Sudan/Omar al Bashir dice di voler ripristinare i rapporti con l'Occidente/Dobbiamo credergli?

Creato il 03 giugno 2015 da Marianna06

“Dialogo” con i gruppi ribelli delle regioni di frontiera, Darfur, Monti Nuba e Nilo Blu, e confronto con le potenze occidentali per “normalizzare” i rapporti: sono le promesse fatte dal presidente Omar Hassan Al Bashir in occasione della cerimonia di giuramento per l’inizio di un nuovo mandato alla guida del Sudan.

“Dio volendo e in piena sincerità – ha detto il capo di Stato – il Sudan cercherà di completare il dialogo con i paesi occidentali per riportare le relazioni alla normalità guidato dai recenti positivi segnali”.

Nonostante nel febbraio scorso alcune restrizioni siano state revocate, Khartoum resta colpita da sanzioni degli Stati Uniti perché accusata di sostenere il terrorismo. A confermare le tensioni con le potenze occidentali, alimentate da un mandato di cattura della Corte penale internazionale (Cpi) nei confronti di Bashir, è stato il mancato invio di osservatori americani ed europei in occasione delle elezioni dell’aprile scorso. Un voto, questo, vinto dal presidente con il 94% dei consensi ma segnato dal boicottaggio dei partiti di opposizione e da un’affluenza particolarmente bassa.

Nel suo discorso, pronunciato ieri in parlamento, Bashir ha anche annunciato un’amnistia a beneficio dei gruppi ribelli disposti a partecipare al “dialogo” con il governo. Sulle modalità di questo confronto, tuttavia, restano divergenze significative. Khartoum intende gestire il processo internamente mentre le formazioni armate ritengono decisiva una mediazione internazionale.

Bashir, 71 anni, è salito al potere con un golpe nel 1989. Dal 2009 è ricercato dalla Cpi con l’accusa di crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio in relazione al conflitto in Darfur.

              a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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