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Sud Sudan. Riek Machar, ‘conquisteremo Juba e pozzi petroliferi nel nord’

Creato il 16 aprile 2014 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

machar_riekdi Giacomo Dolzani

Riek Machar, capo dei ribelli che in tutto il Sud Sudan combattono contro le forze del presidente Salva Kiir, è tornato a parlare in pubblico; lo ha fatto tramite un’intervista rilasciata all’agenzia France Presse dalla città di Nasir, nello stato dell’Alto Nilo, nel nord-est del paese, dove sono situati diversi importanti distretti petroliferi.
Machar, ex vicepresidente sudsudanese, deposto il 23 luglio 2013 da un rimpasto di governo voluto da Salva Kiir, dopo aver tentato a metà dello scorso dicembre di impadronirsi del potere con un golpe militare, sventato dalle forze governative che lo hanno costretto alla fuga da Juba, con le truppe a lui fedeli ha organizzato un’offensiva nei confronti delle principali città del paese, facendo precipitare la nazione in una guerra civile che dura ancora oggi e che ormai si è trasformata in un conflitto tra etnie rivali, i Dinka a cui appartiene Kiir ed i Nuer, gruppo di cui fa parte Machar.
Uno degli obbiettivi principali dei ribelli, come ribadito da Machar, è il controllo dei pozzi petroliferi: “Se vogliamo cacciare il dittatore gli impianti estrattivi sono una priorità”; i proventi derivanti dalla vendita del greggio rappresentano infatti il 98% delle entrate totali del Sud Sudan, controllare i distretti petroliferi, situati soprattutto nel nord, significherebbe quindi avere in mano l’intera economia del paese africano.
Questi scontri ininterrotti che durano ormai da mesi hanno portato il paese, che già era tra i più poveri e disastrati del mondo, in una condizione disperata e, secondo le Nazioni Unite, se non arriveranno presto aiuti, il raccolto di cereali, già fortemente ridotto a causa delle devastazioni, non sarà sufficiente per evitare una carestia che coinvolgerebbe centinaia di migliaia di persone mentre, secondo l’Unicef, oltre 50mila bambini di età inferiore ai 5 anni rischiano già oggi di morire per fame e malattie.
Il leader dei miliziani si è anche detto pronto a marciare su Juba e porsi alla guida del paese al posto di Kiir, infatti l’offensiva delle sue truppe, a suo dire, non si interromperà ma terminerà solo con la caduta dell’attuale presidente e del suo governo.

da Notizie Geopolitiche



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