Tra questi, il più scontato è essersi subito riposizionati per salire sul carro del vincitore. A questi lettori arrabbiati e vagamente vendicativi, ma anche a tutti gli altri, dedico queste righe che saranno un po' meno sintetiche delle mie abitudini. (Marco Bracconi)
Ho scritto in passato che Grillo e Casaleggio sono il peggio che la politica italiana puo' offrire. E non mi pento di averlo scritto. Ho scritto che tanti elettori del Movimento non conoscono l'ABC della democrazia. E non mi pento di averlo scritto. Altro che carro del vincitore.
Ma in pochi, credo, hanno inteso il senso di quelle affermazioni, e della insistita polemica che in questo spazio ho sostenuto per mesi nei confronti dell'ex comico e del suo guru di riferimento.
L'agire politico di Grillo è stato finora guidato da una logica a-istituzionale. La sua narrazione e le sue modalità di linguaggio hanno prefigurato un sistema di pensiero unico e a-relazionale tra i diversi poteri democratici. La sua logica rivoluzionaria e apocalittica di abbattimento in toto del sistema, senza distinzioni e saltando ogni complessità, è stato l'esatto contrario di un discorso di verità - seppure da posizioni radicali - nei confronti dei cittadini.
Grillo potrà anche conquistare il 100% dei voti, ma io continuo a pensare che il leader dei Cinque Stelle abbia avuto fin qui un atteggiamento da combattere e contrastare senza se e senza ma. Non per le tante idee che circolano nel Movimento, che sono alcune giuste e altre sbagliate, ma perché in democrazia la forma del gioco politico viene prima dei contenuti. Anzi, è il primo dei suoi contenuti, e forse il più importante.
Mi spiace ribadirlo per quella minoranza di militanti abitualmente insultanti, ma la forma di democrazia invocata fin qui da Grillo è a mio parere populismo, e della peggior specie. Non solo non mi convince, ma la considero pericolosa e da contrastare ad ogni costo.
Detto cio', la politica è bella perché le cose cambiano. E per tutti, anche per Grillo, lo scenario è parecchio mutato. Avere dietro di se otto milioni e più di persone impone delle scelte, ed è una responsabilità che anche l'ex comico e Casaleggio non possono non sentire.
Nessuno, statene certi, sale sul carro dei vincitori. Lo dico a chi commenta su questo blog invocando con stile discutibile il mio licenziamento o peggio. Perché - a saper leggere - non c'è alcuna contraddizione tra quello che il sottoscritto ha scritto prima e dopo il voto.
Se Grillo smette di giocare allo sfascio in toto della forma della democrazia, se esce dal paradigma arrendetevi tutti e poi ci saranno solo i cittadini e il web; se accetta non la cattiva politica, ma le regole di fondo della democrazia rappresentativa, allora cambia tutto. Allora sì che con Grillo e i suoi elettori non solo si puo', ma si deve parlare.
Allora sì che si puo' finalmente parlare di contenuti.Ai lettori insultanti e spesso rabbiosi non ho alcuna paura di dire che molti dei contenuti che Grillo propone sono cose che una sinistra di governo puo' e forse deve mettere ai primi posti della sua agenda.
Personalmente, non mi scandalizza un grande piano per riconvertire parte del fabbisogno energetico in produzioni verdi. E nemmeno un abbattimento dei costi della politica, il dimezzamento degli stipendi del personale politico, una virata molto decisa sulla moralità pubblica, una legge sul conflitto di interessi per tutti e non solo per Berlusconi. Personalmente, non mi scandalizza affatto studiare il modo di introdurre il reddito minimo di cittadinanza, e nemmeno una riflessione sulla necessità di fare - e come e dove - le grandi opere. E si potrebbe continuare.
Otto milioni e mezzo di elettori, tanto ha preso il Movimento Cinque Stelle. Io credo che il fanatismo che si esprime spesso nei commenti che giungono a questo blog sia figlio di una rumorosa minoranza (l'ho già scritto) rispetto a quella massa critica. La maggioranza di questi elettori, ne sono sicuro, vogliono non lo sfascio e la tabula rasa, ma un cambiamento radicale del modo con cui si fa politica in Italia e dei contenuti della stessa.
Se l'approccio è usciamo dall'euro e sti cazzi, dovete morire tutti e sti cazzi, arrendetevi e poi arriverà il paradiso della democrazia diretta e del web, allora c'è poco da discutere. E' un approccio che per come sono messe le cose in Italia, veramente e non in astratto, produrrà solo macerie sotto le quali finirebbe - aspettate e vedrete - lo stesso Movimento Cinque Stelle.Se l'approccio è vediamo che fare in un sistema di regole condivise e in parte rinnovate, alla pari, ognuno con le sue posizioni e le sue radicalità, allora cambia molto.
Se Grillo entra nel gioco democratico (che significa anche accordi, relazione, realismo), invece di continuare a stare in parte dentro e in parte fuori come ha fatto finora, allora Grillo diventa una risorsa per il paese. Altrimenti sarà un problema, tanto più grande quanto più saranno i suoi futuri elettori.
Un saluto a tutti.
Marco Bracconi - Repubblica.it