Successo per il Cous Cous Fest a San Vito Lo Capo

Da Marcella

A San Vito Lo Capo si è appena conclusa una delle manifestazioni estive più interessanti per l’identità storico-gastronomica italiana.

San Vito Lo Capo ha voluto rappresentare l’altro volto della Sicilia.

Quello che, lontano da scandali e stereotipi, vuol rilanciare l’immagine di un turismo internazionale e colto.

Proprio qui in quest’angolo della Sicilia nord occidentale è radicatissima la tradizione mediorientale del cous cous.

Il piatto a base di semola, tipico del nord africa, a San Vito, è protagonista, da 16 anni, di un grande festival, che vede partecipare chef da tutto il mondo e che riaccende il turismo in grado di riempire gli alberghi anche in un periodo di bassa stagione.

A sfidarsi sono stati Costa D’Avorio, Egitto, Israele, Italia, Marocco, Palestina, Senegal, USA e Tunisia.

L’Israele ha vinto.  (prima foto, seconda fila, da sinistra)

Il Villaggio Gastronomico, costituito da 4 “case del cous cous”, ha dato l’opportunità di assaggiare il cous cous perfetto per tutti i gusti, da quello vegetariano a quello a base di carne, da quello di pesce, alla versione senza glutine.

Il Cous Cous Lab ha permesso di assistere dal vivo alla preparazione del cous cous e di prepararlo senza dimenticare di coinvolgere i più piccoli.

Il cous cous tra leggenda e realtà

Il significato dell’evento è tutto racchiuso nel gesto della preparazione di questo piatto tra i più conosciuti al mondo e soprattutto tra i più diffusi nei Paesi del Mediterraneo: l’incocciata in cui le tradizioni non si sovrappongono ma si amalgamano pazientemente secondo un rito antico e armonioso.

Il Cous Cous Fest è dedicato a questo piatto speciale che riesce a racchiudere al suo interno i colori, i profumi e i sapori di tradizioni diverse legate da un unico mare.

Secondo la leggenda il piatto è legato a re Salomone, al suo amore non corrisposto per la regina di Saba.

Fu un piatto di Cous Cous a guarire il sovrano dal mal d’amore e dall’inappetenza e ancora oggi questo è uno dei racconti più suggestivi sull’appetitoso piatto e sulle sue numerose varianti, nonostante, come possono confermare gli esperti in materia di alimentazione e gastronomia, si tratta di una leggenda che, probabilmente, ha poco riscontro nella realtà giacché le origini di questo piatto non sono arabe o semitiche.

Il Cous Cous è in realtà il simbolo della tradizione maghrebina e dell’unione dei popoli del Mediterraneo.

Le ricette per preparare un Cous Cous ad arte sono tra quelle più scaricate da Internet dove il Cous Cous è segnalato come una specialità della cucina araba. Di fatto si tratta, appunto, di un piatto tipico delle popolazioni maghrebine di Marocco, Tunisia, Libia, Algeria che utilizzano i chicchi di semola di grano, d’orzo e più raramente di mais e li cucinano a vapore nella couscousiera tradizionale con un contorno che varia al variare delle stagioni.

Questo porta gli studiosi ad affermare con certezza che il Cous Cous è un piatto africano (e, infatti, anche nei Paesi Arabi il Cous Cous viene servito come specialità d’importazione e spesso è realizzato in versioni molto diverse da quelle maghrebine).

In tutti i Paesi dell’area sub sahariana diverse varietà di cereali (miglio, sorgo ecc.) vengono cucinate con una tecnica molto simile e rappresentano il piatto unico per eccellenza di cui si alimentano da secoli le popolazioni indigene.

In Europa del Cous Cous si viene a conoscenza soltanto nel 1630 quando il romanziere Jean Jaques Bouchard assaggiò la ricetta a Tolone.

Mentre il primo a scrivere del Cous Cous in un ricettario italiano fu Pellegrino Artusi nel suo celebre La Scienza in Cucina e l’arte di Mangiare bene pubblicato nel 1891 e che ancora fa bella mostra nelle cucine di molte case “compresa la mia”.

Per Artusi hanno un grande merito, della diffusione del Cous Cous nelle tavole italiane, le comunità ebraiche che, dopo la diaspora, esportarono le loro tradizioni nelle città in cui si stabilirono.

Il Cous Cous è un piatto che ha viaggiato e che continua a viaggiare, un tempo con gli emigranti, oggi grazie alla diffusione delle informazioni e delle abitudini o delle mode alimentari.

Il Cous Cous siciliano, in particolare dell’area occidentale della Sicilia, è sicuramente frutto dello scambio dei pescatori siciliani con le vicine popolazioni del Nord Africa.

E a San Vito lo Capo sembra proprio che il Nord Africa si sia trasferito in Sicilia.

Un piccolo borgo marinaro, una perla incastonata tra due riserve naturali, quella dello Zingaro e quella di Monte Cofano, un piccolo centro caratterizzato da case bianche e basse circondate da buganvillea, hibiscus, gelsomino, alberi di aranci e limoni, una spiaggia lunghissima di sabbia bianca e finissima e una scogliera a picco sul mare, punto privilegiato di osservazione dell’intera costa.

Stand Aperol Spritz on the Beach

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Stand Aperol Spritz on the Beach

Ad arricchire un’atmosfera di per sé affascinante in occasione del Cous Cous Fest, sulla spiaggia è stata realizzata una tenda berbera che ospiterà alcuni degli appuntamenti.

Il Cous Cous Fest è stato, come sempre, un evento davvero ricco fatto di buon cibo, grande musica, ottimo vino, la presenza di bravissimi artisti di strada che si sono esibiti durante tutto il festival.

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Una competizione gastronomica ghiotta e pacifica che ha visto come contorno laboratori di cucina, degustazioni guidate di vini e di prodotti tipici, serate gastronomiche di cucina siciliana, incontri letterari, concerti di fusion e di world music, il tutto con ospiti d’eccezione sia nel panorama gastronomico che in quello musicale e dell’intrattenimento.


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