Le slide e il libro sono un utile strumento per riflettere sulle dinamiche di un'epoca che a mio avviso inizia dalla fine degli anni '80, quando il secolo breve finì per lasciare il posto all'era della crisi permanente.
Oltre all'analisi politica è interessante la considerazione degli aspetti psicologici e cognitivi di fronte alla crisi ma soprattutto è molto interessante come al concetto di crisi si intersechino i concetti di finzione, verità, rivelazione, svelamento. Una sorta di aletheia che mostra la natura dell'ordinamento politico e sociale (o soltanto economico) quando questo, per diversi motivi, viene perturbato. La crisi diventa quindi una prova dei fatti. Il giocattolo rivela la propria natura quando viene scosso o si sta rompendo. Non mi soffermerò sulle mie considerazioni che rimando a una eventuale discussione, se ci sarà.
Per capire il nostro tempo penso sia ancora utile leggere buoni libri e essere meno "social" se questo comporta deliri di onnipotenza virtuale come la pretesa di "taggare i potenziali terroristi", anche perché dopo questi deliri qualcuno potrebbe prendere in parola il proposito e oltre a Bush padre e figlio, Blair, Erdogan, Netanyahu, Sarkozy, Assad, Putin, giusto per citare i primi che vengono in mente, potrebbe taggare anche Obama. Del resto se il concetto di responsabilità vale ancora per un capo di stato, dopo che i suoi aerei hanno raso al suolo un ospedale di Save the children il concetto di potenzialità va a farsi benedire.