Nel cerchio in rosso, la struttura brillante nel Ligeia Mare ripresa dal RADAR di Cassini il 10 luglio del 2013 e mai osservata prima. L’mmagine, in falsi colori, è stata modificata rispetto a quella originale. Crediti: NASA/JPL-Caltech/ASI/Cornell
Arrivare all’Isola che non c’è e lì incontrare Peter Pan era un privilegio destinato solo ai bambini, grazie alla loro immaginazione e “… seguendo la seconda stella a destra e poi dritti fino al mattino”. Senza usare questi metodi, ma grazie all’analisi delle immagini radar inviate dalla Sonda NASA/ESA/ASI Cassini, un’altra Isola che non c’è è stata scoperta da un gruppo di scienziati guidati da Jason Hofgartner della Cornell University di New York. Nessun essere umano ci ha mai messo piede, e forse mai ce lo poserà: si trova a più di un miliardo e trecento milioni di chilometri dalla Terra, nel mezzo del Ligeia Mare, il secondo dei bacini di metano ed etano presenti su Titano, la maggiore delle lune di Saturno.
“Nel luglio dello scorso anno, Jason Hofgartner e Alex Hayes, anch’egli della Cornell, hanno individuato che una porzione di Ligeia sembrava cambiata rispetto alle precedenti riprese effettuate dalla sonda Cassini nel 2007”. A raccontare la scoperta a Media INAF è Jonathan Lunine, ricercatore presso la stessa Università statunitense e già associato INAF, che ha partecipato allo studio pubblicato on line sul sito web di Nature Geoscience. “Una grande area di alcune centinaia di chilometri quadrati nel Ligeia Mare era infatti diventata più brillante, e un’ulteriore indagine nei dati in archivio risalenti ad osservazioni del maggio scorso confermava questa caratteristica. Le nostre accurate verifiche hanno escluso che questo cambiamento sia stato generato da artefatti nel sistema radar o dagli stessi algoritmi con cui sono stati elaborati i dati. Così quella che noi chiamiamo tecnicamente ‘anomalia’, o più colloquialmente ‘isola magica’ c’è, e per davvero.
“Riteniamo che la struttura apparsa davanti ai nostri occhi durante l’analisi delle immagini sia un cambiamento avvenuto sulla superficie del Mare” prosegue Lunine. “Siamo convinti che quella apparsa non sia una vera e propria isola ancorata alla crosta che sia affiorata a causa di una diminuzione del livello del mare o, al contrario, perché si sia innalzata a seguito di fenomeni tettonici. I risultati presentati nel nostro articolo indicano che si tratta di un fenomeno legato al liquido che compone il Mare, come la presenza di onde, bolle o forse anche materiale galleggiante che possiede una differente composizione rispetto al metano e all’etano di cui è fatto quel bacino. Per questo motivo ho sempre chiamato l’anomalia “l’isola che non c’e`”, anche se agli altri questo nomignolo non sembra piaccia molto”.
Quello che comunque emerge sempre di più dalle indagini condotte sulla più grande delle lune di Saturno grazie alla missione internazionale Cassini, dal 2004 in orbita attorno al pianeta con gli anelli, è di trovarsi un mondo assai mutevole e con alcune caratteristiche che richiamano addirittura fenomeni terrestri.
“Ritengo che più si studia in dettaglio un corpo celeste su un lungo periodo di tempo, più è facile trovare dei cambiamenti” commenta Lunine. “L’atmosfera di Titano, i liquidi presenti sulla sua superficie, i suoi venti e il suo clima producono sicuramente dei cambiamenti ed è solo la nostra limitata capacità di monitorare questo corpo celeste, visitato brevemente da Cassini durante ogni orbita attorno a Saturno, a darci l’illusione di un mondo statico. Cosa vedremmo se potessimo passeggiare lungo le spiagge del Ligeia Mare e osservare l’ambiente costiero nel tempo? Sono sicuro che noteremmo parecchi cambiamenti”.
Per saperne di più:
- le ultime news di Media INAF su Titano, la luna principale di Saturno
- l’articolo Transient features in a Titan sea di J. D. Hofgartner et al. pubblicato on line sul sito web di Nature Geoscience
Fonte: Media INAF | Scritto da Marco Galliani