Recensione
- Denovali Records
- Anno: 2015
Terzo disco per il musicista greco trapiantato a Berlino Foray, e nuova immersione totale nella sua fredda elettronica che fa muovere i nostri pensieri.
Gli elementi che compongono la musica di Subheim sono quelli che vanno a comporre molte altre musiche, ma lui con il suo talento e con la sua sensibilità riesce a dare un tocco ulteriore. Foray è una fuga notturna in un mondo che non ha coordinate ma che possiede un ben preciso centro di gravità che si chiama melanconia. Attraverso questa dolce nebbia Subheim ci conduce in luoghi sfocati, forse solo sogno, o forse reali solo per noi, l’importante è che ognuno si immagini il proprio mondo.
Rispetto ai grossi inserti orchestrali del suo disco, Subheim non rinnega nulla, ma si nasconde nell’ombra e rifugge la luce, in modo da vedere meglio le vicende umane.
L’elettronica di Subheim non ha fretta, traccia spirali che si compongono e che arrivano lontano, per poi tornare ma in forma diversa rispetto ad un loop, più simili alla concezione orientale del tempo.
Questo disco è la conferma che se l’elettronica sta nelle mani di persone illuminate possono nascere grandi cose, poiché immenso è il suo potenziale.
Ipnosi notturna in un bosco popolato di sogni.
TRACKLIST
1. Bitter
2.Neon
3.Foray
4.Alone
5.Red Ridge
6. Night Walk
7.Forsaken
8.Silence
9.Arktos
10.Berlin