Su una corda.

Creato il 21 febbraio 2012 da Blogdispiccioli @blogdispiccioli

In una chitarra ci sono sei corde, non cinque tasti. I tasti sono un'altra cosa e sono molti di più. Per diventare un eroe della chitarra serve talento, esercizio e fatica. Non una consolle. Potete andarlo a dire al vostro vicino mentre vi martella il cervello con il suo TAC TAC TAC, ma non vi auguro di fare la sua conoscenza. Aprirà la porta incazzato e sudato, stretto nella maglietta cenciosa degli Iron Maiden. E vi maledirà per averlo interrotto nel mezzo di un devastante assolo. Quindi prendete questa piccola introduzione per buona e cominciamo. Qui parliamo di strumenti veri.
Inconsueti, ma veri.
Gli appassionati di chitarre sono una razza a parte, ben diversi dai chitarristi. I primi sembrano degli eterni adolescenti, spendono gran parte del loro tempo ad aggiornarsi sui modelli di amplificatori e di accessori di ultima generazione, tenendo sempre d'occhio il mercato alla ricerca dell'occasione d'oro. AC15,AC30, semivalvolare, Marshall, Gibson, Fender e una tonnellata di altri nomi altisonanti condiscono il loro vocabolario, costringendo chiunque si trovi ad ascoltarli ad un muto e assenziente cenno di capo.  I chitarristi, quelli veri, si "limitano" a suonare. E di solito sono i migliori.  Fatta questa ulteriore digressione, voglio presentarvi due musicisti molto particolari, che di certo si distaccano molto dal cliché "eroico".
Seasick Steve è un bluesman, forse uno dei pochi rimasti. Non lo dico per sminuire i numerosi e validi musicisti che suonano questo genere, ma con la sua lunga barba bianca e i tatuaggi scoloriti, sembra portarsi addosso il fardello di una vita, alleggerendolo con la musica più viscerale. E' stato un vagabondo, ha girato l'America dopo essere fuggito di casa a tredici anni per sfuggire alle violenze del patrigno. Steve intreccia i racconti per fare da preludio alle canzoni. L'evoluzione artistica di questo personaggio ha trasformato il suo modo di fare musica. Se molti musicisti aspirano ad una completezza e ad una perfezione sonora, Steve ha rimosso tutti gli inutili orpelli che avrebbero contaminato la genuinità del messaggio. Non ha una band che lo accompagni. Suona da solo, battendo il tempo su una scatola di legno chiamata Mississipi Drum Machine. Questo strumento improvvisato, prende il nome da una targa di motocicletta che ne decora un lato. E poi c'è la sua chitarra, la sua ascia. Per lungo tempo è stata attaccata ad un chiodo, come semplice arredo. Il proprietario, Sherman Cooper, l'aveva trovata chissà dove. Sherman ha regalato lo strumento a Steve, nonostante fosse malmesso, ammaccato, e con soltanto tre corde. Sua moglie, quasi ironicamente, disse: "Questa chitarra ti renderà famoso". Era perfetta per lui: la sua grezza malinconia nascondeva un'anima. Tre corde, la Three-String Trance Wonder.  E poi la One-Stringed Diddley Bow, la chitarra con una corda sola costruita da James "Super Chikan" Johnson. 
Seasick Steve non è l'unico artista ad aver rivoluzionato il proprio modo di suonare. Brushy One String è un singolare personaggio della scena musicale giamaicana. Scoperto grazie ad un documentario realizzato sui nuovi artisti dell'isola, "Rise Up", Brushy si è rivelato essere un artista davvero unico. Suo padre, Freddie McKay, era un famosissimo cantante reggae negli anni '80. Brushy ha ereditato uno stile canoro molto simile a quello paterno, ed ha saputo esaltarlo grazie alla vera peculiarità della sua musica. Brushy suona con una corda sola. Un Mi basso, l'ultima corda della chitarra, quella più spessa. Pizzicandola come se fosse un contrabbasso, il Re della corda sola accompagna le sue canzoni, ricreando un' atmosfera magica che richiama le origini musicali della Giamaica.Vive con sua moglie in una casa di poche stanze dai muri di compensato. Non si separa mai dal suo strumento, e riempie le persone di buonumore con la sua risata.
Seasick ha avuto una grande seguito in America. Artisti del calibro di John Paul Jones (ex Led Zeppelin) e Dave Grohl lo hanno accompagnato durante numerosi concerti.
Anche Brushy sta trovando il suo spazio nel panorama internazionale. Un documentario appena realizzato sulla sua vita, ha portato la sua musica all'attenzione di molti. Grazie al passaparola di Facebook, Brushy sta organizzando una serie di concerti, contando molto sull'aiuto e sulla solidarietà dei suoi ammiratori.
Brushy e Seasick Steve probabilmente non si conoscono, eppure, come avete potuto leggere, hanno molto in comune.  Hanno saputo sfruttare una sorta di fastidioso problema tecnico tramutandolo in una firma stilistica. Chi suona la chitarra conosce bene quella sensazione di smarrimento che segue alla rottura di una corda. Una mutilazione temporanea, a cui si rimedia con un po' di pazienza. Le chitarre, quando si rompono le corde, sembrano tristi. Steve e Brushy hanno trasformato la malinconia, hanno ricercato la genuinità senza lasciarsi influenzare dalle tendenze.
Il messaggio prescinde dalla perfezione del mezzo, dalla pulizia della tecnica, e arriva molto più in profondità.
"Pensa sempre a ciò che è utile,e non a ciò che è bello. La bellezza verrà da sé."
Nikolaj Vasil'evič Gogol
Alessio MacFlynn

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