte. È un po’ come dire che se rispettiamo l’Occidente dobbiamo rispettare anche il traffico d’armi o, chessò, se rispettiamo il giornalismo dobbiamo rispettare anche Massimiliano Parente.
Il quale vuole far passare che l’infibulazione vada annoverata tra le tradizioni popolari, manco fosse una sagra di paese. Come se non fosse proprio possibile rispettare una cultura, condannando tuttavia il mancato rispetto per i diritti umani, considerati nel loro nucleo universalistico, da qualunque parte questa violazione provenga.
A questo punto non era pensabile che Parente non estendesse la sua finissima analisi anche agli orientamenti sessuali:
Senza considerare il rispetto per gli omosessuali anche quando sono la brutta copia degli eterosessuali (…)
Possiamo davvero leggere in tutto questo un attacco all’ipocrisia del politicamente corretto, quando dobbiamo leggere notizie come questa, o quando dobbiamo ascoltare, non di rado e senza che suscitino pubblico biasimo, le dichiarazioni profondamente omofobe di un vescovo?
Nella sua essenza dialettica il pensiero si alimenta senza dubbio si istanze contrapposte; sostener e l’una o l’altra in un certo momento storico è un precisa scelta intellettuale. Parentesostiene che non è necessario rispettare la Costituzione, mentre c’è chi sta cercando di cambiarla a proprio esclusivo vantaggio; sostiene che non c’è motivo di rispettare gli omosessuali, quando l’omofobia emerge come problema; sostiene che non è necessario rispettare l’Islam, quando la Lega conduce da sempre una violenta campagna islamofoba. Questo non è uno schiaffo al politicamente corretto. È un’apologia dell’intolleranza e del qualunquismo, puntelli del berlusconismo.
Per l'articolo originale di Parente clicca qui

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COMMENTI (1)

Da zeitgeist
Inviato il 31 maggio a 17:52
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Non sono molto d'accordo su questa recensione, anche perché, l'autore implicitamente ritiene che Parente sia uno schierato, e purtroppo così non è - forse parlare con cognizione di causa non guasta, sapere magari che Parente pubblica articoli tanto su editoriali di destra che di sinistra. Definire il suo pensiero come una molla del berlusconismo, mi sembra davvero fuori luogo. Lo dico io che ho letto anche i romanzi di Parente e tra tanti, La macinatrice, un chiarissimo attacco al berlusconismo. Parente in fondo, attacca quelli come lei, caro recensore. Perché la vostra etica del rispetto è ormai diventata un manuale del quieto vivere. Le sta a cuore che la Lega dichiari guerra all'Islamismo e non contempla invece quanto i capisaldi dell'Islam odino l'Occindente ? Definendolo patria del demonio ? Altra lezione sul rispetto: il rispetto per funzionare non devere essere una condizione passiva, ma attiva e reciproca. Altra curiosità: prima dell'avvento di Berlusconi, la Costituzione italiana è stata rimaneggiata ben 32 volte. Di nuovo, caro recensore, impari a fare bene i suoi compiti, prima di proporci la morale del politicamente corretto e prima di giudicare un giornalista scrittore, di cui pretende di sapere tutto sulla base di un articolo che ha interpretato a suo modo e maniera, solo perché apparso sul Giornale.