Sudor frio – torturando Camila Velasco

Creato il 20 ottobre 2011 da Soloparolesparse

Piccolo gioiellino con una serie di cavolate e diverse cose molto interessanti.
Ben fatto, attento ai particolari, Sudor frio è un horror che gioca molto sui dubbi e sulle domande, ma Adrián García Bogliano non ha problemi a mostrare tutto quello che vuole mostrare.

Roman, con l’aiuto dell’amica Ali, cerca di trovare l’ex fidanzata che pare essere nascosta nella casa di un ragazzo conosciuto in chat.
Il problema è che in questa casa ci sono invece due vecchi che si divertono ad adescare ragazze a torturarle con cosine classiche tipo scosse elettriche e roba più raffinata come acido e nitroglicerina.

I due ragazzi si trovano così praticamente all’inferno e venirne fuori non sarà certo facile.

Si comincia con immagini di repertorio che raccontano della scomparsa di casse di dinamite durante le rivoluzioni argentine del 1975… ed il giochino fa credere che ci sia una qualche motivazione politica nascosta dietro il comportamento dei due vecchi.
La soluzione arriverà solo sul finale e mi guardo bene dal raccontarvela.

La creazione del mistero è comunque ottima e tutta la prima parte del film gioca sul movimento di Facundo Espinosa nella casa mentre lo spettatore si chiede cosa mai vogliano quei due folli dalle ragazze rapite, perchè le spogliano, perchè le torturano, perchè le interrogano su strane equazioni.
E col mistero viaggia la tensione.
Splendida la scena col ragazzo che osserva le torture attraverso il vetro e rischia continuamente di essere scoperto.
Ben costruita, ben portata avanti, ben mantenuta, ben conclusa.

E poi si passa all’orrore vero, quello visto, quello mostrato.
Marina Glezer e Camila Velasco ne subiscono di ogni genere, scusa buona anche per far spogliare la Velasco completamente nuda.

Molto buone poi le riprese ed alcune inquadrature, coi dettagli dei volti delle ragazze su cui gocciola la nitroglicerina, i corpi sudati, gli occhi terrorizzati. Si gioca molto sui dettagli e sul montaggio.
Un po’ eccessive invece le sequenze rallentate accompagnate da un rock che se disturbava e stupiva con Dario Argento trenta anni fa, ora risulta un po’ fuori posto.

Il finale continua la sua virata orrorifica e guida dritto dritto verso lo splatter puro.
Thriller, horror e splatter, non posso dire che Sudor frio non mi sia piaciuto, no?
Chicca finale in questo scambio di battute.

“Chiama la polizia”
“No, sto chiedendo aiuto su Facebook”



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