Su iPad gli articoli di The Economist li leggono i giornalisti e gli attori

Da Pinobruno

Da tempo è possibile ascoltare sul web gli articoli del settimanale britannico The Economist, letti dai giornalisti o da attori professionisti e non da una voce sintetica. Adesso il servizio si estende all'edizione digitale confezionata per iPhone e iPad. Ci sono due nuove applicazioni fatte su misura per i dispositivi mobili Apple, ulteriore conferma del trend dell'editoria, in fuga dalla carta.

Le applicazioni dell' Economist possono essere scaricate gratuitamente e prevedono la ricezione settimanale di alcuni articoli, selezionati dal direttore. L'edizione completa è disponibile in App Purchase ogni settimana dalle ore 22 del giovedì. Gli abbonati alle versioni digitale e cartacea avranno accesso illimitato a The Economist su iPad, iPhone e iPod touch oltre che al sito della testata, utilizzando i dati di riconoscimento del proprio abbonamento cartaceo o online. Una volta scaricata, ogni edizione della rivista viene archiviata sul dispositivo dell'utente e può essere letta integralmente anche in assenza di collegamento internet.

Ben altra cosa accade in Italia, dove chi ha acquistato un abbonamento cartaceo a La Repubblica, Il Corriere della Sera o La Stampa non ha diritto a codici di accesso alle versioni digitali. Oppure, chi ha acquistato un abbonamento alla versione web dei quotidiani, non può usare il suo account per leggere i giornali su iPhone, iPad o Ipod. Assurdo ma vero!

Le singole edizioni dell'Economist possono essere acquistate ogni settimana al prezzo di 4,99 euro ciascuna. "Abbiamo riformattato la rivista per sfruttare al massimo iPad, iPhone e iPod touch pur conservando l'aspetto familiare di The Economist, con tutti gli articoli, i grafici, le cartine e le immagini presenti in ogni edizione cartacea settimanale - dice il direttore John Micklethwait - in aggiunta abbiamo integrato la nostra edizione audio, letta da cronisti professionisti, per passare facilmente dalla lettura all'ascolto.

Abbiamo lavorato molto per fare in modo che queste nuove versioni di The Economist non siano solo facili da utilizzare, ma facciano anche sentire i nostri lettori a casa".


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