Su Lucio Dalla: Solidarietà e incoerenza

Da Flavialtomonte

Dannazione, proprio ieri si parlava dei cantanti che scrivono libri sul blog di Morena Fanti. Io un libro di Lucio Dalla l’avrei letto con piacere, magari con il testo di Nanì che ha cantato PierCarone al Sarrè (che forse a poesia funziona di più). No scusate se scrivo così, ma sto cercando di capirci qualcosa.

Anno bisestile o PierCarone? Non voglio mettere pulci alle orecchie, ma appena ho saputo del tragico accaduto (e su questo sono seria) non ho potuto fare a meno di chiedermi: Sfiga o fortuna per il pupillo di Amici?

Nel primo caso, nessuno si proporrà più di scrivergli testi, e quindi continuerà a strinpellare e canticchiare in giro per l’Italia; oppure, nel secondo caso, diventerà davvero il discepolo di Lucio Dalla (come avevano predetto al Sarrè) e comincerà a cantare con il ‘tighidì‘ tanto parodizzato.
Ma poi ho fatto il ragionamento per assurdo (che in Italia funziona sempre): ‘da morti son tutti i numeri uno e i vivi son stati fortunati a fiancheggiarli’. Quindi per PierCarone avrà inizio una splendida discesa.

Ma per il momento, accendete le televisioni, leggete i giornali, navigate su internet, almeno per oggi, perché con la tragica occasione potrete conoscere il Lucio Dalla che non avete avuto la fortuna di conoscere fino ad oggi attraverso i media, ma solo per sentito dire. Ma affrettatevi, condividete frasi e canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana (ormai, basta esser vecchi e assassini per passare nella storia e in televisione, anche perché essere vecchi ai giorni d’oggi non è mica facile?)

Io invece la trovo orrenda tutta questa falsa solidarietà. La coerenza è il sentirsi di fare qualcosa in ogni caso perché la si vuole fare. Non servono a niente gli elogi e le parole di consolazione. Il ‘poverino’ lasciatevelo scappare di fronte ai criminali e agli assassini che ‘non sanno quello che fanno’ o ‘lo sanno troppo bene’.
Quale esempio riusciamo a trarre dai media che ormai hanno inondato e oscurato le menti umane manipolate dal falso moralismo?

Tornando al discorso iniziale, io un libro di Lucio Dalla – scherzavo prima – non lo comprerei mai, perché non ho amato il genere, ma come non comprerei mai il libro di Pupo.
Personalmente, apprezzerei che a una certa età a un cantante, attore, presentatore, o chicchesia, gli si facesse un tributo, e si parlasse di lui per un certo periodo, così che alla sua morte saremmo tutti preparati su vita morte e miracoli dell’artista così da apprezzarlo da vivo: farebbe più piacere.


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