"Progetta sempre una cosa considerandola nel suo più grande contesto, una sedia in una stanza, una stanza in una casa, una casa nell'ambiente, l'ambiente nel progetto di una città” -Gottlieb Eliel Saarinen (1873 – 1950), architetto
<<Di cosa ha bisogno la nostra città? Che cosa desiderano i fidentini? Che cosa ci manca per poter raggiungere uno sviluppo in armonia con i tempi nuovi e difficili che stiamo vivendo? E come la mettiamo con i partiti, con questo Pd e con questo Pdl, con i dirigenti del Pd e del Pdl, cioè con coloro che, per grazia ricevuta titolari di un marchio, esigono il silenzio e l'obbedienza?
Diciamolo, a forza di identificarsi impropriamente con il potere e con la gestione clientelare del potere, quei dirigenti per grazia ricevuta, confondendo l'azione politica con il controllo dell'apparato della pubblica amministrazione, nel momento in cui perdono, o non riescono ad ottenere, questo controllo, entrano in crisi e, disperatamente all'arrembaggio, strumentalmente tentano d'impedire che la politica, quella vera, finalmente svincolata dai partiti, da questi partiti, rinasca e cresca sotto altre forme, magari abbattendo vecchi steccati, a destra come a sinistra. Questo il contesto; chi fa politica oggi dovrebbe prenderne nota. Insomma, non si può far finta di niente. E non si illudano i tenutari locali dei simboli del Pd e del Pdl, non saranno le prossime elezioni politiche a ridefinire localmente uomini, partiti, alleanze e programmi a livello cittadino.Se per qualcuno sembra non esserci speranza di rimedio, la faccenda è chiara: c'è chi ha paura e c'è chi fa paura, e l'atmosfera è avvelenata da contrasti aperti, da sentimenti di rancore e di vendetta, dalla sensazione di una diffusa immaturità politica.
A questo, anche a questo, bisogna saper reagire.
Oramai è tempo. Occorre uno strumento, agile e capace di comunicare dal passaparola alla rete.
A ben vedere, con l'incattivimento e la perdita di credibilità dei partiti, lo strumento per fare politica c'è ed è il civismo, un civismo vero, non mero strumento elettorale usa e getta, ma una visione della politica, più a diretto contatto con i cittadini, altra rispetto al sistema dei partiti, che, nei fatti, non corrispondono ai bisogni dei cittadini fidentini ma a logiche partitico-personalistiche che provengono da Parma piuttosto che da Bologna.
Al contrario, c'è bisogno di uno strumento, non ideologico ma realista, dove i valori positivi della nostra realtà urbana si possano discutere e condividere e tradurre in politica del fare.
In base a questa seppur semplicistica visione, l’unico elemento su cui si può ripartire per costruire politica del fare è dar corpo, sul serio e magari sfondando i vecchi steccati ideologici, ad un qualcosa d'altro. Ad esempio, concretamente e visivamente, in Consiglio comunale unire in un unico gruppo Vivi Fidenza con la Lista Civica di Mario Cantini e, contemporaneamente, attivare stabilmente una significativa e visibile presenza in città, fuori dal Palazzo comunale; un luogo dove confrontare, mettere in discussione e proporre fattibili programmi di governo della città, partendo da scelte strutturali che devono tenere conto della salvaguardia e tutela del patrimonio artistico, culturale, ambientale, e della qualità dei servizi, tendenzialmente cercando di diminuire, tariffe e accise di competenza comunale, come farebbe un buon padre di famiglia in un periodo di crisi. Sarà il caso di ragionarci sopra.>> http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane