Il Sudafrica è sempre più il Paese di riferimento per il continente, anche sotto il profilo finanziario.
Da quest’anno, le banche sudafricane hanno iniziato a operare in conformità con i criteri di Basilea 3.
Nell’attuale contesto economico il sistema bancario del Paese si conferma come uno dei punti di forza dell’economia locale, con un volume aggregato di attività pari a 3.727 miliardi di rand (oltre 420 miliardi di dollari) e un indice di redditività del capitale proprio (ROE) pari al 15%.
Solidi, sofisticati e ramificati sia in patria sia all’estero, gli istituti di credito sudafricani sono usciti pressoché indenni dalla crisi del 2008- 2009.
Nel Paese attualmente operano 10 banche a controllo locale e 6 banche estere. Altre 13 banche straniere sono presenti con un ufficio di rappresentanza. In posizione largamente predominante figurano quattro istituti: ABSA (nel cui capitale è entrata recentemente anche Barclays Bank), Standard Bank (partecipata al 20% dalla cinese ICBC), Nedbank e First National Bank (FNB), talora accusati di gestire un vero e proprio cartello del credito. Tutti sono coinvolti in un processo di espansione anche all’estero, a partire dai Paesi limitrofi, mentre all’interno la sfida in corso è quella di una maggiore diffusione dei servizi bancari nelle aree rurali.
Uno degli strumenti utilizzati è quello dei servizi su telefono cellulare.
Un’altra area di crescita è quella dei crediti al consumo, che consente alle banche generosi margini: la sola Standard Bank ha aumentato del 33% in un anno i prestiti ai privati. Rilevante, in questo contesto, il dato recentemente rilasciato dal South African Banking Risk Information Centre (SABRIC), che indica una diminuzione su base annua delle perdite su carte di credito, pari al 19% su base annua.
Fonte: Diplomazia Economica Italiana n°5