Sul “Caso Virus”, ancora sull’intervista di Fazio ad Adonis e sul degrado informazionale e culturale al tempo del renzismo: aridatece il radical-chicchismo!

Creato il 01 febbraio 2016 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
di Rina Brundu. Quest’oggi sul blog “Televisioni” di Aldo Grasso, blog che è pure una delle rare rubriche del Corriere che leggo, un lettore chiede al moderatore “Ma chi è che manda in onda Virus?” (nda il programma condotto da Nicola Porro in prima serata su Rai2). Il professore ha risposto che tale tipo di trasmissione è necessaria in virtù delle regole della par-condicio: vale a dire se ci sono 99 trasmissioni intente a prostrarsi davanti al renzismo, deontologia vuole che ce ne sia almeno una che bacia altri deretani, e non importa se non la guarda nessuno.

Per quanto mi riguarda sono mesi ormai che ho depennato Virus dalle trasmissioni di approfondimento politico che seguo. Di tanto in tanto mi capita di fermarmi colà durante la sempre interessante introduzione fatta da Sgarbi ma questo è quanto. Without beating about the bush… non ho difficoltà alcuna a scrivere che il “problema” di quel programma è senz’altro il conduttore che non hai i ritmi, la presenza di spirito, il tratto graffiante che è necessario per intrattenere uno spettatore moderno e un qualsiasi neurone rincoglionito determinato a suicidarsi pur di non sentire boiate.

Onestamente però la questione del degrado informazionale e culturale che viviamo non riguarda solo il Virus di Porro. Per tutti basti citare la fanciullesca intervista faziana di ieri sera al poeta arabo Adonis. Muovendo dalla televisione al mondo della carta stampata, l’okkupazione mediatica portata avanti dalla politica è stata tale che per certi versi ha scardinato tutte le gerarchie giornalistiche esistenti. Scagli la prima pietra quel lettore accorto che oggigiorno, dopo avere sfogliato giornali come il “Corsera”, “L’Unità” e altri simili, non corre sul sito de “Il Fatto Quotidiano” per verificare la veridicità della notizia, ma soprattutto l’esistenza di eventuali altri “scandali” censurati da quei giornali di governo. È la società digitale, bellezza, è non è propriamente un male.

D’altro canto lo status-quo culturale è talmente grave che qualcosa bisognerà comunque fare. Precisando che non mi indigno per gli stessi argomenti per cui si indigna la Boldrini, che mai poi e poi richiederei la rimozione della scritta Dux dall’obelisco di Mussolini, che capisco benissimo dove sta sbagliando Matteo Renzi e non amo il suo look anni 80, nonché l’usata abitudine di coprire statue nude, che non sono una fan delle poesie di Bondi e non penso che il M5S “voglia avvelenare il mio gatto persiano”, qui lo scrivo e qui lo nego: aridatece il radical-chicchismo… prolusioni di Vendola comprese, anche e specialmente se riviste da Zalone!