A meno di un anno dalla sua pubblicazione, la raccolta poetica “Follia” dell’ autore Vincenzo Monfregola è stata ristampata dalla casa editrice, Edizioni R.E.I., nel mese di febbraio 2013. Una soddisfazione per la casa editrice e per il poeta.
“Degenerano/ emozioni,/ amicizie e amori,/ degenerano/ i sorrisi/ e le rughe espressive/ raccontano/ di storie importanti…// … finiscono/ diari di tempi armoniosi…// Cambiano/ le emozioni/ se pur vivi/ i passati/ improntati/ negli album dei ricordi…” – “Diari di tempi armoniosi”
“Follia” è una raccolta che lega a se le dinamiche del tempo in corrispondenza con la gioia di vivere vista come anormalità di vivere, vera e propria follia nelle società evolute. Vincenzo intrattiene con il lettore un rapporto solare e genuino che non investe la sfera del diniego della vita, neppure quando le argomentazioni trattano della morte.
La follia, dunque, diviene la via per conoscere se stessi e gli altri, una via che si percorre con la freschezza di un bambino che insegue ogni curiosità in modo neutro. La positività della raccolta è in simbiosi antitetica con il titolo della stessa, in quanto il termine viene abitualmente utilizzato per la denigrazione dell’individuo. In questa chiave poetica, la follia diviene armonia del vivere, dell’amare e dello scrivere.
L’autore è stato incontrato per rispondere ad alcune curiosità riguardo la sua raccolta. Buona lettura!
Vincenzo Monfregola: Alta, altissima… vedi credo che esser folli sia essenziale, lo è perché solo essendo tale si riesce a vedere con occhi che ascoltano e sentire con orecchi che guardano un mondo sconosciuto ai non folli; colori, forme, suoni, sinfonie di una vita armonica, una vita che riesce ad “essere” per pochi, quei pochi che vengono indicati come “folli”.
A.M.: Italo Svevo sosteneva che la follia fosse l’unico modo per vivere nelle società, sei dello stesso parere?
Vincenzo Monfregola: Beh Svevo è stato uno dei pochi autori che veramente mette in discussione quanto la massa vuole rendere logico, a tanti può ed è sembrata assurda la sua tesi ma non sono dello stesso avviso. Non esiste la “normalità” se non quella che ci prediligiamo sin dai primi passi dell’autoconvinzione, anche se la stessa è dovuta da tutte quelle “etichette” che la società impone sin dall’educazione dell’individuo. Non esiste il sano di mente, ma solo la dottrina di esser tali, la verità sta proprio nel demolire i limiti che giorno per giorno vogliono costringerci ad indossare, è per questo che Italo Svevo sosteneva che è meglio convincersi di essere malati piuttosto che illudersi di esser sani. L’esser “sano” mette le catene “all’essere” e nessuno dovrebbe reprimere quanto respira a polmoni aperti di questa vita.
A.M.: Ti senti legato alla poesia per qualche arcano mistero? Hai mai riflettuto sulle anime e sulla possibilità di trasmissione del sapere?
A.M.: Qual è l’ultimo libro che hai letto?
Vincenzo Monfregola: Amo, per scelta, immergermi nella lettura di solo esordienti in questo ultimo periodo, credo che bisogna nutrirsi dell’attuale dopo aver appreso una dose massiccia di classici della letteratura; l’ultimo libro che ho letto è un romanzo polpettone, la classica storia improntata sull’amore impossibile, a mio parere “banale”, non dico il titolo e l’autore non sarebbe corretto.
A.M.: Per il 2013 hai qualche novità editoriale? Ci puoi anticipare qualcosa?
Vincenzo Monfregola: Il 2013 mi servirà per ultimare alcuni progetti che ho in cantiere, mi impegnerò a terminare i nuovi testi da sottoporre alla valutazione di alcune case editrici, posso sicuramente anticiparvi che per “Follia” c’è stato un colpo di scena e nonostante la volontà di volerlo tradurre in lingua spagnola, che rimane in programma, a forte richiesta di alcuni lettori che mi seguono sulla pagina di autore presto lo si leggerà in lingua francese e non ti nascondo che proprio non me lo aspettavo ne sono infervorato.
“Son qui,/ continuo/ a respirare foglie/ mentre/ passi di cadenze/ avanzano lenti/ oltre la collina dei silenzi.// Ho cercato/ una mano,/ forse l’ultima occasione,/ per abbracciare/ nuovi sogni/ nella notte di San Lorenzo.// Palpiti/ e pugni di cielo/ han giocato d’azzardo,/ se pur forse l’ultima occasione,/ mai troppo lunga/ sarà la vita/ per dipingere/ la tela più bella della mia anima.” – “Tela pregiata”
Written by Alessia Mocci
Addetta Stampa (alessia.mocci@hotmail.it)
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