28 Marzo. Dopo la partecipazione del film ai festival di Torino e Rotterdam, per “Su Re”, il film “di Giovanni Columbu distribuito dalla Sacher Distribuzione, arriva la prima onorificenza. È stato designato “Film della Critica” dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani.
È stato l’Ente Lirico di Cagliari a fornirci ed a confezionare la maggior parte degli abiti di scena, durante un tour de force di due mesi noi li abbiamo sistemati e invecchiati.
Già da quei tempi nell’aria si sentiva che “ Su Re”, film recitato in lingua sarda, avrebbe assicurato forti emozioni.
Quando finalmente iniziammo a lavorare sul set con gli attori non attori, Fiorenzo Mattu interpretava Giuda e Giovanni Frau recitava la parte di Gesù.
Le riprese iniziarono nella chiesetta di San Giovanni di Sinis, durarono per una settimana e proprio l’ultimo giorno ho contratto una “sconosciuta” infezione batterica ad un dito che mi ha portato ad un ricovero di 15 giorni, ad un ulteriore mese di cure nella camera iperbarica ed alla completa inattività per ulteriori quattro mesi, lasciando visibile nel dito indice della mano destra, l’indelebile ricordo di quel periodo lavorativo.
Per la parte di Caifa ci sono stati alcuni avvicendamenti. Inizialmente era interpretato dal celebre autore del romanzo “Padre padrone” di Gavino Ledda, sostituito prima dallo stesso Giovanni Columbu, fino a trovare in Tonino Murgia e nella sua decisa e prepotente interpretazione, la giusta forza espressiva, capace di far condannare Gesù all’ingiusta e storica crocifissione. Giovanni Frau invece diventerà l’apostolo prediletto Giovanni, ma il più evidente e incisivo cambiamento è stato quello di far ricoprire il ruolo di Gesù a Fiorenzo Mattu.
Nove sono state le settimane di ripresa, spalmate in diverse stagioni ed in tre anni di lavorazione.
I periodi si sono avvicendati passando dal gran caldo estivo alla rigida e fredda stagione invernale, per cui come spesso accade nei film, abbiamo dovuto lavorare adeguandoci agli eventi meteorologici.
I venti, le piogge e la grandine non ci hanno risparmiato in nessuna delle location utilizzate, ma fra tutte mi fa piacere ricordare i giorni del monte Corrasi, meritano sicuramente una citazione particolare. Sarà stata una coincidenza, anche strana, ma quando nella zona di Oliena girammo le scene della crocifissione, proprio mentre si girava la scena del terremoto ed avveniva la morte di Gesù Cristo, improvvisamente i cieli si riempirono di nerissimi nuvolosi.
Centinaia sono state le persone che contemporaneamente si sono ammassate nel nostro reparto, doverli improvvisamente accogliere, spogliarli dai loro costumi di scena e rivestirli con i loro propri abiti ci ha proprio fatto venire in mente “scene bibliche”.
Tutte fatiche comunque ricompensate dall’unione e dall’amicizia profonda che si è creata sia con gli attori che all’interno della troupe.
Pane, formaggi, salsicce, prosciutto, dolci e dell’ottimo vino, che i figuranti del film hanno condiviso con noi tutti e assieme abbiamo cantato e giocato a “Sa murra”. Indimenticabili momenti che finivano sempre troppo presto e che a volte era difficile da interrompere per rivestire e riordinare velocemente gli attori per il set.
In questi anni di lavorazione si sono avvicendati diversi attori, comparse, operatori, fonici, microfonisti, aiuto registi, l’unico reparto che non è mai cambiato è stato il nostro dei costumi.
Senza alcun dubbio affermo che il Gesù di Columbu è una scommessa vinta. Un’esperienze unica. Vederlo in sala è stato emozionante, come lo è stato rivedere alcuni dei protagonisti che hanno collaborato alla creazione di “Su Re” e che oggi defunti, non ci sono più.
È stato commovente rivederli. Un nome su tutti è quello del padre di Giovanni Columbu, Michele Columbu, che non ho mai avuto il piacere di conoscere personalmente e che fisicamente avrebbe dovuto recitare la parte di Isaia. Il suo stato di salute non lo ha permesso, ma il film inizia (e finisce) proprio con la sua tremolante voce che racconta gli eventi accaduti e con l’immagine di Maria (interpretata da Pietrina Menneas) riversa sul corpo di Gesù morto.
A queste persone scomparse che non hanno potuto rivedersi in quest’opera, dedico le mie gioie.
Written by Elsa Carta